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Invincibili

Creato il 22 dicembre 2010 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

INVINCIBILI

Eroi o persone che riescono ad attingere alle risorse interne per vedere il bello della vita nonostante le impreviste e tragiche difficoltà? Un appuntamento imperdibile con Marco Berry che conduce  il programma “Invincibili” su Italia 1 che, racconta la storia di persone comuni che hanno subito gravi traumi psico-fisici e che hanno saputo rinascere, cominciando una nuova vita più forti di prima.  Suggestiva la scenografia, uno studio nero con vetri in frantumi sulle pareti e per terra per evidenziare  la fragilità della vita dell’essere umano, tubi rossi a formare una grande arteria che attraversa la scena e fanno da sedile, come a testimoniare che il sangue continua a scorrere e a pompare vita, collegando i vetri rotti con un grande diamante stilizzato al centro della scena, un grande valore stavolta,  prezioso e indistruttibile.

Berry racconta  storie incredibili con grande umanità accompagnando lo spettatore in un emozionante viaggio tra vita e rinascita.

Roberto Buzzone 32 anni, è sempre stato un amante dello sport, del pugilato in particolare, ma sei anni fa un incidente in moto gli cambia la vita per sempre. I medici sono costretti ad amputargli la gamba fino a s

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otto al ginocchio, sostituita dall’uso di una protesi che lo aiuta a riprendersi la libertà perduta dopo l’incidente. Cosa succede nella testa di una persona che ha perso una gamba? Si cerca una nuova identità oppure si va oltre per farsi accettare dagli altri che ti misurano in base all’aspetto e al concetto di “normalità”.  Roberto ha ricominciato a fare sport, dedicandosi alla boxe e all’atletica, ma poi ha scoperto la sua vocazione per la montagna e per i grandi spazi, il trekking e le attività all’aria aperta; nel giro di qualche anno raggiunge dei traguardi incredibili, tra cui due ascese sul Gran Paradiso, il Cammino di Santiago de Compostela e la conquista del Kilimangiaro in Africa. Ci vuole coraggio ad affrontare  la vita, Roberto è un invincibile vero.

 

Nasce diversa, senza braccia, Simona Atzori, 36 anni, ma non ha mai pensato al proprio handicap come qualcosa di invalidante. Spinta dall’amore dei suoi genitori e dotata di due piedi prodigiosi, a quattro anni, da autodidatta, inizia a dipingere e pochi mesi dopo espone già le sue prime opere; a sei anni comincia a seguire corsi di danza classica, coronando così il suo sogno di diventare “ballerina-pittrice”. Danza, dipinge è un’artista ed è serena, sogna un figlio. Si esibisce con i suoi spettacoli di danza in eventi prestigiosi come il Giubileo del 2000 e le Paraolimpiadi di Torino, dove balla alla cerimonia d’apertura, balla con  due ballerini della Scala, balla contro il senso di pena che vede negli occhi della gente, dipinge perché non ci sono limiti se uno ci crede, Simona ha saputo sorridere alla vita  ed è questa energia che la resa un’invincibile.

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Una storia da pelle d’oca quella di Bebe (Beatrice Vio), la tredicenne di Mogliano che a causa della meningite ha dovuto subire l’amputazione di gambe e braccia, ma non ha mai smesso di lottare per i suoi sogni,insieme ai genitori ha ripercorso la sua drammatica storia, iniziata due anni fa quando si era manifestata quella che all’inizio poteva sembrare una semplice influenza. Bella, sorridente, grandi occhi vispi e con quel modo adolescenziale di trattare i problemi. La vita le ha presentato un conto molto caro, ma lei reagisce e diventa un piccolo carro armato biondo, carattere forte non si fa spaventare da niente, un angelo biondo segnato da una grave malattia. Sogna e si allena per le Olimpiadi, vuole una medaglia, la malattia le ha tolto mani e piedi ma non la voglia di vivere, la sua forza di volontà la trasformata in un’invincibile.

Un evento traumatico coinvolge una persona con eventi duraturi che possono  completamente sopraffare la capacità dell’individuo di fare fronte o integrare  la nuova esperienza. In alcune vite c’è un prima e un dopo, un punto esatto di non ritorno in cui, poi, tutto sembra non poter essere più come prima. C’è la diversità. Non tutte le persone che avvertono un evento potenzialmente traumatico resteranno psicologicamente traumatizzata. C’è la forza di volontà, in versio

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ne speciale.

Eroi positivi che hanno ricevuto dalla vita dei colpi molto forti ma che, dopo un periodo di grande difficoltà  si sono rialzati e hanno affrontato il trauma subito come una sfida. Una sfida da vincere per raggiungere nuovi traguardi: obiettivi mai pensati, che ora rappresentano una valida ragione di vita.

 


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