Magazine Diario personale

Io già da piccola...

Da Silvia
Io già da piccola... Io già da piccola avevo dei sospetti. Io già da piccola avevo intuito che sotto c'era una magagna, ma grossa eh. Io già da piccola non è che mi fidassi di questa gran figata che è la vita. A meno di due anni mia madre racconta che dissi al mio risveglio da un pisolino pomeridiano:"la vita, sempre uguale, buongiorno buonasera, buongiorno buonasera che noia". Io già a sei anni avevo elaborato la teoria del dolore:"non c'è un giorno senza che ci faccia male qualcosa, un'unghia, la pancia, l'occhio, un dispiacere". Si, una strana teoria per una bambina piccola ma questa ero io. Io già da piccola un pò di dubbio me lo lasciavo strisciare addosso, notte e giorno. Non sarà che è troppo dura? Non sarà che magari questo è un gioco più grande di noi? Non è che và a finire male e la magia si spezza? Non sarà che tutto questo che ci sfila intorno:nonno che prima era in poltrona a farmi sedia sediola e poi non c'è più e non potrò mai più vederlo ed è volato in cielo, quelle immagini di guerra e morte alla televisione, spiegate a scuola, quel compagno di classe sulla sedia a rotelle che improvvisamente ha smesso di camminare e poi di vedere ed ora, alle medie neanche parla più, quelle signore che raccontano a mamma di aver perso il loro bambino che stava nella pancia, e quei "ladri di bambini" ombre narrate ai supermercati, nei parchi, quel messaggio di non fidarsi mai, papà sempre triste perchè non ha i soldi per renderci felici come vorrebbe. Non è che tutti questi ospedali pieni di angoscia e terrore, questa morte imprevedibile, questa continua sensazione che stia per accadere qualcosa a qualcuno, sia il vero senso della vita? Non è che tutto quello che ci veniva taciuto o raccontato come una fiaba, non è che tutta quella strana protezione che si scatenava su noi bambini quando venivamo in contatto con la realtà, fosse ciò che ci sarebbe piovuto addosso una volta diventati grandi? E come avremo fatto a diventare grandi se continuavano a farci credere che Babbo Natale esiste, che l'amore vero può durare una vita, che fare figli è il viatico per la gioia infinita, che il bene vince sempre sul male, che nessuno può nuocere ad un bimbo indifeso, che si muore vecchi e sereni nel sonno più dolce? Mi concentravo sulle cose belle del vivere, erano tantissime, gli amici di scuola, le vacanze in montagna con i nonni, l'odore del mio astuccio e della mia cartella rigida cartonata, la notte di Natale, gli abbracci di mamma, saltare con la corda, la musica, i cartoni animati, le lenzuola appena stirate, il pane caldo, il pandoro sul termosifone, l'ultimo giorno di scuola, il primo giorno di scuola, restare svegli fino a tardi tanto domani è domenica. Poi però mentre mi concentravo sul bello, il brutto della vita continuava a sfilarmi ai lati, una certa frenesia mi prendeva, cercavo di ignorarlo, sembrava così potente, inaffrontabile per un solo piccolo essere umano. Poi invece arriva, arriva e basta, ti prende, ti sbatacchia, ti tramortisce e ti spaventa. E penso...ma io già da piccola...

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