Magazine Diario personale

Io in:"Dedicato..."

Da Silvia
Io in:
Dedico questo tempo piccolo e maldestro e questo spazio buffo ed irreale a:
Chi ha perso qualcuno e non potrà più ritrovarlo se non dentro una vecchia fotografia,un filmino delle vacanze,una lettera,un maglione infeltrito,un anello di tanti anni fa.
Chi ha visto strappare via dal proprio fianco un figlio piccolo,una figlia grande già madre,un caro amico,una sorella di sempre.
Chi fa i conti ogni giorno con il vuoto nero rimasto intorno a lui e nonostante questo si alza e cammina.
Chi trova il coraggio nonostante tutto.
Chi aiuta qualcun'altro a sopravvivere del suo stesso dolore.
Chi crescerà i propri figli da solo e dovrà spiegare mille volte il perchè di questa assenza,senza averlo capito neanche lui.
Chi protegge gli altri dalla propria malattia e si cura di nascosto per non essere un peso.
Chi vivrà questo Natale senza qualcuno di importante,senza vedere le sue mani a tavola,senza sentire la sua voce a cena, vedere le sue labbra soffiare su una candela.
Chi ha sempre pensato che non ce l'avrebbe fatta se fosse successo a lui ed invece ce la sta facendo.
Chi si sveglia una mattina e si scopre una pallina dove prima non c'era niente e tutta la vita gli rotola addosso.
A chi aspetta che qualcuno dei suoi cari guarisca e vive sperando e non dorme e non sogna più e riprenderà a farlo solo quando questo accadrà.
Ai piccoli malati che non possono andare a scuola,nè al parco,ai bambini che non possono dormire a casa loro e stanno nei letti con le sbarre e qualche volontaria và da loro a leggere una favola,a questi bambini che ridono e giocano come tutti,che fanno gli stessi gesti degli altri,che se gli chiedi come stanno,ti rispondono "bene".
A chi si ammala e nessuno viene a saperlo perchè non hanno nessuno a cui dirlo.
A chi decide di lasciarsi morire ed a chi lotta per salvarsi a tutti i costi.
A quella nonna che non muore,nonostante i medici dicano da un pezzo che sta morendo,perchè vuole veder crescere i suoi nipoti.
Ai genitori che adottano i bambini malati e li curano e li amano e li portano ovunque affinchè vengano aiutati e che io incontro ogni mattina.
A quei genitori che mi chiedono:"mio figlio come sta?".
A tutti quelli che stanno morendo ma non hanno paura di non vivere più perchè hanno già vissuto
A chi scopre una macchia,un'ombra,una caverna nel proprio corpo ed improvvisamente smette di camminare da sola e si appoggia al marito e mette un cappello colorato per nascondere la calvizie,a lei che due mesi fa stava benissimo e correva parallelamente a me davanti a scuola,a lei che oggi le si vedevano solo le gengive e a me che non ho avuto il coraggio di fermarmi e chiedere niente.

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