“Perché non passiamo la giornata a fare cose mai fatte prima?
sarebbe divertente”
E fu così che per la prima volta lei mise piede in una biblioteca.
Sarà pure il film preferito di milioni di ragazze, ma io tutta questa poesia in Colazione da Tiffany proprio non riesco a vederla.
Provo a spiegarvi perché:
Colazione da Tiffany è un film cult (tratto da un romanzo e riadattato) del cinema americano e non, con la bellissima ed elegantissima Audrey Hepburn che recita nel ruolo della protagonista.
Quando nel 1961 uscì nelle sale americane, e un anno dopo in quelle europee, registrò immediatamente un grandissimo successo e la protagonista-attrice diventò subito un’icona di stile per il suo fare leggero e libero e soprattutto per suoi occhialoni chic, cappelli eleganti, abiti bon ton e i suoi gioielli costosi, alimentando sogni e speranze di quasi tutto il pubblico femminile del tempo.
Non è difficile notare, però, che questa eco di perle e chingnon si fa sentire ancora oggi, dal momento che attualmente moltissime ragazze e donne dicono di fare di quel film e del personaggio di Holly (questo il nome della protagonista) uno stile di vita.
E dunque, quando sento, o leggo, queste affermazioni, questi atti di fede, queste cause abbracciate in modo così stretto e convinto, mi chiedo se chi se ne fa portatrice abbia mai viso il film per intero e soprattutto lo abbia capito, scavando sotto la sua superficie fatta di diamanti, baci sotto la pioggia e gatti senza nome.
Ora facciamo un bel respiro e immergiamoci, non senza ironia, nella vera verità del film.
Holly non si chiama così.
Il suo è un falso nome che sceglie dopo essere scappata all’età di 14 anni dalla sua famiglia povera, aver sposato un vedovo ed essere scappata anche da lui. Una persona molto seria e affidabile, insomma.
Arrivata a New York pensa bene di mettersi in proprio.
E quale professione più remunerativa di una accompagnatrice di alto bordo che si fa pagare dai ricconi dell’alta società 50 dollari a prestazione?
Però, precisiamo: lei ovviamente, visto che è una donna di gran classe, non usa la parola “prestazione” (che in realtà, nel film, non si capisce bene se sia sessuale o meno) ma dice “toletta”.
**breve riflessione:
Forse ecco perché le ragazzine che oggi la vogliono emulare non si accorgono del mestiere che fa. Penseranno, forse, che questi vecchiacci miliardari le diano 50 dollari perché si incipri il naso.
D’altronde mi sembra un ragionamento molto sensato.**
Ad ogni modo, conosce uno scrittore squattrinato, Paul, che sorpresa delle sorprese è anche lui una sorta di mantenuto: una vecchia e ricca signora lo sostiene economicamente e lui sostiene lei in altro modo.
I due cominciano a frequentarsi e lei, in solitudine, canta canzoni con una bandana-turbante in testa mentre il gatto che fantasiosamente si chiama “Gatto” le gira tra i piedi. (Questa è una delle scene considerate più poetiche del film, forse perché emerge la sua vera natura di sognatrice e soprattutto di burina ripulita).
I due decidono di passare una giornata a fare cose mai fatte prima:
lei lo porta da Tiffany e in un negozio a rubare.
Lui la porta in una biblioteca, il che dovrebbe dirla molto ma molto lunga sul personaggio di lei.
Comunque per non farla troppo lunga, i due si stanno innamorando ma lei decide di sposare un ricchissimo uomo d’affari e di raggiungerlo in Brasile. Notizia che lei dà allo scrittore Paul in un taxi.
Apriti cielo, lui si incazza come una bestia e lei di tutta risposta si accende una sigaretta.
Lui esce dal taxi, ma prima, le lancia una scatoletta con dentro un anello.
Lei lo indossa. Piange.
E’ combattutissima perché non riesce a frenare i suoi sentimenti verso quel plebeo morto di fame. E quando dico combattuta intendo proprio combattuta assai.
Così, quasi indignata verso se stessa, visto che farà trionfare l’amore per un pezzente sulla ricchezza di un uomo in Brasile, lo raggiunge sotto la pioggia dove si scambiano un bacio al gusto di lacrime rassegnate e di gatto.
Così:
Ora:
Siete ancora sicure di voler assomigliare ad un’accompagnatrice di alto bordo, che dà prestazioni in cambio di soldi e gioielli, che non è mai stata in biblioteca nella sua vita e che ci pensa non due volte ma DIECI prima di seguire il cuore invece che i suoi interessi economici che coincidono col vivere da mantenuta in Brasile?
Tagged: Blog, Colazionedatiffanynonmipiace, Diario, Film, Pensieri, Riflessioni, Varie, Vita