"Io sono il libanese" è il prequel di Romanzo Criminale, perché racconta della genesi della banda della Magliana, prima che le due batterie che faranno da nucleo a questa holding criminale (come la definì l'alto commissario per la lotta alla mafia Domenico Sica) si unissero, i Testaccini del Libanese e la banda del Freddo della Magliana (che nel libro fa una sua piccola apparizione).
Il racconto inizia nel 1976: il Libanese è un piccolo delinquente di strada, uno dei tanti che vivono di piccoli reati (come lo spaccio, le rapine, la custodia delle armi delle altre batterie), ma ha già le idee chiare.
Ovvero diventare il Re di Roma e unire in una sola banda tutte le batterie disunite che si fanno pure la guerra tra di loro.
Ma, a sbarrare il suo sogno, ci sono due problemi: per essere Re serve essere rispettati, e servono i soldi.
Ma il Libanese ha voglia di imparare in fretta le regole del comando: in carcere (per una storia di armi) riesce a diventare amico di un piccolo boss della Camorra, un luogotenete di Cutolo, Pasquale 'o Miracolo, che gli propone di entrare un grosso affare di droga.
Peccato che servano 300 milioni, per entrare: troppi per il Libanese e la sua batteria (Scrocchiazeppi, Dandi, Bufalo).
Dopo una lite fuori un locale, Libano incontra Giada, una ragazza della Roma bene: di sinistra, in lotta contro sistema e celerini, ovviamente piena di soldi.
Non potrebbe esserci nulla di più diverso tra i due, ma lo stesso nasce uan relazione, tra il borgataro col giubbotto di pelle, cresciuto con la legge della strada e del cortello, e la ragazza che bazzica i collettivi e predica la rivoluzione.
Giada vuole cambiare il mondo, e vorrebbe cambiare anche il Libanese, o quantomeno usare la sua violenza per la rivoluzione.
Libano ha altri obiettivi: la ragazza lo attrae, ma lo attraggono anche i suoi amici ricchi, come l'Artista (un pittore col vizio della droga), o Sandro, un ragazzo timido figlio di un commendatore ....
Non tutti i sogni arriveranno a buon fine: perchè non si può fare la rivoluzione coi soldi di papà e nemmeno pensare di educare uno come il Libanese.
Che dovrà aspettare prima di fare le scarpe al Terribile.
«La vita ricominciava. Perché la vita o è tutto o è niente, Libano».
L'incoronazione del Re di Roma può ancora aspettare:
Rientrò in casa. giada dormiva. Un ricciolo ribelle si agitava, scosso dal suo respiro regolare.
E' il momento di decidere, Libano.
Una vita così ...
All'improvviso si sentì prigioniero.
Giada gli aveva tessuto tutt'intorno una ragnatela micidiale.
Una ragnatela di passione. Di perdizione.
Doveva andarsene di lì, e subito.
Meglio morire sulla strada che sul divano.
[pagina 129]
Il primo capitolo del libro (da einaudi).
La scheda al libro sul sito di Einaudi.
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