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Iran: le “dissidenti” India e Cina giocano la carta diplomatica

Creato il 10 febbraio 2012 da Worldobserver @W_ObserverNews

Pubblicato da Lello Stelletti il 10 febbraio 2012 · 2 commenti 

Iran: le “dissidenti” India e Cina giocano la carta diplomatica

Una foto del vertice tra India e Unione europea. Da sinistra, il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, il premier indiano, Manmohan Singh, e il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso

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La possibilità di ripristinare dei colloqui diplomatici sulla questione nucleare iraniana resta un punto fermo al quale l’Unione europea non vuole rinunciare. Per questo motivo, il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha chiesto ufficialmente all’India di utilizzare i suoi buoni rapporti con l’Iran per riaprire un tavolo di trattative. A riferire la notizia è l’emittente indiana, Ndtv, presente durante il vertice India-Ue incentrato sul tema della cooperazione. Van Rompuy ha dichiarato che avrebbe utilizzato “il pranzo in programma per illustrare ai nostri interlocutori indiani le preoccupazioni che abbiamo al riguardo, per chiedere un loro intervento”. Nonostante l’esistenza di un embargo petrolifero nei confronti della Repubblica Islamica, New Delhi continua a importare grandi quantità di greggio iraniano per ragioni strategiche e funzionali alla sua economia in crescita.

Dopo gli incontri istituzionali con il governo indiano, il presidente del Consiglio europeo ha partecipato a una conferenza con la comunità diplomatica indiana e internazionale. “Senza un’enorme pressione l’Iran non tornerà al tavolo dei negoziati”, per questo “abbiamo bisogno di imporre più sanzioni”. Van Rompuy ha confermato che l’Iran è stato il tema centrale delle discussioni con il premier indiano, Manmohan Singh: “Il primo ministro mi ha ribadito la posizione dell’India che è contro le sanzioni in quanto creano sofferenza per la popolazione, ma io ho ricordato che in alcuni casi, come quello del Sudafrica, le sanzioni hanno avuto successo”. Van Rompuy ha concluso sentenziando che oggi “l’Iran rappresenta il Paese più pericoloso del mondo” e per questa ragione la comunità internazionale osserva con grande preoccupazione il suo programma nucleare.

Anche la Cina, intanto, ha espresso il desiderio di lavorare con le parti in causa per facilitare e mediare una ripresa del dialogo tra Teheran e il gruppo del 5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania). A renderlo noto è stato, nel corso di una conferenza stampa, il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Liu Weimin. A conferma di questa posizione, Ma Zhaoxu, funzionario diplomatico di Pechino, si recherà in Iran il 12 e 13 febbraio per discutere della questione nucleare. L’invito giunge dal vice segretario del supremo consiglio di sicurezza nazionale iraniano, Ali Baqeri. Secondo Liu Weimin, “il dialogo e la cooperazione siano la strada corretta per risolvere la questione nucleare iraniana”, a conferma della posizione anti-sanzioni già manifestata dai cinesi: “La Cina è impegnata a incoraggiare negoziati” ha assicurato il portavoce.

Un altro punto importante, secondo la diplomazia cinese, sarebbe un reset delle relazioni tra l’Iran e l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Aiea. Proprio per il 20 febbraio, infatti, è attesa la nuova missione di monitoraggio inviata dall’Agenzia delle Nazioni Unite. Si tratta della seconda delegazione dell’Aiea sul territorio iraniano dopo quella tenutosi dal 29 al 31 gennaio scorso. Il leader della missione, Herman Nackaerts, ha sottolineato come la prima visita abbia avuto un esito positivo, anche  se “resta ancora molto lavoro da fare”. Troppo poche, per ora, sono le informazioni trapelate dagli incontri tra gli ispettori e le autorità iraniane.

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