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ISEE e fasce contributive. Unito: che cosa cambia rispetto a prima?

Creato il 30 gennaio 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

L’Università di Torino ha annunciato ufficialmente nei giorni scorsi la proroga della data di scadenza dell’inserimento nelle fasce contributive. La questione ha generato – e tuttora genera – vari problemi nel mondo studentesco, incomprensioni con i CAF, confusione per quanto riguarda le date di scadenza, la modulistica da presentare, il modello ISEE a cui rifarsi, poichè le informazioni passate non sono state da principio chiare e coincise.

Fasce contributive: com’era prima

Fino all’anno passato, il pagamento della seconda tassa universitaria per tutte le facoltà di Unito era preceduto dall’inserimento, nel periodo di dicembre e gennaio, del proprio ISEE o ISEEU nell’apposita sezione del sito universitario. Calcolando dunque tre fasce di reddito, venivano organizzate tre corrispondenti fasce di tasse a seconda delle quali variava l’importo.

La data di scadenza di quest’anno per l’inserimento nelle fasce contributive sarebbe dovuta essere venerdì 30 gennaio, e fino all’ultimo non ci sono state da parte dell’Università notizie ufficiali per quanto riguardasse una proroga. Le comunicazioni in merito erano ufficiose, figlie più di chiacchiere tra studenti e di “spifferate”. Dunque, l’argomento era confuso e generava problemi tra studenti, CAF e segreterie, fino a quando nei giorni scorsi un avviso su Unito ha chiarito la questione ufficializzando la proroga dell’inserimento fino al 16 marzo 2015 senza applicazione dell’indennità di mora – ossia senza l’aggiunta di 100 euro per l’autocertificazione tardiva – e dal 17 marzo al 15 aprile la possibilità di presentare l’autocertificazione dovendo aggiungere la mora.

Fasce contributive: come si calcolano adesso

Le fasce di reddito saranno quattro: la minima, per chi presenta un ISEE minore di 11.000 € annuali, che permette di non pagare la seconda tassa; la seconda, una fascia che va da un reddito di 11.000,01 € a 50.000 € annuali, per cui il valore della tassa è calcolato secondo l’operazione matematica: (ISEE x 0,025563853 + 43,7973646) – 325,00; un’ulteriore fascia che varia da un reddito di 50.000,01 € a 85.000 € annuali, e per calcolare il valore dell’importo della tassa si usa l’operazione (ISEE x 0,03400001 – 378,000826) – 325,00; e un’ultima fascia, per chi ha un reddito maggiore di 85.000 € annui, per cui il valore obbligatorio dell’importo della tassa è di 2.187 €.

Le differenze sostanziali nel nuovo calcolo dell’ISEE sono i controlli più serrati nel reddito. Secondo quanto sostenuto nel sito QuiFinanza, la Commissione Bilancio della Camera ha infatti approvato un emendamento del Disegno di Legge di Stabilità per cui vengono inseriti nel proprio ISEE anche i dati dei conti correnti, e verranno valutati i conti bancari secondo il valore di giacenza annuo. Questo perchè nel corso degli anni sono stati numerosi i casi di soggetti che dichiaravano un’importo del redditto basso in modo da pagare poco, o nulla, della seconda tassa: i cosiddetti “finti poveri”. Il nuovo modello di ISEE si propone, al contrario, di valutare in maniera più concreta e serrata la situazione economica familiare, permettendo l’accesso alle agevolazioni solo a chi ne ha davvero bisogno. Se da una parte però c’è un controllo decisamente più intenso, dall’altra c’è una nuova attenzione, prima soltanto marginale, alle famiglie numerose e alle persone portatrici di disabilità.

La modulistica del nuovo modello ISEE sta raggiungendo tutti i centri CAF convenzionati e i commercialisti, sebbene per quest’anno sia possibile utilizzare il modello passato sulla base del reddito dell’anno scorso purchè non sia scaduta. Nel caso in cui l’autocertificazione utilizzata sia scaduta o, peggio, rilevi un valore giudicato inveritiero, lo studente sarà chiamato a pagare l’importo della fascia massima di tassa, ossia 2.187€.

Tags:CAF,fasce contributive,ISEE,ISEEU,torino,unito,università

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