Non ci credete? Allora guardate un po’ quello che aveva scritto Dragor il lontano 23 agosto, quando si è cominciato a parlare dei nuovi colloqui israelo-palestinesi per rilanciare il progresso di pace che si dovrebbe concludere con la costituzione di uno Stato palestinese: “E stavolta credete che l’incontro avvierà realmente un processo di pace che si concluderà con la nascita di uno Stato palestinese? Nemmeno per sogno, andrà a finire come il dopo Rabin-Arafat se non peggio. Nei prossimi giorni aspettatevi minacce, intifade, tiri di razzi, kamikaze, rappresaglie cruente e il processo di pace andrà a puttane. Sarà così finché i palestinesi non si rivolteranno contro la dittatura di Hamas e non spelleranno vivi quei delinquenti che gli impediscono di avere uno Stato. Ricordate, Journal Intime vi dice oggi quello che accadrà domani.”
Abu Mazen, il presidente dell’Autorità Palestinese, si è dichiarato d’accordo per negoziare. Ma Hamas, quella minoranza islamista manovrata dall’Iran che ha preso Gaza in ostaggio con una sanguinosa guerra civile proclamando una delle più feroci dittature della storia, ha dichiarato che si opporrà con una lotta totale. Perché a quei bigotti non importa un fico secco costruire uno Stato palestinese, gli interessa soltanto distruggere lo Stato d’Israele, cosa che sarebbe impossibile con un processo di pace comprendente il riconoscimento d’Israele. E’ una storia che dura dagli anni Venti, con decine di negoziati sabotati uno dopo l’altro fra cui quello di Camp David 2000 che accoglieva quasi integralmente le richieste territoriali palestinesi. Per questi gli israeliani hanno il loro Stato e i palestinesi no.
COM VOLEVASI DIMOSTRARE. A questo punto la comunità internazionale dovrebbe denunciare Hamas come il principale ostacolo sulla via della pace in Medio Oriente. Non dimentichiamolo, quella è gente che durante la guerra non ha esitato di allearsi con Hitler. Invece molti europei ripetono come pappagalli la propaganda di Hamas come se fosse la verità ufficiale: Israele occupa una terra che non gli appartiene, Israele ha rubato la terra ai palestinesi, Israele non ha nessuna volontà di negoziare, Israele non intende cedere i territori conquistati, eccetera. Quando capiranno che così rendono un pessimo servizio agli stessi palestinesi, che ne hanno abbastanza di queste frottole e aspettano soltanto di avere il loro Stato? Al contrario, l’Europa dovrebbe aiutarli a sbarazzarsi di Hamas e del giogo iraniano.
Qualcuno dirà: ma anche in Israele ci sono dei bigotti che non vogliono il negoziato. Sicuro, sono quei tizi che si vedono a Gerusalemme o in certe colonie (a Tel Aviv non mettono piede perché per loro è peggio di Gomorra) vestiti da jettatori napoletani, con barboni da clochard, lunghe trecce da Comanches e cappellacci neri da quakkero qualche volta sostituiti da ridicoli colbacchi di pelo o ancora più ridicole scatole con dentro la Torah, che oscillano come metronomi biascicando incomprensibili filastrocche e sbattendo la testa contro il muro oppure soffiano dentro ridicole vuvuzelas contorte cacciando orrendi muggiti da vacca con le doglie del parto. Questi spaventapasseri sono contrari al processo di pace, sicuro. Se fosse per loro, i palestinesi dovrebbero essere sterminati. Ma come paese democratico capace di tutelare la volontà della maggioranza e soprattutto laico (il 70 per cento degli israeliani dichiara di non professare alcuna religione), Israele sa come impedirgli d’interferire con i negoziati. Non dimentichiamo che, per smantellare le colonie abusive, Sharon li ha presi a cannonate. Le minoranze bigotte si trattano così e i palestinesi dovrebbero fare lo stesso con le loro.
Invece non soltanto fanno un bel niente, ma si lasciano mettere sotto con il beneplacito di mezzo mondo. Ecco perché, come ho scritto, il processo di pace andrà a puttane. Forse non ci crederete, ma qualche volta mi piacerebbe sbagliarmi.
Dragor