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It's a Barbie world?

Creato il 26 agosto 2013 da Hermosa @DeOrnatuMulieru
Lo scorso sabato in un botta e risposta su Facebook ho promesso ad alcune di voi di raccontarvi come ho avuto la mia prima Barbie. Eccomi a onorare la parola data.A casa mia non sono mai esistiti giochi "da ragazza" e "da ragazzo". La vera preoccupazione era il modello che alcuni giochi potevano, più o meno involontariamente, trasmettere. 
Non dico che avessi soltanto quei tristissimissimi giochi educativi che arrivavano dall' allora oltre cortina sovietica -li avevo, ma non in maniera esclusiva- ma a dispetto dei miei strepiti non ho avuto il Dolce Forno per giocare a fare la massaia ...e infatti ho imparato a cucinare ben oltre i 30 anni. 
Negarmi una Barbie peró sarebbe stato davvero troppo complicato: tutte ne avevano almeno una. E mia madre aveva visto (me lo racconta sempre) i figli dei loro amici - loro sì, avevano solo i giochi tristerrimi- sbavare sui nostri di giochi. Capì allora che la Barbie era un modello con cui fare i conti, e lasciò che entrasse in casa.   It's a Barbie world?
Ma la bambola dalle misure più irreali del mondo aveva vinto solo una battaglia, non la guerra. 
Iniziò così una lunga campagna di contro-informazione: che le donne vere non erano così, che non si poteva avere una vita reale occupandosi solo di vestiti e scampagnate, che la Barbie non aveva nemmeno un lavoro e che un lavoro e l'autonomia economica per una donna sono fondamentali. 
La vostra Hermosa un giorno, nel tentativo infantile di difendere quella che all'epoca le sembrava solo una bambola, arrivó tutta felice da sua madre pensando di aver risolto tutto. Vi riporto il dialogo così come lo ricordo, parola per parola:
Io: "Mamma, mamma, la mia Barbie ha un lavoro, non è piú dipendente dallo stipendio del marito" (sì, avevo meno di 10 anni, ma certi meccanismi non mi sfuggivano nemmeno allora)  
Mia Madre: "Bene! E che lavoro fa?"
Io: "La modella" (vedi sopra)
Mia Madre, con espressione di sdegno: "Quello non è un vero lavoro"*
Io: "...."
*vi ricordo che stiamo parlando dei primissimi anni 80. Gli anni delle top model etc etc erano di là da venire.Poi divenne, con l'approvazione di mia madre, insegnante. 
It's a Barbie world?
E da allora ho avuto mille mila Barbie, la casa, il camper e credo anche la piscina. Aveva piú scarpe lei che Imelda Marcos. Niente mi è stato negato. 
A distanza di anni, però, i giochi che ricordo con piú piacere sono le costruzioni (ne avevo una con un castello rosa e viola bellissima. E' andata distrutta, perchè ci ho giocato davvero; non è stata messa sotto vetro per conservarla. Per fortuna) e alcuni peluche. A dirla tutta, non ricordo nemmeno di averci giocato con la Barbie.
Se penso a lei, l'unica cosa che mi viene in mente è che volevo sempre un accessorio nuovo e diverso, una continua smania di acquisto. E che il suo pseudofidanzato faceva il saluto nazista, e non ho mai capito perchè. Il che, credo, la dice lunghissima....
Nonostante tutto, sono immensamente grata a mia madre: non tanto per avermi comprato una Barbie quanto, e soprattutto, per avermi insegnato a guardare oltre i glitter    

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