Italia-Germania è un caso limite ancora oggi allo studio della comunità scientifica internazionale. La storia è cominciata insieme alla storia del mondo, e va avanti ancora oggi: la Germania non ha mai vinto contro l’Italia. Neanche per sbaglio. Da sempre è superiore in ogni aspetto e da sempre perde miseramente. La distribuzione dei risultati di Italia-Germania non rispetta nessuna statistica conosciuta. Non rispetta neanche i modi di dire: “non può piovere per sempre”, ma quando c’è Italia-Germania piove senza mai smettere, da Berlino a Monaco di Baviera.
La Germania nasce con l’annessione al Sacro Romano Impero, prima di allora la popolazione era composta da sole patate. Nei campionati imperiali di calcio, torneo tra gli stati dell’impero romano, la Germania arrivava sempre in finale. Dall’altra parte però c’era l’Italia, guidata da Giulio Cesare, portiere, capitano e allenatore: i tedeschi provarono pure ad accoltellarlo, ma mai riuscirono a vincere. Nel medioevo arrivò il tempo della riscossa: Martin Lutero non consumò solo il grande scisma dalla chiesa, mise su anche la squadra del suo oratorio protestante. Erano più forti, più intelligenti (rispetto ai cristiani non ci voleva molto), più motivati. La squadra italiana era però allenata da Machiavelli. Ai campionati medioevali di calcio erano sempre bastonate per la Germania luterana.
Dopo la Rivoluzione Francese, con Robespierre capocannoniere e la Francia campione del mondo civilizzato, Otto von Bismarck decise che era tempo di vendicare la Germania. Erano però gli anni in cui Mameli componeva il primo inno di Italia, sostituito oggi da una canzone degli White Stripes. Per i teutonici non ci fu scampo, ai mondiali della rivoluzione industriale l’Italia vinse 2-0 in seminifinale contro la Germania, gol di Crispi e Giolitti.
Prima guerra mondiale. “Perderemo sul campo, ma vinceremo con i carri armati!” Questo il pensiero tedesco, generato da anni e anni di sconfitte. Niente da fare però, la guerra la persero miseramente. Poco dopo nacquero i campionati mondiali di calcio, l’Italia li vinse nel 1934 e nel 1938. Queste vittorie furono la vera scintilla della seconda guerra mondiale, scatenata, guarda un po’, ancora dalla Germania nel 1939. I tedeschi arrivarono ad occupare l’Italia. Finì come al solito: disfatta senza pietà.
Il mondo cerca di cancellare l’orrore di due conflitti mondiali, arriva il boom economico e i popoli si appassionano allo sport. C’è la televisione a colori quando nel 1970 si gioca ancora Italia-Germania, semifinale dei mondiali. Pareggio dopo i tempi regolamentari, si va ai supplementari. Finisce 4-3, in un susseguirsi di emozioni. Fu definita “la partita del secolo”, e i tedeschi, tanto per cambiare, la persero. Nel 1982 l’incontro tra Italia e Germania è invece in finale: urlo di Tardelli, braccia al cielo di Pertini, e auf wiedersehen un’altra volta. L’occasione per la rivincita arriva nel 2006: mondiali di calcio in Germania. Padroni di casa in semifinale ancora con l’Italia. Il calcio italiano era nel momento più basso della sua storia, dopo lo scandalo calciopoli. Come al solito Italia zimbello d’europa, ma come al solito vincitrice sui poveri tedesconi: il giustiziere fu un anonimo terzino abruzzese, Fabio Grosso.
Bandiera tedesca e bandiera del Pd
Domani si replica ancora questa strana sfida. I tedeschi, sfiancati da secoli di sconfitte, non si presenteranno neanche in campo. Mario Gomez è già in vacanza al lago di Garda, Muller è a Riccione e Mezut Ozil in campeggio all’isola d’Elba. La sconfitta tedesca è talmente certa che questa mattina, in un palazzo di pisa, la bandiera della Germania era esposta vicino a quella del Pd (vedi foto). L’unica speranza teutonica, oltre al ricatto economico sul debito pubblico italiano da ripianare, sta in Gigi Buffon: la vittoria tedesca è quotata 100 a 1 dagli scommettitori. Se il portierone italiano cederà al suo vizietto, per la prima volta in migliaia di anni i mangiapatate potrebbero vincere.