Sul tema della corruzione servono “risposte strutturali” e una svolta culturale: chi e’ stato condannato deve rimanere alla larga dagli uffici pubblici.
(focusitaly.net)
Matteo Renzi, nel suo intervento a “La Repubblica delle idee” parla a lungo della vicenda Mose e dello scandalo legato all’Expo di Milano e annuncia per venerdì prossimo un provvedimento su misura. “Chi volesse negare una evidente responsabilità della politica” nella vicenda del Mose “sarebbe fuori dalla storia. Anche nella mia parte politica”, dice rispondento al direttore di Repubblica, Ezio Mauro, davanti alla platea del San Carlo di Napoli. La corruzione, insiste, “riguarda tutte le parti politiche, riguarda anche il Pd e il centrosinistra”.
Il caso di Venezia, spiega il premier, “è ancora peggio degli altri perché riguarda alcuni magistrati, alcuni finanzieri”, sono coinvolte persone che “rappresentano non solo i ladri, ma anche le guardie”. La risposta che si deve dare “deve essere strutturale e culturale. Non usciamo dalla crisi semplicemente con provvedimenti spot” serve “una scommessa educativa”. Devono cambiare anche le varie autorità “che in anni di funzionamento hanno visto aumentare i dipendenti e le indennità ma non si sono accorte” di quello che stava accedendo. Per questo venerdì il Governo, annuncia, “varerà un provvedimento ad hoc che recuperi lo spirito delle raccomandazioni della Commissione europea”. Norme “per incidere sia sulla vigilanza che sulle procedure”. Nel pacchetto della riforma della giustizia, deve essere inoltre chiaro il principio della certezza della pena: “Chi ha violato la legge non deve poter mettere piede in un ufficio pubblico se non per fare un certificato. Questa è la rivoluzione di cui abbiamo bisogno. E’ arrivato il momento di cambiare pagina e su questo mi gioco la credibilità – conclude Renzi -. Sono convinto che l’Italia perbene, che è decisamente in maggioranza, sia pronta dire basta”.
Per combattere la corruzione il presidente del Senato Piero Grasso indica “una soluzione”, “si tratta – dice – di avere la concorde volontà politica di attuarla, peraltro secondo le indicazioni a livello europeo e internazionale: basta inserire i reati di corruzione tra quelli di competenza delle direzioni distrettuali antimafia. Ma si può – sostiente Grasso – fare anche di più: inserire un codicillo che blocchi, da subito e per sempre, ogni tipo di vitalizio per i politici condannati per reati di mafia e di corruzione, estendere la decadenza e la incandidabilità ai parlamentari senza alcun limite, così come per i sindaci ed i consiglieri regionali”. Secondo Grasso “i recenti fatti ci hanno dimostrato che il malcostume è diffuso in tutto il paese, ad ogni livello, e che è necessario un impegno preventivo e repressivo mai messo in pratica finora” contro la corruzione, ha spiegato il presidente del Senato, secondo il quale vanno tolti “da subito e per sempre i vitalizi ai politici condannati per mafia e corruzione”.
Tolleranza zero nei confronti di corruttori o di qualunque tipo di corruzione: lo ribadisce anche il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. “Confindustria non può e non deve avere nessun tipo di tolleranza verso chi imbocca scorciatoie” ha detto Squinzi, il quale ha garantito che l’Associazione stroncherà qualsiasi fenomeno di corruzione “senza sconti e con determinazione totale, anche nell’interesse delle aziende”.
(agi.it)