L'Italia è un Paese ricco di risorse idriche. Lo dimostra il fatto che ogni giorno scopriamo l'acqua calda.
L'ultima puntata della saga dei rabdomanti nostrani sta andando in onda in questi giorni su tutti i media italiani (web compreso naturalmente). Il titolo, davvero intrigante, potrebbe essere Dietro Grillo c'è quel figlio di puttana di Casaleggio e garantirebbe uno share di assoluto prestigio. Senonchè un giorno Umberto Eco sentenziò: Il titolo di un racconto non dovrebbe mai rivelarne i contenuti, riferendosi alla scelta fatta per il suo primo romanzo giallo Il nome della Rosa.E allora sarebbe forse meglio intitolare la puntata Casaleggio? Chi era costui?. In fondo ogni Italiano che si rispetti assomiglia a don Abbondio. Il povero Alessandro Manzoni è però sicuramente stanco di vedersi tirare in ballo solo e soltanto per vicende che nulla hanno a che fare con la letteratura alta. Lasciamolo riposare in pace, dunque, ed evitiamogli pericolose piroette nella tomba.
Facciamo così: chiamiamola Rabdomanti per vocazione e non se ne parli più.
La trama non offre spunti di rilievo - trattasi appunto di acqua calda - eppure avvince e convince.
Un tempo si diceva che dietro ogni grande uomo c'è sempre una grande donna. Oggi non lo si dice più perché fortunatamente le due parti si sono quasi invertite. Più moderno e convincente appare il detto: dietro ogni leader c'è un figlio di puttana - o meglio ancora - un demonio del web.
Obama non ha forse costruito la sua rapida ascesa politica grazie ad una spectre di professionisti della rete? Senza di essa sarebbe rimasto a ballare e giocare a basket e a poker. Questa è una verità assoluta che tanto abbiamo apprezzato in occasione delle ultime presidenziali americane. I giornali di sinistra hanno tessuto le lodi di questo nuovo modello politico-informatico senza risparmiare aggettivi ed entusiasmo. Ricordo perfettamente che la locuzione più usata era La rivoluzione di Obama, con riferimento non tanto ai programmi del buon Barack quanto appunto all'uso sapiente della rete.
Ora, io non penso che qualcuno abbia mai potuto credere che Obama avesse fatto tutto da solo o col semplice aiuto di qualche Spennacchiotto sedicenne (gli adolescenti sono imbattibili nelle tecniche informatiche). Tutti abbiamo sempre saputo ed accettato che la macchina da voti infernale scatenata sull'elettorato americano avesse dimensioni e potere economico sufficienti a comprare in un baleno una piccola nazione con annessi e connessi.
State un po' a sentire adesso i numeri della spectre casaleggiana: nel 2007 ha chiuso il bilancio con un fatturato di 2,4 milioni e un utile di 668 mila euro. Nel 2008 l’attivo è salito a 807 mila, per flettere nel 2009 e nel 2010 (rispettivamente a 584 mila e 447 mila).
Che numeri sono questi se paragonati a quelli dei poteri di sostegno ad Obama? E a quelli di Telecom che sta dietro al partito di Repubblica?
Non voglio neanche commentarli perchè devo spendere due parole sul caso Favia.
Il ragazzo è al termine del suo secondo mandato. Il Movimento 5 stelle è intransigente sul principio del NO al terzo mandato. Favia va a La7 e finge di non accorgersi di essere ripreso "voce e audio". Spara a zero su Casaleggio aprendosi un varco nella smandrappata tela del PD.
Che dio mi fulmini se mi sbaglio!
Scommettiamo?
Magazine Cultura
L'Italia è un Paese ricco di risorse idriche. Lo dimostra il fatto che ogni giorno scopriamo l'acqua calda.
L'ultima puntata della saga dei rabdomanti nostrani sta andando in onda in questi giorni su tutti i media italiani (web compreso naturalmente). Il titolo, davvero intrigante, potrebbe essere Dietro Grillo c'è quel figlio di puttana di Casaleggio e garantirebbe uno share di assoluto prestigio. Senonchè un giorno Umberto Eco sentenziò: Il titolo di un racconto non dovrebbe mai rivelarne i contenuti, riferendosi alla scelta fatta per il suo primo romanzo giallo Il nome della Rosa.E allora sarebbe forse meglio intitolare la puntata Casaleggio? Chi era costui?. In fondo ogni Italiano che si rispetti assomiglia a don Abbondio. Il povero Alessandro Manzoni è però sicuramente stanco di vedersi tirare in ballo solo e soltanto per vicende che nulla hanno a che fare con la letteratura alta. Lasciamolo riposare in pace, dunque, ed evitiamogli pericolose piroette nella tomba.
Facciamo così: chiamiamola Rabdomanti per vocazione e non se ne parli più.
La trama non offre spunti di rilievo - trattasi appunto di acqua calda - eppure avvince e convince.
Un tempo si diceva che dietro ogni grande uomo c'è sempre una grande donna. Oggi non lo si dice più perché fortunatamente le due parti si sono quasi invertite. Più moderno e convincente appare il detto: dietro ogni leader c'è un figlio di puttana - o meglio ancora - un demonio del web.
Obama non ha forse costruito la sua rapida ascesa politica grazie ad una spectre di professionisti della rete? Senza di essa sarebbe rimasto a ballare e giocare a basket e a poker. Questa è una verità assoluta che tanto abbiamo apprezzato in occasione delle ultime presidenziali americane. I giornali di sinistra hanno tessuto le lodi di questo nuovo modello politico-informatico senza risparmiare aggettivi ed entusiasmo. Ricordo perfettamente che la locuzione più usata era La rivoluzione di Obama, con riferimento non tanto ai programmi del buon Barack quanto appunto all'uso sapiente della rete.
Ora, io non penso che qualcuno abbia mai potuto credere che Obama avesse fatto tutto da solo o col semplice aiuto di qualche Spennacchiotto sedicenne (gli adolescenti sono imbattibili nelle tecniche informatiche). Tutti abbiamo sempre saputo ed accettato che la macchina da voti infernale scatenata sull'elettorato americano avesse dimensioni e potere economico sufficienti a comprare in un baleno una piccola nazione con annessi e connessi.
State un po' a sentire adesso i numeri della spectre casaleggiana: nel 2007 ha chiuso il bilancio con un fatturato di 2,4 milioni e un utile di 668 mila euro. Nel 2008 l’attivo è salito a 807 mila, per flettere nel 2009 e nel 2010 (rispettivamente a 584 mila e 447 mila).
Che numeri sono questi se paragonati a quelli dei poteri di sostegno ad Obama? E a quelli di Telecom che sta dietro al partito di Repubblica?
Non voglio neanche commentarli perchè devo spendere due parole sul caso Favia.
Il ragazzo è al termine del suo secondo mandato. Il Movimento 5 stelle è intransigente sul principio del NO al terzo mandato. Favia va a La7 e finge di non accorgersi di essere ripreso "voce e audio". Spara a zero su Casaleggio aprendosi un varco nella smandrappata tela del PD.
Che dio mi fulmini se mi sbaglio!
Scommettiamo?
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