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Italicum, ecco la nuova legge elettorale

Creato il 06 maggio 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Un’Aula semideserta, a causa dell’uscita delle opposizioni, ha visto lunedì l’approvazione dell’Italicum. Il testo, fortemente voluto dal governo Renzi, sostituisce il Mattarellum finora in vigore e segna un ritorno al sistema proprorzionale.

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Photo credit: Alessandro Capotondi / Source / CC BY-SA

La nuova legge elettorale, già approvata dal Senato il 27 gennaio scorso, è stata varata con 334 voti a favore, 4 astenuti e 61 contrari. Come preannunciato, le opposizioni non hanno partecipato alla votazione: dopo aver formalizzato la richiesta di voto segreto Forza Italia, Lega, FdI e Cinque Stelle sono usciti in Transatlantico durante la dichiarazione di voto del vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini. Spaccata la minoranza interna al Pd: oltre ai 60 voti contrari ci sono state diverse astensioni e alcuni esponenti non hanno nemmeno partecipato al voto. L’Italicum è “un cambiamento regressivo, come lo è stato l’intervento sul lavoro e rischia di esserlo l’intervento sulla scuola”, ha commentato il dissidente Fassina prima del voto. “Il dato politico sia sull’approvazione della legge sia sulle dimensioni del dissenso è non poco rilevante”, ha chiosato invece a margine delle votazione l’ex segretario del Pd, Bersani.

Le opposizioni all’attacco di Renzi e dell’Italicum

Anche all’interno di FI ci sono state fibrillazioni, con il confronto tra i sostenitori dell’Aventino e i “verdiniani”, fautori di una linea più morbida. A prevalere stata la linea dettata dal capogruppo azzurro in Senato, Brunetta: uscita dall’Aula e opposizione ad oltranza anche al di fuori di Montecitorio: “al presidente della Repubblica chiediamo di riflettere prima di firmare questa legge. Altrimenti promuoveremo un referendum abrogativo”. L’ex ministro non concede l’onore delle armi al Governo: “è soltanto una vittoria di Pirro. Con questi voti al Senato la riforma costituzionale non passerà mai e se non passa questa riforma della legge elettorale è incostituzionale”.

Si appellano a Mattarella anche i Cinque Stelle. “Chiediamo di non firmare quella legge che porta con se gli stessi principi di incostituzionalità che portava il Porcellum”, ha detto Danilo Toninelli, uomo del M5S per le riforme istituzionali, “è una scelta molto coraggiosa, ma che serve per il bene del Paese e per la nostra libertà”. Soddisfatto invece il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che aveva parlato dell’Italicum come di una precondizione per lo sviluppo economico: “la legge elettorale porta grande chiarezza: per cinque anni sarà chiaro il governo, chi vince”. “Il nostro Paese potrà finalmente essere punto di riferimento per la stabilità politica – ha spiegato il premier – è l’abc delle regole”.

1/Conoscere l’Italicum: Elettori e liste

Il nuovo sistema elettorale entrerà in vigore il 1° luglio 2016 e si applicherà soltanto alla Camera dei Deputati, visto che il Senato, nelle intenzioni del Governo, dovrebbe cessare di essere elettivo. Chi risiede all’estero da almeno tre mesi per studio, lavoro o salute potrà votare per corrispondenza. In linea di massima l’Italicum, versione pesantemente rivista del sistema spagnolo, sarà un proporzionale su base nazionale, che favorirà quindi i piccoli partiti con poco radicamento nelle realtà locali. Una soglia di sbarramento del 3% limiterà comunque il proliferare di gruppuscoli parlamentari, con una clausola a salvaguardia delle minoranze linguistiche (rappresentate se raccolgono almeno il 20% nella circoscrizione dove si presentano). I voti dei piccoli partiti all’interno di coalizioni contribuiranno al raggiungimento del premio di maggioranza, ma queste formazioni saranno escluse dalla ripartizione dei seggi bonus.

2/Conoscere l’Italicum: Candidati e “quote rosa”

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Photo credit: manelzaera / Foter / CC BY-SA

L’Italicum prevede la divisione del Paese in 20 circoscrizioni, all’interno delle quali si individueranno 100 collegi di voto, in media di circa 600mila abitanti. In ognuno di questi collegi verranno presentate dai partiti mini-liste di 6-7 candidati. Le liste rappresentano il vero punto dolente di questa legge, più volte criticato da opposizioni e minoranza Pd: il testo licenziato dall’Aula prevede che i capilista siano bloccati, e dunque eletti automaticamente in caso di vittoria nel seggio, mentre le preferenze subentrano dal secondo eletto in poi. Ogni elettore potrà indicare sulla scheda due nominativi.

Questo sistema rivoluzionerà i destini elettorali dei vari partiti in base alle loro dimensioni: mentre i movimenti più piccoli, che difficilmente eleggeranno più di un parlamentare in ogni circoscrizioni, porteranno in Parlamento il solo capolista, i partiti più grandi avranno una quota di rappresentanti eletti con le preferenze. I capilista, analogamente al Porcellum, potranno essere inseriti nelle liste in più di un collegio elettorale, fino a un massimo di 10. Soltanto Trentino Alto-Adige e Valle d’Aosta saranno escluse dal sistema proporzionale, e si voterà come in passato in nove collegi uninominali.

Un’altra questione spinosa che la legge affronta è la parità di genere nelle aule parlamentari. L’Italicum prevede che i candidati di ciascuna lista debbano essere presentati in ordine alternato per sesso, e che in ogni circoscrizione i capilista di un sesso non debbano essere superiori al 60% del totale. Le due preferenze, inoltre, dovranno essere relative a candidati di sesso diverso: in caso contrario la seconda sarà ritenuta nulla. Tutto ciò non garantirà automaticamente un parlamento più “rosa”: dipenderà molto dalla stesura delle liste e dal numero di preferenza che le donne riceveranno.

3/Conoscere l’Italicum: Premi e ballottaggi

L’obbiettivo dell’Italicum, nelle intenzioni del governo Renzi, è garantire la governabilità attraverso due strumenti: il premio di maggioranza ed il ballottaggio. Alla lista che otterrà almeno il 40% dei consensi saranno assegnati 340 seggi, ossia il 55% del Camera (escludendo il seggio valdostano e i 12 deputati eletti all’estero). Se nessun partito raggiungerà la soglia prefissata si organizzerà un secondo turno elettorale, cui accederanno le due liste più votate del primo turno. Il vincitore otterrà come premio di maggioranza il 53% dei seggi (327 deputati), mentre i partiti predenti si divideranno i seggi restanti in base alla percentuale di voti raccolti. A differenza delle elezioni comunali, non saranno possibili apparentamenti tra il primo e il secondo turno.

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