Italicum: Porcellum con occhiali, naso e baffi finti
Mercoledì 12 Marzo è stata approvata alla Camera la nuova legge elettorale, battezzata dai media italiani: Italicum.
Non si può dire che sia stata una passeggiata di salute per il claudicante Governo Renzi, che ha dovuto evacuare in gran fretta tutti i ministeri (tre ministri e venti vice) per poter impedire quella che, con ogni probabilità, sarebbe stata una Caporetto da cui difficilmente ne sarebbe uscito indenne. Per soli venti voti infatti (297 a 277), è stato respinto un emendamento, firmato da Gregorio Gitti (Popolari per l’Italia), il quale avrebbe introdotto le preferenze, schifate dal Cavaliere come la peste; con tanti saluti al patto Renzi-Berlusconi.
Celati nell’oscurità dell’anonimato, come in occasione dell’impallinazione di Prodi e della ridicola telenovela sulle quote rosa (solo in Italia si può proporre una legge che imponga la presenza femminile in Parlmento), numerosi deputati e deputate del PD hanno provato a sgambettare il loro stesso partito, convergendo sui voti di M5S, Sel e Lega.
I renziani intanto hanno fatto sapere che va tutto bene, come riferito dal buon Lorenzo Guerini: “ L’intesa ha tenuto”; contenti voi…
Effettivamente, andando a snocciolare tutte le “virtù” di questo Italicum, non si può che esser soddisfatti: nessuna traccia di preferenze, listini blindati e vale solo per la Camera. Se corri da solo e ottieni meno dell’8% sei fuori; ma se corri in coalizione e non arrivi almeno al 4,5% non solo vieni estromesso dal Parlamento, ma i tuoi voti vengono gentilmente donati al partito più grande. (Forse vedremo Vendola, La Russa, Salvini e Casini tornare finalmente a lavore).
Infine, premio di maggioranza con soglia al 37%, una delle più basse d’Europa.
Sostanzialemente, tutto il sudiciume del Porcellum bocciato dalla Consulta è ancora saldamente incrostato alle pareti di Montecitorio, mentre i buoni propositi e le promesse di Renzi, prima che assurgesse al ruolo di segretario PD, sono ormai un lontanissimo e sbiadito ricordo. Questa è vecchia scuola caro Renzi, vecchia scuola!
Non occorre una laurea in astrofisica per capire che questa legge elettorale non è altro che il Porcellum, riproposto in salsa barbecue, con occhiali, naso e baffi finti.
Ora la palla passa al Senato, dove la maggioranza è estremamente esigua, ma in compenso il voto è palese: questa volta chi “tradisce” avrà un nome ed un cognome.
Personalmente, spero saranno numerosi.
Ricevuto e pubblicato.