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Iusport spiega l’impatto delle operazioni straordinarie sul “titolo sportivo” della LND

Creato il 06 luglio 2014 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

E’ tempo di cambi di sede, fusioni e scissioni: dove va a finire il titolo sportivo? Istruzioni per l’uso. Per le società di LND è tempo di organizzarsi per la prossima stagione sportiva. Quindi ci possono essere modificazioni attorno alla società sportiva. L’ordinamento della FIGC prevede alcune di queste modificazioni e sancisce l’impossibilità di cedere il titolo sportivo.

CHE COS'E IL TITOLO SPORTIVO ? - Per rispondere a questa domanda dobbiamo partire dall'art. 52 delle Norme organizzative interne della federazione (“NOIF”): “Il titolo sportivo è il riconoscimento da parte della FIGC delle condizioni tecniche sportive che consentono, concorrendo gli altri requisiti delle norme federali, la partecipazione di una società ad un determinato Campionato.” Inoltre ll c.2 letto in combinato disposto con il già citato c.1 del medesimo articolo è la parte operativa e di maggior interesse di questo argomento, infatti si afferma: “In nessun caso il titolo sportivo può essere oggetto di valutazione economica o di cessione.”

 La ratio di questo istituto è così riassumibile: “il problema nasce dal fatto che il titolo sportivo di una società della Città Pinco possa essere liberamente ceduto ad una società della città Palla, cosa che avrebbe l'effetto “di sottrarre al “campanile” di una città i meriti sportivi conquistati o mantenuti dalla squadra ma che la tifoseria sente propri, per avere contribuito alla loro conquista con la propria partecipazione “emotiva” profusa sugli spalti.” Esemplifica, in maniera così illuminante la funzione del titolo sportivo l'Avv. E. Lubrano nel suo contributo scientifico dal titolo “Ammissione ai campionati di calcio e titolo sportivo: un sistema da rivedere?!”.

ANALISI DELLA NORMATIVA – Come già detto: il titolo sportivo è il riconoscimento da parte della FIGC (uno dei compiti di questo organo è quella di organizzare i campionati) delle condizioni tecniche sportive della possibilità di partecipare ad un determinato campionato. Tralasciando i problemi che riguardano le formazioni professionistiche mi soffermerei su quello che è stato specificato dalla giurisprudenza sopratutto nella sentenza del Tar Lazio Sez. ter del 22 settembre 2004, n. 9668 (Napoli/FIGC) in tema di definizione del titolo sportivo.

Prima di tutto come si può definire il titolo sportivo: “ il titolo sportivo è una qualità inerente alla posizione di status che questi riveste nei confronti e nell’ambito dell’organizzazione settoriale di cui fa parte”. Quindi possiamo capire come questo sia uno status della società sportiva nei confronti dell'ordinamento sportivo. Ed infatti la stessa sentenza affermava “il titolo sportivo, in altre e più semplici parole, inerisce al soggetto affiliato in sé, perché non solo ne descrive il merito e la capacità sportivi, ma soprattutto la sua partecipazione all’organizzazione e, quindi, è una delle qualità del rapporto associativo dell’affiliato con la F.I.G.C.”

Mentre in seconda analisi si parla di “condizioni tecniche sportive” per definire “il risultato tecnico-sportivo s’identifichi con le condizioni tecnico-sportive che determinano (…) il diritto al relativo riconoscimento è un bene immateriale appartenente, in modo personalissimo ed esclusivo, solo alla società sportiva che l’ha conquistato sul campo”. Così passa il concetto che il diritto di partecipare ad un campionato è possibile solo se conquistato sul campo. Il dato che afferma che il titolo sportivo è privo di valore economico è ribadito dal c. 2 definendo “il titolo sportivo è personalissimo nell’ambito dell’ordinamento sportivo”. Andando a sgombrare il campo da possibili dubbi interpretativi.

“CESSIONE DEL TITOLO SPORTIVO?” - Ma allora è così impossibile il “passaggio” del titolo sportivo? Perchè si parla di cessione del titolo sportivo? Diciamo subito che questo tipo di frasi sono erronee e qualcosa del genere non può coesistere all'interno dell'ordinamento giuridico sportivo.

Il titolo sportivo potrebbe passare da una società ad un altra secondo da quanto disposto dall'art. 52 c. 5 NOIF se vi fosse una fusione,  “alla nuova società o alla incorporante è attribuito il titolo superiore tra quelli riconosciuti alle società che hanno dato luogo alla fusione”. Anche la scissione puo' entrare in questo concetto: “il titolo sportivo della società scissa o della conferente è attribuito rispettivamente alla società derivante dalla scissione che prosegue l'attività sportiva ovvero alla conferitaria, fatto salvo quanto previsto in ambito dilettantistico dal comma 6 della medesima disposizione”. Queste tre possibilità devono essere comunicate entro una data prestabilita previa approvazione del Presidente Federale.

Anche un cambio di denominazione (art. 17 NOIF) insieme al mutamento della sede sociale (art. 18 NOIF) ed un cambiamento dell'impianto sportivo (art. 19 NOIF) possono essere un passaggio del titolo sportivo che scavalcano l'art. 52. Attenzione però che l'art. 19 NOIF afferma al c. 2 che: “L'impianto sportivo di cui al precedente comma 1) deve insistere sul territorio del Comune ove le società hanno la propria sede sociale. Su richiesta delle società, le Leghe, i Comitati e le Divisioni, in via eccezionale e per fondati motivi, possono autorizzare, secondo la rispettiva competenze, le medesime società a svolgere le loro attività in impianti diversi.” Sempre connesso a questa problematica vi è l'art. 19 c. 4 “Salvo deroga (…) non può essere considerato nella disponibilità di una società un impianto sportivo che sia già a disposizione di altra”.

TRASFERIRE IL TITOLO SPORTIVO - Potrebbe essere, pertanto, opportuna una revisione di tale normativa, nel senso di poter consentire la cessione del titolo sportivo a titolo oneroso da una società ad un’altra ma soltanto nell’ambito della stessa città, in tal modo si garantirebbero: da una parte gli interessi economici della società-azienda che cede il titolo e dall’altra parte gli interessi morali-sportivi delle tifoserie locali a non vedersi sottratto il proprio “bene emotivo domenicale”, Costituito dalla possibilità di continuare a seguire la squadra della propria città al livello agonistico conquistato sul campo.

 Sicuramente si dovrebbe ritenere trasferibile il titolo sportivo nel caso di cessione dell’intera azienda sportiva, in quanto esso risulta essere il primo, e il più importante, elemento (l’avviamento) dell’azienda (come evidenziato dal TAR Lazio con la sentenza n. 9668/2004, riportata alla nota n. 30): ne consegue che non risulta certamente condivisibile l’impostazione assunta dal TAR Lazio, Sezione Terza, con la sentenza 12 agosto 2005, n. 6174 (questione Como/FIGC) in base alla quale il titolo sportivo non risulterebbe oggetto di trasferimento in caso di cessione d’azienda (“il trasferimento di azienda non comporta, di per sé, anche la cessione del titolo sportivo, in quanto non rientrante nel complesso dei beni organizzati per l’esercizio dell’impresa, ai sensi del 2555 c.c.: ciò perché il titolo sportivo, ai sensi dell’art. 52, I co., della NOIF, costituisce una posizione di status inerente al soggetto affiliato, rilevante all’interno dell’organizzazione sportiva, sicchè esso esiste solamente nella misura in cui è riconosciuto dalla FIGC nel cui contesto il relativo valore è destinato ad esprimersi e realizzarsi, onde la relativa disciplina rende inapplicabile la disciplina civilistica del trasferimento d’azienda”).

[Articolo di Francesco Casarola, apparso su Iusport.it]


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