L’Italia si è svegliata il primo ottobre con l’IVA aumentata dell’1%. E che sarà mai?! Insomma, se il paese ne ha bisogno, noi cittadini dobbiamo prostrarci per il bene della comunità. Ben venga anche un IVA al 23% se porterà l’Italia ad uscire finalmente dalla crisi. Mh mh. Non è che non credo che questa scelta politica sia fatta con ingegno e lungimiranza, certo che ci credo. Il governo si è mostrato attento al futuro del paese fin dalla prima ora. È o non è il governo del fare? Questo aumento è dunque segno di una riflessione seria e servirà senz’altro a rilanciare l’economia.
Già! È facile, aumenta la benzina? Vai in bici o in autobus (Ah! Lo sciopero dei trasporti pubblici a Roma!). Rincarano le bollette di luce e gas? Bella cena a lume di candela (e barbecue per tutti). I beni di consumo sono più costosi? Ancora non ti sei fatto l’orto sul bancone?! Scusa, ma sei disoccupato, che cosa fai tutto il giorno a casa?
Scarpe, vino, birra, tv, radio e computer, mobili, giocattoli, detersivi e parrucchieri aumenteranno il loro prezzo. Si, è vero, ma pane, carne, pesce, latte, burro, frutta e ortaggi non sono soggetti all’aumento. Aspetta, certo. Ma io vivo in città e questi alimenti arrivano al supermercato tramite trasporti più costosi. Sempre a lamentarsi gli italiani. Come ci siamo adattati all’aumento dal 20% al 21% nel Settembre del 2011 ci abitueremo all’aumento al 22%. È un piccolo 1%. 1 non è un numero grande!
Il fatto è che gli effetti dell’aumento della benzina potrebbero comunque sentirsi su questi beni ai quali è riservata un’aliquota super ridotta del 4%.
Basta lamentarsi! L’Italia fa parte dell’Unione Europea e lo dobbiamo all’Europa ed ai nostri cugini più o meno lontani. L’aliquota in Italia è di 2,4 punti percentuali più alta rispetto alla Francia e di 3 punti rispetto alla Germania. La santa Germania!
Ma c’è qualcosa di positivo. Il fumo delle sigarette. Un articolo della bozza del provvedimento (quando si pensava ad un aumento dal 1° gennaio) disponeva una riduzione compensativa dell’aliquota di base dell’accisa sui tabacchi lavorati per evitare che l’aumento dell’IVA deprimesse un mercato già segnato dalla crisi. Fumati una bella sigaretta per rilassarti.
Le associazioni dei consumatori hanno calcolato che le ricadute per le famiglie andranno dai 100 euro (calcolati da Federdistribuzione), ai 200 euro (secondo i calcoli di Coop Italia). 207 euro è il rincaro calcolato da Federconsumatori e 349 euro l’anno quello previsto da Codacons (con un rialzo dei prezzi pari al +0,67%). L’aumento inoltre avrà un impatto sui consumi che, con molta probabilità (qualcuno oserebbe dire certezza), diminuiranno ancora. Il presidente della Codacons, Carlo Rienzi, ha dichiarato che in base allo loro stime gli acquisti delle famiglie registreranno una forte contrazione che potrà raggiungere quota -3% su base annua, producendo una vera e propria ecatombe nel settore del commercio con forte ricadute sul fronte occupazionale e sullo stato economico del paese.
Il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, ha avvertito che “l’aumento costerà in totale 1 miliardo di euro alle famiglie italiane, deprimendo l’economia. Le famiglie e le imprese italiane sono già stremate da una crisi senza precedenti“. Solo nel primo giorno, secondo la Coldiretti, l’aumento sembra essere costato alle famiglie circa 10 milioni di euro.
L’inflazione è ad un livello molto basso e come spiega il vicepresidente di Confesercenti Massimo Vivoli “Con l’inflazione a questi livelli anni fa avremmo fatto i salti di gioia”. Oggi, invece, segnala che i consumi sono in forte affanno.
Il ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, spiega che una soluzione per bloccare l’aumento ci sarebbe ancora: reperire 1 miliardo e mezzo lasciando l’Imu sulle abitazioni di lusso (di cui 500 milioni verrebbero utilizzati per rifinanziare la cassa integrazione). Questo consentirebbe ai consumi di aumentare almeno per le spese natalizie.
La buona notizia? La benzina aumenterà solo di 1,5 centesimi al litro invece dei 2 centesimi previsti in caso di rinvio dell’aumento dell’IVA. Infatti la bozza del decreto legge che avrebbe dovuto esaminare il Cdm venerdì scorso (prima di precipitare nella crisi) prevedeva un aumento maggiore nel prezzo del carburante a copertura del rinvio dell’aumento dell’aliquota. E c’è chi dice che le crisi fanno male.
Secondo Vivoli di Confersercenti l’importante è effettuare una manovra che rilanci la crescita al più presto “altrimenti l’Italia rischia di perdere il treno della ripresa”.
Il presidente dell’associazione dei commercianti ha aggiunto che “per agganciare la ripresa bisogna rilanciare la domanda interna, che vale l’80% del Pil tra investimenti e consumi” ed inoltre su un eventuale aumento della rimodulazione dell’aliquota ha avvertito che “se è un modo per nascondere l’aumento della pressione fiscale” non si trova d’accordo. “Sarebbe utile –conclude- sospendere l’aumento fino alla fine dell’anno e discuterne“.
Una cosa è certa, l’alta pressione fiscale presente nel nostro paese ci ricompensa con ottimi servizi, disse infine Pinocchio.
Fonti
http://www.unita.it/economia/iva-berlusconi-governo-letta-pagheremo-piu-benzina-tablet-pc-vino-scarpe-aumento-prezzi-tasse-rincar-1.524519
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