Magazine Diario personale
J. Krishnamurti: l'Intelligenza è pensare con la propria testa
Creato il 28 febbraio 2011 da ZioscribaJ. Krishnamurti
Lettere alle scuole
(Ubaldini Editore)
Forse il testo più accessibile e meno criptico fra quelli del geniale autore di Libertà dal conosciuto, cioè Jiddu Krishnamurti, l’anti-guru per eccellenza. Allevato in gran segreto da una Supersetta di “Illuminati” per rivelare al mondo le Verità Definitive, il giovane Krishnamurti mandò la setta a carte e quarantotto rivelando che, ovviamente, non c’era un beato cazzo da rivelare. E che nessun essere umano ha il diritto di ergersi a guida spirituale di altri esseri umani. L’autore sostiene che le tanto esaltate Tradizioni sono malefica, orrenda zavorra di cui liberarsi per poter cominciare finalmente a ricostruirci da zero, a pensare cose nuove. Che il nozionismo e l’erudizione sono roba da scimmiette ammaestrate. E che ideologie e religioni sono le due facce altrettanto odiose dello stesso sciocco e fetido inganno. Ma soprattutto ci spiega che l’Intelligenza ha sempre avuto ben poco a che vedere con le attitudini logico-analitiche che determinano il cosiddetto Q.I. (buone tutt’al più per diventare servi di lusso di qualche multinazionale dell’informatica militare). L’Intelligenza è, molto più semplicemente, saper pensare sempre e comunque con la propria testa. Liberi da ogni condizionamento. Se ci sembra una cosa facile è perché forse, in realtà, non ci abbiamo mai veramente provato.
pag 39: L’imitazione, o conformismo, è uno dei grandi fattori di corruzione della mente; il modello, l’eroe, il salvatore, il guru, è il fattore di corruzione più rovinoso. Il seguire, l’obbedire, il conformarsi, negano la libertà... Quindi l’autorità è corruzione.
pag 44: Non vi è alcuna tradizione buona o cattiva: vi è solo la tradizione, la vana ripetizione di rituali in ogni chiesa, tempio o moschea. Essi sono assolutamente privi di senso, ma l’emozione, il sentimento, il romanticismo, l’immaginazione gli donano colore e illusione. È la natura della superstizione e ogni prete al mondo la incoraggia.
pag 50: Il pensiero può essere il fattore principale della degenerazione della mente, mentre l’intuizione schiude la porta alla totalità dell’azione.
pag 56: Dio è disordine. Esaminate gli innumerevoli dèi che l’uomo ha inventato, o il dio unico, l’unico salvatore, e osservate la confusione che ciò ha creato nel mondo, le guerre che ha causato, le innumerevoli divisioni, le credenze, i simboli e le immagini che dividono... Noi ci siamo abituati, lo accettiamo prontamente, perché la nostra vita è così pesante per la noia e il dolore che cerchiamo conforto negli dèi evocati dal pensiero. Questo è stato il nostro sistema di vita per migliaia d’anni. Ogni civiltà ha inventato gli dèi ed essi sono stati la fonte di una grande tirannia, di guerre e distruzione. I loro templi possono essere straordinariamente belli, ma all’interno vi è oscurità e la fonte della confusione.
pag 58: Ci occupiamo del desiderio e della comprensione di esso, non del fattore abbrutente di reprimerlo, evitarlo o idealizzarlo. Non potete vivere senza il desiderio. Quando avete fame avete bisogno di cibo. Ma comprendere, che vuol dire esaminare tutta l’attività del desiderio, è dargli il posto giusto. In questo modo non sarà una fonte di disordine nella nostra vita quotidiana.
pag 59: Ciò che l’uomo ha fatto all’uomo non ha limiti. Lo ha torturato, lo ha bruciato, ucciso, lo ha sfruttato in ogni modo possibile – religioso, politico, economico... Lo sfruttamento di un altro – uomo o donna – sembra il sistema della nostra vita quotidiana. Ci usiamo l’un l’altro, e ciascuno accetta questa consuetudine. Da questo rapporto particolare ha origine la dipendenza con tutte le sue sofferenze, confusioni, e l’angoscia che le è connessa. L’uomo è stato sia interiormente sia esteriormente sleale verso se stesso e gli altri; e come vi può essere amore in queste circostanze?
pag 78: L’arte suprema è l’arte di vivere, superiore a tutte le cose create, con la mente o la mano, dagli esseri umani, superiore a tutte le scritture e ai loro dèi. Solo per mezzo di quest’arte di vivere può nascere una nuova cultura. Darle origine è la responsabilità di ogni maestro, particolarmente in queste scuole. Quest’arte di vivere può risultare soltanto dalla libertà assoluta.
pag 80: Il pensiero crea divisioni perché è limitato in sé stesso. Osservare interamente implica la non interferenza del pensiero – osservare senza che il passato, sotto forma di conoscenza, freni l’osservazione. In questo caso non vi è un osservatore, poiché l’osservatore è il passato, la natura stessa del pensiero.
Be’, se le scuole private italiane fossero come quelle di Krishnamurti, anziché cacchetta cattolica per somarelli figli di papà, sovvenzionata dal governo leccapapa coi soldi dei contribuenti (cacchetta che a quanto pare piace tantissimo a Peto Taccuto da Arcore, poiché inculca i “Valori” gretti e ipocriti del rivoltante famiglismo bigotto e fascistoide, e alleva squallidi schiavi kompetitivi, in vista di una tomba più grossa al cimitero del cazzo), direi anch’io “Evviva le scuole private”, e se avessi dei figli ce li iscriverei di corsa.
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