Pubblicato da Francesca Rossi Capita che un libro porti a galla verità scomode, o ci metta di fronte, senza tanti complimenti, a cose che non vogliamo vedere. Quando accade, ogni pagina ha il potere di smuovere qualcosa, dentro di noi, che credevamo non esistesse o fosse assopito. Sta poi al lettore decidere di aprirsi a questa nuova esperienza, per quanto dolorosa o irritante, oppure rinunciare. E’ ciò che è accaduto al libro di Janne Teller “Niente” edito, dal 21 marzo, da Feltrinelli. Il romanzo narra le vicissitudini e la crudezza dell’adolescenza, un periodo attraverso il quale siamo passati tutti, con le stesse paure e le stesse ansie. Però il libro è stato censurato in tutto il mondo ed esce in Italia dopo ben 12 anni. Molte nazioni, in passato, non lo hanno voluto nei loro programmi scolastici e lo hanno eliminato dai cataloghi delle librerie.
A quanto pare, “Niente” è piuttosto provocatorio, stando alle recensioni, ma basta questo a censurarlo? Se fosse questa la discriminante, probabilmente dovremmo toglierne parecchi di volumi dai nostri scaffali e, per dir la verità, non dovremmo neanche riferirci solo ai libri. La storia ha per protagonista un ragazzino di tredici anni, Pierre Anthon, che un giorno afferma che non ci sia nulla che nella vita abbia un senso: “Se niente ha senso, è meglio non far niente piuttosto che qualcosa". Pierre decide, allora, di salire su un albero e restare lì senza far nulla, visto che, comunque, non ha senso darsi da fare o impegnarsi. I suoi amici cercano di dimostrargli che la vita è piena di cose belle, che vale la pena assaporare ogni giorno. Provano a fargli vedere la bellezza nelle cose di tutti i giorni, ma quello che comincia come un gioco si trasforma in una sorta di prova di coraggio spinta fino alle estreme conseguenze. In teoria, “Niente” è un romanzo per ragazzi ma, stando alle critiche più aspre e alle censure, rischia di “corrompere” i giovani, spingendoli addirittura al suicidio. Oggi il romanzo comincia ad essere “riammesso” nelle scuole e nelle librerie, ma il quesito rimane: era necessario censurarlo? Si può parlare di censura oggi? L’adolescenza è stata un periodo particolare per tutti, ma non ci si può nascondere dietro ad un dito: quel che è stato non si può cancellare ed è inutile prendersela con un libro. Forse, quando abbiamo dei conflitti irrisolti con noi stessi, tentiamo di annullare qualunque cosa ci ricordi questa “pendenza”? Vedremo come gli italiani accoglieranno il libro. La riflessione è aperta e nessuno la censurerà.
Titolo: Niente