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Janne Teller: quando le parole fanno paura

Creato il 17 marzo 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da Francesca Rossi Capita che un libro porti a galla verità scomode, o ci metta di fronte, senza tanti complimenti, a cose che non vogliamo vedere. Quando accade, ogni pagina ha il potere di smuovere qualcosa, dentro di noi, che credevamo non esistesse o fosse assopito. Sta poi al lettore decidere di aprirsi a questa nuova esperienza, per quanto dolorosa o irritante, oppure rinunciare. E’ ciò che è accaduto al libro di Janne Teller “Niente” edito, dal 21 marzo, da Feltrinelli. Il romanzo narra le vicissitudini e la crudezza dell’adolescenza, un periodo attraverso il quale siamo passati tutti, con le stesse paure e le stesse ansie. Però il libro è stato censurato in tutto il mondo ed esce in Italia dopo ben 12 anni. Molte nazioni, in passato, non lo hanno voluto nei loro programmi scolastici e lo hanno eliminato dai cataloghi delle librerie. 

A quanto pare, “Niente” è piuttosto provocatorio, stando alle recensioni, ma basta questo a censurarlo? Se fosse questa la discriminante, probabilmente dovremmo toglierne parecchi di volumi dai nostri scaffali e, per dir la verità, non dovremmo neanche riferirci solo ai libri. La storia ha per protagonista un ragazzino di tredici anni, Pierre Anthon, che un giorno afferma che non ci sia nulla che nella vita abbia un senso: “Se niente ha senso, è meglio non far niente piuttosto che qualcosa". Pierre decide, allora, di salire su un albero e restare lì senza far nulla, visto che, comunque, non ha senso darsi da fare o impegnarsi. I suoi amici cercano di dimostrargli che la vita è piena di cose belle, che vale la pena assaporare ogni giorno. Provano a fargli vedere la bellezza nelle cose di tutti i giorni, ma quello che comincia come un gioco si trasforma in una sorta di prova di coraggio spinta fino alle estreme conseguenze.  In teoria, “Niente” è un romanzo per ragazzi ma, stando alle critiche più aspre e alle censure, rischia di “corrompere” i giovani, spingendoli addirittura al suicidio. Oggi il romanzo comincia ad essere “riammesso” nelle scuole e nelle librerie, ma il quesito rimane: era necessario censurarlo? Si può parlare di censura oggi? L’adolescenza è stata un periodo particolare per tutti, ma non ci si può nascondere dietro ad un dito: quel che è stato non si può cancellare ed è inutile prendersela con un libro. Forse, quando abbiamo dei conflitti irrisolti con noi stessi, tentiamo di annullare qualunque cosa ci ricordi questa “pendenza”? Vedremo come gli italiani accoglieranno il libro. La riflessione è aperta e nessuno la censurerà.

Titolo: Niente

Janne Teller: quando le parole fanno paura
Autore: Janne Teller Casa Editrice: Feltrinelli Traduzione: M. V. D’Avino Collana: I Narratori Pagine: 144 Prezzo: 12 euro Data di Uscita: 21 marzo 2012 Trama "Se niente ha senso, è meglio non far niente piuttosto che qualcosa" dichiara un giorno Pierre Anthon, tredici anni. Poi, come il barone rampante, sale su un albero vicino alla scuola. Per dimostrargli che sta sbagliando, i suoi compagni decidono di raccogliere cose che abbiano un significato. All'inizio si tratta di oggetti innocenti: una canna da pesca, un pallone, un paio di sandali, ma presto si fanno prendere la mano, si sfidano, si spingono più in là. Al sacrificio di un adorato criceto seguono un taglio di capelli, un certificato di adozione, la bara di un bambino, l'indice di una mano che suonava la chitarra come i Beatles. Richieste sempre più angosciose, rese vincolanti dalla legge del gruppo. È ancora la ricerca del senso della vita? O è una vendetta per aver dovuto sacrificare qualcosa a cui si teneva davvero? Abbandonati a se stessi, nella totale inesistenza degli adulti e delle loro leggi, gli adolescenti si trascinano a vicenda in un'escalation d'orrore. E quando i media si accorgono del caso, mettendo sottosopra la cittadina, il progetto precipita verso la sua fatale conclusione. Come una favola moderna, Niente mette in scena follia e fanatismo, perversione e fragilità, paura e speranza. Ma soprattutto sfida il lettore adulto a ritrovare in sé l'innocente crudeltà dell'adolescenza, fatta di assenza di compromessi, coraggio provocatorio e commovente brutalità.
Janne Teller: quando le parole fanno paura
Biografia Nata nel 1964 a Copenhagen, Janne Teller si è laureata in Scienze economiche. Ha lavorato per le Nazioni Unite e per l'Unione Europea a New York, Bruxelles, in Mozambico e in Tanzania. Dal 1995 è tornata a Copenhagen dove si dedica alla professione di scrittrice. Il suo primo romanzo, L'isola di Odino, uscito in Italia per Iperborea nel 2001, le ha dato immediato successo in patria ed è stato tradotto in molti paesi europei. Con Niente si è aggiudicata il premio del ministero della Cultura danese e il premio Libbylit per il miglior romanzo del 2010 in Francia.


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