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Jasikevicius al bivio: il dopo Londra 2012

Creato il 12 agosto 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Quella contro la Russia è stata probabilmente l’ultima partita di Sarunas Jasikevicius con la nazionale lituana, e purtroppo per lui non è stata una partita indimenticabile: a livello personale, 3 punti, 2 rimbalzi, 3 assist ma 6 palle parse in 19 minuti e collettivo, la Lituania ha avuto un paio di occasioni per rimettersi in partita con la Russia ma ha sempre fallito. In generale le sue cifre ‘olimpiche’ sono state discrete, 6.8 punti, 5.3 assist a partita con il 58% da 3 e il 32% da 2 in 21 minuti ma 4.3 palle perse in media nelle sei partite giocate. Il ritmo di una partita ogni due giorni non ha aiutato i giocatori più ‘esperti’ a recuperare pienamente tra una partita e l’altra.

I lituani, partiti senza alcuni pezzi pregiati della squadra, tra cui i fratelli Lavrinovic, hanno avuto il loro momento migliore contro gli Stati Uniti ‘mettendo paura’, o meglio mettendo in luce le loro pecche e i limiti di concentrazione con un finale punto a punto e quello peggiore nella sconfitta iniziale contro l’Argentina di Ginobili.
Nei quarti di finale contro la Russia è emersa la differenza di talento complessivo tra le due squadre, non è certo il caso di Sarunas, anche se il suo impatto nella Lituania non è stato a livello di altre occasioni. È normale che cambi soprattutto a 36 anni, dopo tre stagioni come ‘sesto uomo’ di extralusso al Panathinaikos, dopo due stagioni e mezzo in NBA da incompreso dove non era certo come ai tempi d’oro del ‘Maccabi di Parker e Jasikevicius’ appunto; ma la domanda è se oltre al suo minutaggio e al numero di assist, è diminuita la sua leadership in campo – detto che la visione di gioco e la capacità di passare la palla in quel modo non s’insegnano e non si dimenticano (fino a un certo punto).

Nella prossima stagione tornerà a vestire la maglia del Barcelona come già fece dal 2000 al 2003, nel suo esordio ad alto livello in Eurolega: chissà se riuscirà a riconfermare l’ottima stagione greca che l’ha reso MVP delle finali 2012 o se Londra 2012 è stata l’inizio del declino di uno dei più grandi giocatori di basket che l’Europa abbia mai visto.


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