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Jazz da un pianeta sconosciuto: Kind of Blue di Miles Davis
Creato il 12 agosto 2012 da Alessandro Manzetti @amanzettiNel marzo del 1959 si iniziò a ascoltare una musica densa, lontana, scivolata nella realtà passando tra i pochi centimetri di una finestra aperta; probabilmente proveniva da un pianeta sconosciuto, perchè si trattava di qualcosa di diverso, che non poteva appartenere a questo mondo. Ulteriori ricerche smentirono definitivamente la radici extraterrestri di questi pezzi di note, nuove e fantastiche, cadute improvvisamente su sensi e vestiti come una pioggia multicolore, orizzontale. Fu alla fine data per certa la localizzazione della sorgente della musica che, incredibile ma vero, nasceva proprio qui, sulla Terra. Si trattava di uno studio di registrazione della Columbia Records situato sulla 30ª strada a New York. Qualcuno però non ci credeva ancora, e cercava nello spazio, in altre galassie, l'origine di quei misteriosi suoni sfuggiti all'isolamento, finchè il 17 agosto fu pubblicato l'album Kind of Blue di Miles Davis.
Kind of Blue può essere definito come il manifesto del nuovo Jazz, quel Jazz modale (usando un termine tecnico, ma saranno pochi i casi in questo articolo), che cerca la liberazione dagli accordi teorizzata dal musicista George Russel e messa in pratica da Davis; rivoluzionaria nell'approccio, nelle strutture e nelle filosofie, la musica di Kind of Blue trasformò profondamente il jazz e la musica stessa. Quello che stupisce è come sia possibile creare un capolavoro in soli due giorni di registrazione, anticipate da poche ore di preparazione, senza vere e proprie prove. Un approccio alla improvvisazione e creatività che Miles Davis ripeterà nel tempo, convocando i propri musicisti in studio senza nemmeno comunicare un programma. Stupisce anche come la sperimentazione non debba necessariamente risultare di difficile comprensione, che dunque possa riuscire subito, nonostante le profonde innovazioni stilistiche, a farsi amare. Kind of Blue oltre alla musica, è anche questo: una profonda riflessione sulla composizione, sull'ispirazione, sull'arte in generale. L' avanguardia nelle varie arti deve parlare con un linguaggio nuovo, non certo rendersi antilinguaggio a tutti i costi; non può certo comunicare ostilità e estraneità all'occhio, all'orecchio, al cuore umano. Ma torniamo a Miles Davis e al suo progetto.
Miles Davis per materializzare la musica che ha nella testa, o meglio per dipanare la filosofia che lo ispira, seleziona grandi musicisti, come John Coltrane e Cannonball Adderley rispettivamente al sax tenore e alto e Bill Evans al piano. La nuova via di Kind of Blue si libera dalle costrizioni degli accordi per lasciare il massimo spazio alla improvvisazione, all'inventiva dei solisti. Si tratta di un minimalismo musicale, di armonie e accordi semplici che raggiungono nuove vette, liberate dalle gabbie delle strutture musicali abituali, dai virtuosismi delle tonalità bebop. Miles Davis e i suoi straordinari compagni di viaggio propongono un disco sperimentale (che sarà uno dei più venduti di tutti i tempi) che arriva subito al centro dell'anima, senza alcun filtro, come se non esistesse un involucro, un contenitore che raccoglie insieme i nostri vari sensi. Kind of Blue aprirà poi tante altre strade in campo musicale, grandi artisti che proseguiranno la corsa su queste insospettate strade ormai svelate, come Coltrane, uno dei protagonisti del progetto originario.
Al momento della registrazione di Kind of Blue Miles Davis aveva 33 anni, si trovava all’inizio della maturità e nel pieno di un grande fervore artistico. Non fece altro che presentare ai suoi compagni d'avventura (John Coltrane e Julian Cannonball Adderley, al sax alto, Bill Evans al piano, sostituito nel blues “Freddie Freeloader” da Wynton Kelly, Paul Chambers al basso e Jimmy Cobb alla batteria) alcuni brani appena abbozzati e l'approccio generale alle armonie delle composizioni. I solisti dovevano riuscire a esplorare i "mood" atrraverso le scale anzichè sugli arpeggi derivati dalla concatenazione degli accordi; una intuizione che nasceva anche dall'analisi dei modi tipici della musica greca dell’antichità. L'album sarà registrato quasi integralmente tramite i primi "take" (prime registrazioni), offrendo così una grande linearità al progetto, alla visione di Miles Davis.
Kind of Blue si compone di cinque brani: So What, Freddie Freeloader, Blue in Green, All Blues, Flamenco Sketches, tra i quali spicca sicuramente il celebre So What che con il suo minimalismo ipnotico esprime integralmente la nuova filosofia musicale cercata da Davis. Ma le parole in questo caso servono a poco, suggerisco di ascoltare direttamente la musica attraverso i video che completano l'articolo, viaggiare così di persona tra le note extraterresti di Kind of Blue e della tromba di Davis, tra le nuvole dalle mille forme inventate e spinte da Coltrane e Evans. Sono certo che alla fine anche a voi verrà il dubbio sulla provenienza aliena di queste magiche ispirazioni, e potrete condividere il pensiero di Jimmy Cob: "Questo album dev'essere stato fatto in paradiso"
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