Ventitre anni appena, un Oscar alle spalle come miglior attrice protagonista per “Il lato positivo”, una carriera che negli ultimi anni l’ha catapultata sui red carpet di mezzo mondo e una saga, quella di “Hunger games”, che l’ha fatta diventare nel giro di poco una delle eroine più apprezzate dagli appassionati del genere. Quando Jennifer Lawrence arriva sul red carpet del Festival Internazionale del Film di Roma per presentare il secondo capitolo della serie, “Hunger Games – La ragazza di fuoco”, il colpo d’occhio sulla cavea dell’Auditorium restituisce un’immagine senza precedenti: la settima giornata della kermesse capitolina si è aperta con migliaia di fan in delirio arrivati da tutta Italia alla spicciolata sin dalla notte precedente, pronti a tutto pur di conquistare ogni centimetro di superficie disponibile e non perdere l’occasione di vederla sfilare, avvicinarla e, se si è fortunati abbastanza, strappare qualche autografo. L’hanno attesa per ore, invocata, hanno urlato il suo nome, srotolato improbabili cartelloni, improvvisato giacigli di fortuna e occupato ogni angolo ai bordi del tappeto rosso trasformando la seconda edizione del festival mulleriano in una festa. Ed una cosa è certa: lei, la Lawrence, piace a tutti, soprattutto alle ragazze perché “pur essendo famosa, avendo vinto un Oscar, è comunque rimasta umile, non è come tutte le altre attrici, che sono magrissime e pensano solo all’aspetto fisico”.
Di diete infatti, Jennifer non vuole più sentir parlare: “Sono stata sempre una sportiva, non avevo idea di cosa fosse una dieta finché non ho cominciato a lavorare come attrice. È brutto sentirsi dire di dover perdere peso quando invece ti trovi perfettamente a tuo agio con il tuo corpo. Molti registi hanno un’idea di corpo perfetto e irraggiungibile ed esercitano delle forti pressioni, il resto lo fanno i media; la gente ci guarda, fa continuamente confronti tra immagini vere e ritoccate e credo sia arrivato il momento di cambiare il modo di concepire la bellezza e riflettere di più su ciò che facciamo e diciamo”. Faccia pulita, l’incedere di una giovanissima diva, lo sguardo di chi sente addosso la responsabilità di essere diventata il nuovo idolo delle teenager: l’eroina contesa traJosh Hutcherson (Peete) e Liam Hemswroth (Gale) ci tiene a ribadire che “è normale sentire una certa pressione perché quando la gente ti segue, ti ascolta e ti guarda hai una responsabilità notevole”.
Mai quanto quella di aver collezionato una serie di riconoscimenti che però non le hanno cambiato la vita: “I premi sono sempre un piacere e sono molto gratificata, ma continuo a vivere come prima, giorno per giorno. La notorietà è fantastica ma è difficile quando le persone ti trattano diversamente e tu non sei cambiata affatto”. Ma di tempo ne è passato da quando a sedici anni lesse per la prima volta i libri di Suzanne Collins, da cui è tratta la saga: una carriera che ha quasi bruciato le tappe, veloce, forse troppo, ma non abbastanza da farle dimenticare un ruolo, quello di Samantha in “Like Crazy”, il suo preferito: “Quel personaggio mi assomiglia molto, è quello a cui mi sento più vicina: le mie parole erano le sue, fu un lavoro di improvvisazione”.
Della ‘ragazza di fuoco’ sul red carpet romano resta ben poco: la ‘tosta’ Katniss Everdeen lascia spazio al passo deciso della star, elegante in abito bianco, capelli corti biondo platino tirati indietro e lo sguardo di chi è pronto da domani a firmare altri autografi, dispensare altri saluti, affrontare l’ennesimo red carpet e far piangere lacrime di gioia ad altre migliaia di ragazzine perché, come ci ricorda una fan, “Jennifer è la forza delle donne”.
di Elisabetta Bartucca per Oggialcinema.net
foto Federica De Masi © Oggialcinema.net