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Jennifer Lawrence. Una di noi

Creato il 10 novembre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

THE FACE – IL VOLTO DEL MESE: NOVEMBRE 2014 – JENNIFER LAWRENCE

“Mi ero proposta di diventare attrice in cinque anni.
Altrimenti mi sarebbe piaciuto studiare da infermiera. O da medico”
Jennifer Lawrence

Avete presente quando, dopo qualche anno che non la vedevate, vi è capitato di incontrare una compagna di scuola, una che non avevate notato particolarmente, e l’avete trovata diversa, nuova, sbocciata in tutta la sua bellezza? Con Jennifer Lawrence ci è capitato questo. Non ne avevamo capito in pieno il potenziale quando, nel 2008, era arrivata a Venezia per presentare The Burning Plain di Guillermo Arriaga. Lì le star erano Charlize Theron (la Lawrence interpretava il suo personaggio da giovane) e Kim Basinger (che interpretava la madre). Più che altro io e una collega eravamo rimasti stupiti di come Natalia Aspesi, su Repubblica, l’avesse definita “cicciottella”. Tutto si poteva dire della Lawrence, ma cicciottella ci sembrava eccessivo. Eppure, anche in un ruolo non da protagonista assoluta, ma già forte (era la responsabile di un omicidio), Jennifer mostrava già tutta la sua grinta, quella che l’avrebbe portata, poco dopo, a ottenere la sua prima nomination all’Oscar per Un gelido inverno, nel ruolo di una ragazza che sfida tutto e tutti per cercare il padre, spacciatore che è sparito e ha abbandonato la sua famiglia. La natura di combattente, quella che oggi vediamo nella Mystica di X-Men e nella Katniss Everdeen di Hunger Games, c’era allora e c’è sempre stata.

Ma forse quel “cicciottella” non era detto a caso. E forse voleva interpretare la pretesa di uno show business di uniformare tutte le star o aspiranti tali, a dei modelli inarrivabili quasi per chiunque. Le immagini di attrici che negli anni abbiamo visto affinare la propria silhouette fino a diventare molto diverse da com’erano, le dichiarazioni di chi ha sentito chiedersi di dimagrire o di rifarsi già da giovane si sprecano, così come i volti di belle attrici che hanno perso ogni tratto saliente e ogni espressività. A Jennifer Lawrence non accadrà, ne siamo sicuri. Ha dichiarato più volte di non volerne sapere di diete. E, dopo il successo dei primi due Hunger Games, l’abbiamo vista presentarsi, proprio al Festival di Roma dello scorso anno, con dei capelli molto corti, uno di quei tagli che una volta si sarebbero definiti “a maschietto”. Jennifer sembra voler fare quello che ogni ragazza della sua età farebbe. Per questo, e non solo per la forza della sua Katniss, le ragazze la considerano un modello, una di loro. Niente diete, e un taglio netto ai capelli, per non diventare l’ennesima bambolina tutta boccoli biondi.

“Ci sono attrici che si costruiscono da sole, e attrici che sono costruite da altri.
Io voglio costruirmi da sola” – Jennifer Lawrence

E dire che non pensavamo diventasse la star mondiale che è diventata. Nemmeno quando, ancora giovanissima, l’abbiamo vista in Like Crazy, il film di Drake Doremus dove era il terzo incomodo di una storia d’amore: la protagonista era Felicity Jones, e lei faceva l’altra, quella con cui il protagonista si metteva per dimenticare il suo amore. Non ha paura di ruoli di questo tipo, la Lawrence. Non ha paura di sporcarsi le mani, come quando, sul set di Un gelido inverno, ha dovuto imparare a scuoiare uno scoiattolo. Forse perché non viene dai grandi centri americani, ma da Louisville, nel Kentucky, e non ha mai preso lezioni di recitazione. Forse è questo il segreto di una ragazza che a volte ha anche il dubbio di non sentirsi all’altezza, come quando aspettò tre giorni prima di dire sì al ruolo che le avrebbe cambiato la vita, quello di Katniss Everdeen in Hunger Games, intimorita dalla grandezza del film. Da quel momento non c’è stato più il pericolo di essere cicciottella. Il duro allenamento fatto per Hunger Games (tiro con l’arco, imparato da Khatuna Lorig, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992, ma anche pilates, yoga, parkour, combattimento, arrampicata su alberi e rocce) e per la nuova serie di X-Men l’ha tenuta in forma, trasformandola nell’eroina d’azione per eccellenza della sua generazione. Non una nuova Angelina Jolie o Milla Jovovich, fredde replicanti in pixel uscita da videogame. Piuttosto una leader, un’eroina tormentata e passionale. Anche i recenti fatti di cronaca sembrano confermare la natura di Jennifer: i suoi nudi comparsi in rete, per l’operazione di un hacker che ha coinvolto diverse star, sembrano più il gioco di una ragazza piena di vita e passione che qualcosa di peccaminoso. E anche la relazione con Chris Martin, compagno forse più adatto a una star sempre magrissima e biondissima come Gwyneth Paltrow, forse è finita perché Jennifer, in fondo in fondo, ha bisogno di uno come lei. Un ragazzo normale.

Abbiamo ringraziato più volte il suo non volersi piegare a diete o ritocchi. Quando abbiamo visto i suoi fianchi ondeggiare accanto al corpo di Bradley Cooper ne Il lato positivo, abbiamo capito che la ragazzina era cresciuta. Ed è in quel momento che ci è sembrato di vedere una compagna di liceo che avevamo lasciato bambina e che ora troviamo donna, di notare tutta insieme quella bellezza che non avevamo colto, gli zigomi alti, lo sguardo fiero e tagliente. Ne Il lato positivo ancora una volta Jennifer Lawrence non ha avuto paura di sporcarsi le mani, di recitare un ruolo controverso, una vedova con comportamenti al limite, che si unisce a un altro caso umano per riscattarsi. “È una specie di miracolo. Lei è maleducata, sporca, divertente, sboccata, sciatta, sexy, vibrante e vulnerabile, a volte tutte queste cose nella stessa scena”, ha scritto Peter Travers di Rolling Stone.

Il merito è anche David O. Russell, autore che sa far convivere drammatico e comico nella stessa sequenza, e ha valorizzato Jennifer anche nel seguente American Hustle, ancora in un ruolo ai limiti, quello di una donna ignorante e volgare che però tiene il suo compagno accanto grazie al suo sex appeal. La scena in cui canta Live And Let Die è da antologia. Pur giovanissima, in quel film la Lawrence interpreta una madre e una moglie, ruolo che ricopre anche in Una folle passione, di Susanne Bier, ancora accanto a Bradley Cooper. Con quel volto, e con quel corpo, Jennifer può essere un’adolescente, una vedova, una madre. Come i grandi attori, lei può essere tutto. Ed è per questo che in tanti la amano. Chissà cosa ci farà vedere nella sua terza prova con David O. Russell, Joy, in cui sarà una madre single che avvia un business di successo… Jennifer può tutto. Jennifer è una di noi.

“Mi piace quando le cose si fanno dure. Sono molto competitiva. Se qualcosa sembra difficile o impossibile, allora mi interessa” – Jennifer Lawrence

È THE FACE del mese di novembre perché: sugli schermi col capitolo 3 di Hunger Games, è l’eroina d’azione per eccellenza. Non una nuova Angelina Jolie o Milla Jovovich, fredde replicanti in pixel uscita da videogame. Piuttosto una leader, un’eroina tormentata e passionale. Sa essere anche moglie, madre, vedova. Sa essere tutto.

Di Maurizio Ermisino per Oggialcinema.net

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