Le previsioni del tempo dicono che oggi avrebbe dovuto piovere. E invece il cielo si tiene di una specie di blu, un blu plumbeo, uno di quei colori che non annunciano nulla di buono.
Seduto alla finestra, fa un anno che sono a Berlino.
E l’albero, che ondeggia al vento, mi conosce e io conosco lui. È un albero che arriva fino al quinto piano, snello, forzuto, fiero. L’ho visto tante volte e in tutt’e quattro le sue vesti. E tante volte lui ha visto me: amare e odiare, piangere e sorridere. E oggi mi guarda, spoglio, con quei suoi occhi rosso autunno, io qui a ricordare. Ricordo i primi giorni, incerti, eccitanti, l’inverno bianco di tre mesi, il risveglio incontrollabile di aprile, l’intensità dei parchi estivi – occhi marroni profondi – e il grigio autunnale alla riconquista della Città.
E mentre ricordo, la voce di un Neil Young invecchiato canta take me, just the way I am. L’ascolto, chiudo gli occhi. Li riapro: un uomo col cappotto si intrufola in un portone, in fondo alla strada il traffico si infittisce, e, a un metro dalla finestra, l’albero mi sorride.
Le previsioni del tempo dicono che oggi avrebbe dovuto piovere. E io vorrei tanto che piovesse, uno di quegli acquazzoni che purificano e che spazzano via tutto. E invece il cielo, con striature bianche e rosse, rimane blu.
Da accompagnare con una compilation interminabile di Neil Young e un rum dolce, vecchio.