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Juve inarrestabile in casa: dodici vittorie consecutive

Creato il 16 febbraio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

La Juve piega il Chievo e inanella la 12esima vittoria consecutiva in casa. Decidono i gol di Asamoah, Marchisio, nel primo tempo, e di Llorente, nella ripresa. Il gol della bandiera per i clivensi lo mette a segno il bianconero Cáceres, sfortunato in occasione dell’autogol.

I bianconeri sono scesi in campo con 3 novità rispetto al match di Verona, contro l’altra squadra scaligera: Ogbonna, sotto accusa in occasione del pari in extremis di Gomez, al posto dell’infortunato Chiellini, Marchisio per Pogba e Giovinco per Tévez. Leggero turnover, quindi, sia per le prestazioni troppo compassate di alcuni giocatori sia in vista del tour de force che aspetta la Signora: giovedì il Trabzonspor per l’Europa League, sabato prossimo il derby col Torino, poi il ritorno coi turchi e, infine, il Milan.

Dal canto suo, invece, il Chievo è a caccia di importanti punti salvezza: mese di gennaio nero per la squadra di Corini, che non vince dall’8 dicembre, trasferta di Sassuolo. Da allora, 6 sconfitte e 3 pareggi.

Formazioni ufficiali:

Juventus col 3-5-2: Buffon; Caceres, Bonucci, Ogbonna; Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Marchisio, Asamoah; Giovinco, Llorente.

Chievo col 3-5-2: Agazzi; Frey, Canini, Bernardini; Sardo, Radovanovic, Guana, Hetemaj, Dramé; Stoian, Thereau.

Juventus 3 – 1 Chievo Verona (17′ Asamoah, 29′ Marchisio, 58′ Llorente – 51′ Cáceres (autogol))

Allo Stadium, la storia della partita ricorda molto quella della scorsa settimana. La Juve, infatti, parte bene e passa al 17′ con Asamoah, che trova la sua prima rete in questo campionato: Vidal recupera il pallone, lo scarica al ghanese che, chiesto e ottenuto l’uno-due con Llorente, controlla e conclude con un potente e angolato tiro di sinistro, sul quale Agazzi non arriva. Il Chievo non dà segni di vita, se non un possesso di palla sterile e tanto pressing sugli avversari, così i bianconeri, senza molti sforzi, trovano il raddoppio: sulla punizione battuta da Pirlo, Agazzi non trattiene il pallone e Marchisio, avventatosi prima di tutti sulla sfera vagante, firma il 2 a 0. Su questo punteggio, Conte, memore di quanto successo col Verona, si sgola più di quanto non abbia fatto nei minuti precedenti, chiedendo ai suoi uomini di non abbassare la concentrazione. Si arriva così all’intervallo con la Juve che, sul doppio vantaggio, amministra la gara e gestisce il possesso palla.

Come con l’Hellas, così il secondo tempo si apre con la squadra veneta che riapre la partita, anche se in questo caso in modo molto fortunoso: dalla destra, Sardo crossa in mezzo, Lichtsteiner interviene per allontanare il pallone, trovando l’opposizione del proprio compagno, Cáceres, e il pallone entra in rete. I fantasmi di Verona cominciano ad aleggiare sul campo, il Chievo ci crede e poco dopo Bonucci mura un’insidiosa conclusione di Pellissier. Il pubblico comincia a mugugnare ma ci pensa Llorente a mettere tutti d’accordo, battendo di testa Agazzi, uscito a vuoto, sugli sviluppi di un corner. Partita nuovamente chiusa e Conte concede spazio a forze fresche: escono Llorente, Giovinco e Vidal – quest’ultimo a rischio diffida e più volte redarguito dal direttore di gara – ed entrano Tévez, Osvaldo – per lui debutto in bianconero anche tra le mura amiche – e Padoin. Quella flebile speranza accesasi col casuale autogol, viene puntualmente spenta dal colpo di testa vincente del Re Leone e dal tempo che passa. Gli uomini di Corini si rendono pericolosi solo più nel finale, con un tiro respinto da Buffon, ma la Juve stessa ha la chance per incrementare ulteriormente il vantaggio: prima con Marchisio che, sulla verticalizzazione di Pirlo, addomestica il pallone, ci litiga e lo scarica in porta, trovando la respinta di piedi Agazzi; poi, sul corner seguente, la sfera resta pericolosamente in area ma Osvaldo la sottrae a Ogbonna, in procinto di calciare, concludendo di sinistro alto sopra la traversa.

La Juve torna a vincere e lo fa senza faticare eccessivamente. Le due reti hanno subito indirizzato l’incontro nel verso giusto, poi il pasticcio combinato da Lichtsteiner e Cáceres ha trasmesso un po’ di insicurezza alla retroguardia, ancora imperfetta. Una nuova zuccata di Llorente, però, ha permesso ai bianconeri di tornare a giocare con sicurezza e facilità. La Juve torna a sorridere e vola a 63 punti.

Chievo, invece, quasi senza anima per lo scarso peso offensivo, per le pochissime occasioni create, per l’involuzione subita e per la caduta sempre più vertiginosa nel baratro della Serie B. Ora la squadra di Corini è penultima con 18 punti, uno in più del Sassuolo e uno in meno del Catania.


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