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Katarina non si trucca mai prima di una partita, rifiuta atteggiamenti da pin-up e preferisce che le dicano brava piuttosto che bella. Brava lo è davvero Katarina, croata di Zagabria. Dopo sette giornate di campionato e 28 set giocati comanda la classifica delle marcatrici dell’A1 femminile di pallavolo con 140 punti. Gli ultimi 20 li ha aggiunti al conteggio sabato sera a Busto Arsizio dove, con l’Asystel Novara, è andata a prendersi la vittoria contro la YamamaY in un palazzetto la cui frequentazione è una gioia per lo spirito (ma questa è un’altra storia che magari poi vi racconterò).
Quella di Katarina non è solo una storia di pallavolo. E’ una storia di ferrea volontà e grande determinazione. Una delle tante che accomunano sportivi in ogni parte del mondo. Il grave infortunio alla caviglia dell’ottobre di due anni fa sembrava il preludio a un addio precoce al volley dell’opposta che aveva appena lasciato l’Italia per il campionato rumeno. Ma, a dispetto di chi pensava il peggio, Katarina non ha mai mollato.
“Non ho mai pensato di non farcela – mi ha detto in un’intervista che potete leggere su Pallavolo Supervolley di gennaio -. Nemmeno quando ho visto la mia caviglia girata in maniera innaturale, come capita solo negli sport di contatto. Subito dopo l’operazione servita a rimetterla a posto la prima domanda è stata: ‘Quando posso tornare a giocare?’. Nessuno voleva darmi una risposta”.
Così la risposta l’ha cercata da sola con l’aiuto di una fisioterapista di famiglia: la mamma di Martin, che di cognome fa Susnjar, e da qualche mese è il marito di Katarina. “Stiamo insieme da sette anni e da cinque mi segue nei miei spostamenti – ha continuato la schiacciatrice -. Io gioco a pallavolo, lui a basket. Siamo una famiglia sportiva e forse per questo ci omprendiamo molto”.
Da qualche mese Katarina è tornata in Italia per rimettersi in gioco mettendosi al servizio del progetto verde dell’Asystel Novara dove nonostante i suoi 27 anni è con il libero Stefania Sansonna tra le veterane della squadra. A tirare i fili dalla panchina c’è Giovanni Caprara, oro mondiale nel 2006 alla guida della Russia nonché marito di un monumento come Irina Kirillova. “Il problema – sottolineava Katarina dopo poche giornate di campionato - è conciliare continuità e gioventù”. Dopo le ultime due vittorie con la Scavolini Pesaro e con la YamamaY Busto Arsizio la strada imboccata sembra quella giusta.
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