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Kidd squarcia l’estate: allenerà i Bucks!

Creato il 03 luglio 2014 da Basketcaffe @basketcaffe

Are you Kidding us? Pochi giorni fa i tifosi dei Nets non hanno creduto ai loro orecchi: il giovane coach che ha portato Brooklyn fino alla semifinale della Eastern Conference ha fatto saltare il banco della franchigia. Nella sua prodigiosa carriera, Jason Kidd ha sempre maneggiato con estrema sapienza gli effetti speciali e ha mandato decine di difensori nella direzione opposta a quella dei suoi polpastrelli, ma gli ultimi giorni di giugno hanno sancito il trionfo dei suoi deliri illusionistici.
Procedendo con ordine, la leggenda di Oakland chiede a Michail Prokhorov un potenziamento del suo ruolo nell’organigramma societario e innesca una reazione a catena che sconvolge l’atmosfera festosa del dopo-Draft. Il magnate russo non vuole concedere al suo giovane coach uno status paragonabile a quello di Gregg Popovich, Doc Rivers e Flip Saunders: l’ottima gestione del gruppo e i buoni risultati che hanno infiammato il Barclays Center dopo l’All Star Game non convincono il proprietario più ambizioso e controverso della Lega a soddisfare i desideri bulimici del suo bizzoso dipendente facendo fuori di fatto il General Manager King.
Kidd incassa il rifiuto, ma non si perde d’animo poiché i nuovi proprietari dei Milwaukee Bucks gli offrono una preziosa sponda: Wes Edens e il suo amico di vecchia data Marc Lasry pensano che il prestigio di Giasone possa attirare le attenzioni di alcuni free agent e trasformare una città priva di fascino in un centro propulsivo di notevole rilevanza.

Kidd riferisce al suo presidente l’interessamento dei Bucks e ottiene il permesso di incontrare gli emissari del Wisconsin: sa che il suo rapporto con il GM Billy King non è più recuperabile; non tornerà a Brooklyn, ma si accontenterà di un palcoscenico secondario? Gli ottimi rapporti con Lasry, l’entusiasmo di una piazza rilanciata dal Draft e le fughe di notizie che tormentano gli uffici dei Nets lo convincono ad accettare la corte dei Bucks: molti critici sostengono che i contratti faraonici che i Golden State Warriors hanno offerto a Steve Kerr e i New York Knicks a Derek Fisher abbiano stuzzicato l’orgoglio di Kidd e lo abbiano indotto a chiedere uno status superiore per far risaltare la differenza che separa la sua esperienza da sophomore della panchina dalla presunta ingenuità dei due illustri rookies.

I suoi detrattori affermano che la fuga da Brooklyn sia stata il culmine di una strategia di terra bruciata che ha distrutto ogni simulacro di relazione professionale e umana intorno al futuro hall-of-famer della cabina di regia: dopo il sorprendente – e costosissimo – licenziamento di Lawrence Frank, Giasone ha approfittato degli intrecci societari per seminare la sfiducia nei confronti di Billy King, ma non è riuscito a convincere i suoi superiori e a trasformare il suo piccolo pacchetto azionario nella chiave d’accesso alla gestione dei Nets. I maligni insinuano che Marc Lasry e Jason Kidd fossero in contatto già da tempo e che abbiano pianificato a tavolino la strana vicenda che ha fatto divampare l’organigramma societario di Brooklyn. Dal momento che nessuno riuscirà mai a dimostrare con esattezza dove sia la verità o se esista una versione più attendibile delle altre, i doveri di cronaca impongono un’analisi degli scenari presenti: i Milwaukee Bucks licenziano coach Larry Drew senza consultare il GM John Hammond e offrono la panchina al genio rampante di Oakland (neanche loro gli affidano un ruolo di maggiore peso alla Popovich); i Brooklyn Nets riescono a strappare in cambio anche due scelte al secondo giro di Draft futuri (2015 e 2019), si scrollano di dosso la delusione del più singolare tradimento della storia recente dello sport professionistico americano e si affidano all’austera sapienza di Lionel Hollins.

The Brooklyn Nets have reached an agreement in principle with Lionel Hollins to become the team's new head coach.

— Brooklyn Nets (@BrooklynNets) 2 Luglio 2014

La franchigia del Wisconsin riparte dalle intuizioni folgoranti di uno degli uomini più affascinanti e controversi del panorama NBA, ma chiude negli armadietti dei suoi uffici gli scheletri di un’assunzione intempestiva e nasconde sotto il tappeto le ambizioni del suo nuovo coach: John Hammond, l’ultimo reduce di prestigio della lunga gestione Kohl, dormirà sonni tranquilli o sentirà la pressione di Kidd?

Kidd on Hammond: John is great. He's a leader. He understands the league. He's been doing it for a long time. I trust him like no other.

— Milwaukee Bucks (@Bucks) 2 Luglio 2014

La voglia di emergere di Giasone accenderà il talento di Jabari Parker e l’atletismo di Giannis Antetokounmpo o tarperà le loro giovani ali con la pressione insostenibile della Lega più famosa del mondo? Il prestigio dei nuovi proprietari e del loro Prescelto attirerà l’attenzione di qualche free agent ready-to-use? Le risposte soffieranno nell’afa dell’estate e si affiancheranno alla pazienza di Lionel Hollins nell’affresco più inatteso del mercato NBA: l’ex-allenatore dei Grizzlies dovrà predicare il suo credo difensivo e trasmettere il suo spirito collettivo a una squadra di veterani. Riuscirà a convincere Williams e Garnett a sposare il suo progetto tecnico e a indurre Pierce a prolungare la sua carriera al Barclays Center? Hot summer, hot league: are you kidding us?


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