commento di Antonio Valerio SperaSummary:
Per chi pensa che James Bond negli ultimi anni sia diventato troppo serio, ecco un film che riporta irriverenza, “giocosità” e ironia nel mondo degli spy movie. Una rilettura del genere che – guarda caso – è a firma di uno dei cineasti contemporanei più coraggiosi e originali: Matthew Vaughn (The Pusher, Kick-Ass, X-men: L’inizio). Con Kingsman: Secret Service, il regista adatta per lo schermo la miniserie di fumetti The Secret Service, ideata da Mark Millar e disegnata da Dave Gibbons, confermando la sua estetica postmoderna, iperbolica, sopra le righe, pop.
Considerato dalla critica statunitensi il prodotto mainstream più rischioso degli ultimi anni, Kingsman costituisce una ventata d’aria fresca per la classica formula spionistica britannica e racconta la storia di una segretissima organizzazione che forma spie. Uno dei suoi agenti, Harry Hart, recluta il giovane Eggsy, figlio di un suo stimato collega ormai scomparso, e insieme dovranno ostacolare Richard Valentine, determinato a “salvare” il mondo.
“Ho probabilmente preso una decisione folle quando ho accettato di girare Kingsman”, afferma Vaughn che ha rifiutato per questo progetto il nuovo capitolo della saga degli X-Men (X-Men: giorni di un futuro passato, poi andato nelle mani di Bryan Singer). “Avevo tra le mani un blockbuster potenzialmente da 800 milioni di dollari ma ho preferito questo film perché lo sentivo più mio”. Sicuramente a convincere Vaughn è stata anche la possibilità di portare nuovamente sullo schermo la creatività di Mark Millar, dal quale aveva già tratto il suo fortunato Kick-Ass. E come nel film con Aaron Johnson e Nicolas Cage, anche qui il regista ci immerge in un mix di grottesca ultra violenza, azione sfrenata e atmosfera quasi cartoonesca animata da personaggi in equilibrio tra follia e genialità. A muoversi nel frenetico e assurdo mondo creato da Vaughn è un cast di assoluto livello, che va da sir Michael Caine a Mark “Luke Skywalker” Hamill, da Samuel L. Jackson, villain della situazione, a Colin Firth, fino a Taron Egerton, che interpreta il protagonista Eggsy.
Se quest’ultimo, attore gallese famoso in patria per la serie televisiva The Smoke, rappresenta la vera scoperta del film (e sicuramente di lui sentiremo ancora parlare), la sorpresa ce la regala senza dubbio Colin Firth, per la prima volta impegnato in un ruolo d’azione, così fisico. “Mi sono voluto prendere un rischio – racconta Vaughn – era difficile immaginarsi Colin che fa a calci e pugni, ma lui ha dato tutto ed è stato grande”.
Un’esperienza che senza dubbio ha segnato in positivo il premio Oscar per Il discorso del re, finora quasi sempre volto rassicurante di commedie e drammi intimisti. “E’ stato stancante ma mi sono divertito tantissimo”, dichiara l’attore inglese. “Ho passato sei mesi allenandomi tutti i giorni, tre ore al giorno. Avevo un team straordinario che mi seguiva: personal trainer, ragazzi delle forze speciali, insegnanti di arti marziali e dei Thai boxers. Fino a questo film, il mio massimo a livello d’azione era stato tirare i capelli a Hugh Grant”. Chissà che per lui non si apra una nuova strada nell’action.
di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net