Per di più diretto da Matthew Vaughn, uno degli autori del fumetto stesso insieme a Mark Millar. Registi non ci si improvvisa, dai... Ma... Un attimo: non è quello che ha già diretto il notevole Kick Ass e il notevole X-men: l'inizio?E allora: quali le aspettative davanti ad un'opera simile?Beh... Il trailer, pur essendo accattivante, non fa testo: ci sono gruppi di persone pluri-titolate che vanno a definire quel minuto di spot spesso mendace.Tocca buttarsi. Nel vuoto. Senza rete.E senza spoiler!
Il buono Colin Firth (Harry Hart / Galahad) vs. il cattivo Samuel L. Jackson (Richard Valentine): un rinomato attore shakespeariano catapultato in un mondo di combattimenti alla Matrix, messo contro l'attore che ha trovato nel personaggio del tycoon Valentine l'ideale prosecuzione nel percorso da villain intrapreso con l'Elijah Price nel film Unbreakable di Shyamalan e portato avanti con il perfido servo Stephen in Django - Unchained di Tarantino. In due parole: una lotta tra titani.A parte il compassato Michael Caine (Chester King / Arthur) perfettamente calato nel ruolo del lord inglese, il livello scema naturalmente andando a guardare la forza espressiva degli altri interpreti: cosa poteva fare il povero Mark Hamill (prof. James Arnold) a confronto? La sua china non credo conosca eguali: da Skywalker, letteralmente camminatore del cielo, a professore esperto di Terra. Una nemesi malamente mascherata. Evidentemente non ha avuto culo!Sono le due giovani fanciulle a dimostrare invece di avere un bel derriere: non è da tutte partire con un sicuro successo al botteghino. La cattiva Sofia Boutella (Gazelle - Pistorius) ruba letteralmente la scena alla buona quanto acerba e vagamente inespressiva Sophie Cookson (Roxy). Tanto che l'anatomia di una campeggia nelle locandine, mentre il nome dell'altra non figura nemmeno in tutte le recensioni. E' evidente: nella vita c'è chi ha culo, e chi non ce l'ha.
La trama ci porta a toccare con mano che chiunque può arrivare ad ottenere dei risultati. Si palesa da subito una sorta di scontro di visione del mondo tra Hart, più possibilista verso il futuro che avanza, e Chester, più visceralmente ancorato alle tradizioni.Il culo come stella cometa della parabola esistenziale, dicevamo: Hart sopravvive a un attentato grazie al sacrificio del suo protetto, che lascia moglie e figlio, il piccolo Gary "Eggsy" Unwin .
Dopo 17 anni, il giovane Eggsy ha imparato a condurre una vita incasinata nei bassifondi londinesi. E' Hart ad offrirgli l'occasione di riscatto che la vita a tutti offre: ''I modi definiscono l'uomo''. Pigmalione non è stato scritto invano.
Tra battute fulminanti e citazioni di tutti gli action movie su spionaggio e affini (da Bond a Bourne a Bronx Tales per le atmosfere, passando a Kick Ass ed Equilibrium per le coreografie dei combattimenti), ci troviamo a seguire allenamento e trasformazione anche estetica di Eggsy, finalizzati a renderlo finalmente un Kingsman: da giubbotto e cappellino da baseball, a completo grigio tagliato su misura. Il culo sarà componente non secondaria di questa crescita interiore.
Scene da togliere il fiato si susseguono una all'altra per oltre centoventi minuti, tenendo saldamente incollato lo spettatore allo sviluppo della trama: i mirabili colpi di scena, conditi con della sana ironia e dei simpatici fuochi d'artificio, risultano porzioni portanti dell'armonico impianto drammaturgico.
Non si può certo dire che questo lungometraggio abbia apportato elementi innovativi alla settima arte; ma se il desiderio dello spettatore è quello di divertirsi distraendosi dal quotidiano grigiore, ebbene, questo è davvero un buon modo per trascorrere due ore.Fidatevi: ci vuole culo, oggi, per trovare film che non fanno rimpiangere il prezzo del biglietto ai titoli di coda!
p.s. Questa recensione verrà apprezzata di più dopo aver visto il film, lo so...Ma che ti pesa il culo? - Eliza Doolittle (Audrey Hepburn) dal film "My Fair Lady" di George Cukor