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Se i Mumford and Sons mutano in Coldplay

Creato il 13 aprile 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

I Mumford and Sons hanno svoltato, per la gioia di alcuni e la tristezza di molti.

Dimenticate il banjo, la fisarmonica e il mandolino; il look da "cantante country della porta accanto" e pezzi quali Babel, Little Lion Man, The Cave, I Will Wait e l'indimenticabile cover di I'm on fire di Bruce Springsteen.
Un mese fa , primo singolo estratto dall'ultima fatica Wilder Mind (in uscita il 4 maggio), ha lanciato un segnale d'allarme a coloro fedeli e affezionati al sound dei Mumford and Sons dei primi due album: Sign no more del 2009 e Babel del 2013.
Chitarre elettriche, ruolo centrale batteria, distorsioni sintetiche fuse a un video musicale errante tra le strade di Londra, rendono il pezzo orecchiabile e onirico. In perfetto stile "Coldplay", con le virgolette a simboleggiare un genere, più che specificatamente la band si Chris Martin.

Abbandono definitivo del country e del folk?

I timori del cambio di muta del gruppo di Londra, sembrerebbero essere al 100% confermati. In primis dalle dichiarazioni degli stessi in diverse interviste, e in secundis dall'uscita del videoclip musicale del secondo estratto di Wilder Mind: The Wolf.

Quest'ultimo fattore testimonierebbe anche un certo stravolgimento di look, molto simile a quello che ebbero i "Kings of Leon" quando nel 2008 si tosarono i capelli, abbandonarono gli abiti da rockers di provincia e si lanciarono nel palcoscenico mondiale col singolo Sex on fire. Spezzarono completamente il filone degli album precedenti e raggiunsero il successo globale. Azzardiamo nel dire che i primi due estratti di Wilder Mind dei Mumford and Sons ricordano un po' Kings of Leon, e non solo per cambio di vestiario e di capello. "Non credo sia un cambiamento così grosso, per noi è stato naturale. Non siamo mai stati troppo legati a nessun tipo di strumentazione." A parlare è il frontman Marcus Mumford durante un intervista del magazine " Rolling Stones". In quel contesto il leader dei Mumford ha citato alcune band da lui predilette e a cui, dice, si è ispirato per la realizzazione dell'ultimo album: Fleetwood Mac, Radiohead, Dire Straits e Led Zeppelin, aggiungendo che "tutte hanno una sorta di urgenza nei loro dischi, nei quali è come se ci fosse uno spazio enorme in cui agire. "

I membri dei Mumford and Sons hanno spesso parlato della loro ultima fatica proprio come "Svolta elettronica", dichiarando l'utilizzo di mellotron, drum machine, e sintetizzatori in abbondanza.
Insomma, a questo punto è proprio il caso di ribadirlo, dimenticate Banjo, fisarmonica, country e folk. Dimenticate i vecchi Mumford. Poche ore fa è uscita sul Web l'ultima intervista della band, questa volta a "Billboard". Dove Mr Mumford ha definito Kanye West l'ultima rock star rimasta, in un clima di polemica verso il declino del mondo e della musica rock. "Ci sarà sempre una grande rock band [...]. C'è un sacco di rock là fuori. Ma non credo che non sia quello per cui sarà ricordata la nostra generazione. Credo che saranno Kanye West e Rihanna" ha detto il chitarissta del gruppo Winston Marshall, seguito da Marcus Mumford: "Credo che Kanye sia figo. E' l'unica rockstar rimasta."

Detto ciò, la critica fine a stessa, da tifo da stadio, con una sorta di campanilismo affettivo, non è mai cosa buona. I Mumford and Sons erano e rimangono un egregio gruppo musicale, con ottime competenze tecniche, una buona penna e una presenza scenica da invidiare.
Non sono stati rari i casi di stravolgimenti di forma e sostanza tra le più note e migliori Band di tutto il mondo. Per citarne una, chi non ricorda la progressiva evoluzione dei Radiohead. Dai primi due album grunge-garage rock di Pablo Honey (1993) e The Bends (1995), alla fase intermedia dei divini Ok computer (1997) e Kid A (2000), passando per la conferma di In Rainbows (2007) per poi giungere a The Kings of Limbs del 2011, un album quasi interamente elettronico.

I Munford: le origini

I Mumford and Sons si formano nel 2007, in uno dei più importanti"polmoni musicali" del pianeta: Londra. Il gruppo è composto da Marcus Mumford alla voce, alla chitarra, al mandolino e alla batteria; Winston Marshall, seconda voce, chitarra resofonica e banjo; Ben Lovett seconda voce, organo e tastiera; infine Ted Dwane, contrabbasso, seconda voce e abile batterista.
Raggiungono il successo nel 2009: dopo aver firmato un contratto con la potente casa discografica resa celebre da Bob Marley Islands Records pubblicano l'album Sigh no more. Il loro genere è un ritorno al passato, ma con efficiente freschezza, il folk acustico dei Mumford piace, pezzi come Little Lion Man, Sign no more, White blank page, The Cave diventano da subito dei classici. Babel vende oltre un milione di copie solo negli Statu Uniti e i Mumford and Sons si aggiudicano il Brit Award. Il risultato del lavoro d'esordio è a dir poco sorprendente.
Prima dell'uscita del secondo album, nel biennio 2011-2012 i Mumford and Sons vengono elogiati, oltre che dal pubblico, anche da critica e colleghi. Cantano dal con vivo Bob Dylan, Bruce Springsteen, Paul Simon e Elvis Costello.
Nei live i Mumford and Sons commovuono e divertono allo stesso modo, il carisma di ognuno dei 4 componenti e notevole, e Babel, secondo album prodotto da Marcus Drave (Arcade Fire e Coldplay), non può che essere un altro successo.
L'anno dopo il dramma. La band annulla il tour statunitense a causa delle condizioni di salute di Ted Dwane, operato al cervello a causa di un trombo.

Il 20 settembre 2013, le dichiarazioni del 2014 di Ben Lovett fanno presagire una scioglimento dei Mumford, annunciando una "lunga pausa": "Non ci saranno attività legate ai Mumford And Sons nel prossimo futuro - questo è quanto abbiamo in programma al momento, di fare molto poco, almeno per quanto riguarda la band. Ci riposeremo un po'" Due mesi dopo è lo stesso Ted Dwane ad annunciare il ritorno, ma nel febbraio del 2014, per iniziare l'incisione dell'album in uscita il 4 maggio di quest'anno.

Dopo l'uscita di soli due pezzi di Wilder Mind, Il giudizio del "cambio di muta" dei Mumford and Sons sarebbe troppo affrettato, e non spetta certo a noi farlo. Le occasioni in Italia per assistere alla tanto citata "svolta elettronica" saranno tre e in tre giorni: Il 29 giugno a presso l'Arena di Verona (già sold out), il 30 giugno all'Ippodromo delle Capannelle in occasione del Rock in Roma e infine il primo di Luglio in Piazza Duomo a Pistoia per il consueto festival Pistoia Blues.

Nel frattempo Inseriamo il link dell'ultimo video musicale di The Wolf, che ad alcuni provocherà un sorriso amaro e nostalgico, rimembrando i Mumford and Sons delle camicie a quadri, i cappellini in testa, i visi un po' timidi e paciocconi e la passione country nelle vene.


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