0-4 al primo turno di playoff, non è certo il modo migliore per concludere un’annata, ma con un occhio un po’ più critico non si può assolutamente dire che la stagione dei Knicks versione 2010/11 sia stata negativa! Scendendo nei particolari si può dire che il gruppo pre-trade era la squadra di Mike D’Antoni: da corsa, con tanto movimento di palla, pochi isolamenti… qualche alto e basso di troppo ed una difesa rivedibile; il restyling di febbraio ha comportato parecchi problemi destabilizzando non pocogli equilibri all’interno dello spogliatoio, tanto che anche la posizione del coach col baffo era in bilico. Passato un mesetto e mezzo, quando si sono viste solo le cose peggiori dell’unione tra un allenatore come D’Antoni e due accentratori come i due ex Nuggets, la New York del trio Billups-Stoudemire-Anthony ha cominciato ad ingranare chiudendo la regular season al sesto posto con un record di 42W e 40 L, vincendo sette delle ultime 10 partite. Anche le prime sfide di playoff, con le sconfitte in volata a Boston erano risultate positive, poi gli infortuni di Billups e Stoudemire, e comunque l’innegabile superiorità dei Celtics, hanno fatto finire la serie in sole quattro partite.
Ora anche New York ha i suoi Big Three, ma il supporting cast, già non di altissimo livello, non si adatta molto alla nuova conformazione della squadra, ma Donnie Walsh che ha ben lavorato nelle ultime stagioni e sta per allungare la sua permanenza nella Grande Mela con un nuovo contratto, avrà lo spazio salariale per muoversi nel mercato di quest’estate. Il primo nodo riguarda proprio l’allenatore, ma i leader della squadra si sono esposti in prima persona per difendere l’ex coach di Treviso e Milano: ecco le parole di Amar’e Stoudemire rilasciate a Chris Sheridan di ESPN.
“Coach D’Antoni è la ragione per la quale abbiamo chiuso con un record vincente, e quella che ci avrebbe permesso, senza gli infortuni, di fare qualcosa di speciale nei playoffs. Penso quindi che sia Mike che Donnie (Walsh) resteranno anche la prossima stagione“.
Carmelo Anthony è apparso poi motivatissimo, giocare nella sua città gli ha cambiato la vita e le cifre nella post season sono a dir poco clamorose: 26 punti, 10.2 rimbalzi e 4.7 assist di media, compresa la gara-2 che rimarrà negli annali come una delle migliori prestazioni di sempre nei playoffs finita con 42 punti e 17 rimbalzi.
Lavoro da fare ce n’è, ma il nucleo su cui basare le fondamenta di un nuovo ciclo pure: l’era Anthony-Stoudemire a Manhattan è appena cominciata!