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Koksuz – Nobody’s Home

Creato il 31 agosto 2013 da Drkino

Bellissimo film diretto dalla giovane Deniz Akcay presentato nella sezione Giornata Degli Autori.

 

La prematura morte della figura maschile colpisce una famiglia turca nel bel film KOKSUZ – NOBODY'S HOME, diretto e sceneggiato dalla giovane esordiente Deniz Akçay.

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In una città metropolitana di una Turchia sempre più divisa tra tradizioni e modernità, seguiamo le vicende della vedova Nuncan, che dopo il lutto si chiude in casa a fare pulizie. La figlia più grande, Feride, deve prendersi cura della famiglia al posto della madre, lavorando e allevando i suoi due fratelli; Ilker, unico figlio maschio che sente sulla spalle la responsabilità di essere l'unica figura maschile rimasta nella casa e che, spaventato e confuso, passa sempre più tempo fuori dalla dimora familiare, marinando anche la scuola. La sorella minore Ozge, infine, subisce oltre il lutto, anche la lontananza di tutti i restanti membri della famiglia, concentrati sui loro problemi piuttosto che su di lei.

Il film offre un efficace e toccante spaccato di vita, che coinvolge grazie a personaggi ben caratterizzati e perfettamente interpretati dall'ottimo cast, prima fra tutti Ahu Türkpençe che interpreta Feride.

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Le forti tradizioni turche sono una presenza costante del film e si personificano nel personaggio della saggia nonna, che guida l'unico figlio maschio e la più grande delle figlie su quella che pare l'unica via possibile, cioè il rispetto dei codici morali imposti dalla società tradizionalista turca.

Il film sembra quasi condannare questo estremo tradizionalismo che troppo condiziona sopratutto le donne turche protagoniste del film; dalla madre che dopo il prematuro lutto non riesce a ritagliarsi un nuovo ruolo essendo esclusa dalla vita sociale; alla figlia maggiore, mal vista in ragione della sua assidua vita lavorativa, considerata un elemento negativo piuttosto che positivo, sopratutto in vista del suo matrimonio. Un matrimonio, secondo le stesse parole della regista, visto anche come funerale, in quanto preclude alle donne una qualsivoglia libertà, ma che è al contempo essenziale per essere accettati socialmente.

Anche Ilker, unico maschio in famiglia, si trova schiacciato dall'enorme

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responsabilità che gli pesa sulle spalle, fuggendo quindi da casa e sfogando sessualmente le sue frustrazioni sulla madre di un suo amico, quasi a voler umiliare se stesso e la madre dalla quale fugge.

Un film, in conclusione, che emoziona e si fa seguire appassionatamente dall'inizio alla fine, mettendo in mostra le difficoltà in cui versa il mondo femminile dei paesi arabi, anche moderati come la Turchia, che stenta a ritagliarsi un ruolo sociale importante e, sopratutto, attivo.

 


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