Magazine Pari Opportunità

L’aborto del sindaco

Da Leragazze

194aL’altra sera (mercoledì) il Marito di passaggio al Circo Massimo ha notato uno schieramento di polizia davanti al bar di proprietà di nostri cari amici. Lui, che non è ansioso come una madre ebrea, ha pensato che stessero girando un film. Tornato a casa, invece ha trovato una notizia su Repubblica. Purtroppo al Bar Gusto Massimo, non si stava girando un film, ma un pezzo di vita che, come a volte succede, stava superando la fantasia.
Nel secchio del bagno del locale era stato trovato infatti un piccolo feto abbandonato da una mancata madre priva di scrupoli.
Tante cose possono venire alla mente di fronte a notizie come queste. E tante frasi “di circostanza” possono essere pronunciate da personaggi pubblici in merito a certe vicende.
Io, per esempio, da brava Casalinga di Voghera qual sono, ho pensato subito che si dovrebbero diffondere in modo più capillare le informazioni sui metodi anticoncezionali che ogni donna ha a disposizione.
Il pensiero successivo è andato immediatamente alla Legge 194, che, grazie al cielo (e non solo a Lui) il nostro ordinamento mette a disposizione di ogni donna in caso di gravidanza indesiderata. Ed è inutile ribadire (ma lo faccio lo stesso) che nessuna donna, forse nemmeno la madre mancata del Circo Massimo, vi ricorrerebbe a cuor leggero.
Giunge quindi a sproposito l’intervento del sindaco Alemanno, il quale appresa la notizia ha immediatamente sentenziato:

E’ una notizia che desta orrore. Esistono molteplici possibilità di partorire in anonimato e sicurezza e, per coloro i quali non avessero mezzi o l’intenzione di crescere un figlio, di affidare una vita alle cure e alle attenzioni delle strutture sanitarie e di volontariato. In questi casi – ha concluso Alemanno – un gesto d’amore è dare a una nuova vita la possibilità di vivere.

La politica della giunta regionale capitanata (finora!) dalla destra della Polverini, ha cercato in ogni modo di affossare i consultori pubblici, l’unico strumento che ha la nostra società per prevenire simili episodi raccapriccianti, sia attraverso una corretta campagna di prevenzione e contraccezione, sia pubblicizzando capillarmente l’esistenza di possibilità alternative all’aborto, e all’aborto clandestino. Non si meravigli, allora il Sindaco Alemanno se la ragazza in questione è ricorsa a commettere un orrendo crimine per non portare a termine la sua gravidanza. Perché per poter usare strumenti alternativi e accettabili occorre che questi siano conosciuti. E farli conoscere è appunto, uno dei compiti dei consultori familiari.

Infine, last but not least, la cosa che più mi indigna è che troppo spesso ci si scorda che siamo uno Stato laico e che i principi religiosi non dovrebbero entrare in collisione con l’indirizzo politico di un Paese. La dichiarazione di Alemanno puzza di cattolico. L’alternativa di cui il sindaco avrebbe dovuto parlare per il caso della madre mancata non era il parto in anonimato, ma l’aborto legale. La ragazza non ha partorito in un bagno: ha abortito in un bagno. E la parola aborto non deve far orrore; ci deve far riflettere, si, ma non deve spaventare. Ognuno farà i conti con la propria coscienza, non certo con il proprio sindaco.


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