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L’Agone #100 – Guerra

Creato il 09 febbraio 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

L’Agone #100 – Guerra

Quale occasione migliore per festeggiare il centesimo numero di questa rubrica che lo scoppio di una guerra?

I PM di Milano hanno depositato la richiesta di rito immediato a carico di Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile. Il GIP ha 5 giorni, termine indicativo ma non perentorio, per accettare o rigettare i documenti. Insieme al faldone di 600 pagine che era già stato presentato alla Giunta per le autorizzazioni della Camera, ce ne sarebbe un altro di circa 200 in cui sarebbe contenuta la prova evidente dei reati.

Dall’altra parte Berlusconi in versione sputafuoco: è uno schifo, è un disegno eversivo, non so chi pagherà, farò causa allo Stato.

È pronta l’offensiva in grande stile: conflitto di attribuzioni (da valutare se da parte della Presidenza del Consiglio, della Camera o della Giunta) e denuncia ai magistrati per attentato alla Costituzione.

Bene. Uno stato in cui i poteri cercano di prevaricarsi l’uno sull’altro non è uno stato di diritto. L’Italia non è uno stato di diritto.

A rincarare la dose ci pensa quel bizzarro organo che è l’Ufficio di Presidenza del PDL che sembra fatto apposta per far danni. La nota da poco pubblicata è imbarazzante.

La Procura di Milano appare ormai come una sorta di avanguardia politica rivoluzionaria, in sfregio al popolo sovrano ed ai tanti magistrati che ogni giorno servono lo Stato senza clamori e spesso con grandi sacrifici. Essa agisce come un vero e proprio partito politico calibrando la tempistica delle sue iniziative in base al potenziale mediatico.

È il caso della richiesta di giudizio immediato in concomitanza con l’annunciato Consiglio dei ministri per il rilancio dell’economia, o alla dirompenza istituzionale, come il caso dell’invito a comparire notificato all’indomani di una sentenza della Corte Costituzionale che avrebbe potuto contribuire al ripristino di un equilibrio fra poteri dello Stato.

La solita panzana: giustizia ad orologeria. Peccato che in Italia ce ne sia sempre una e quindi gli atti giudiziari inevitabilmente giungono insieme a qualche altro evento politico. E poi, comunque, non ci sono elezioni alle porte, quindi i processi non influenzeranno niente.

L’Ufficio di presidenza del Popolo della Libertà esprime pieno sostegno al premier Berlusconi, vittima da 17 anni di una persecuzione che non ha precedenti nella storia dell’Occidente. Stabilisce inoltre di avviare tutte le iniziative politiche necessarie per difendere il diritto di tutti i cittadini ad una Giustizia giusta e di intraprendere tutte le opportune iniziative parlamentari per scongiurare un nuovo 1994 o, ancor peggio, che a determinare le sorti dell’Italia sia una sentenza giudiziaria e non il libero voto dei cittadini.

Nel 1994 fu la Lega a togliere la fiducia, non i PM a estromettere Berlusconi dal governo. Tra l’altro il Carroccio si impuntò sulle pensioni, non fece retromarcia dopo l’avviso a comparire spedito al premier.

A Milano si sta consumando un caso gravissimo di uso politico della giustizia in un Paese come l’Italia che pure negli ultimi 17 anni aveva conosciuto numerosi tentativi della magistratura militante di sovvertire il verdetto democratico.

17 anni perché per così tanto tempo il Berlusca è riuscito a mascherarsi dietro alle leggi ad personam. State tranquilli cari militanti del PDL, stavolta può darsi che sia la volta buona che la persecuzione finisca.

Ma se Berlusconi è innocente, che paura ha a farsi processare?


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