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L’Agone #91 – Senilità

Creato il 22 gennaio 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

L’Agone #91 – Senilità

Anche oggi sul bel capoccione di Berlusconi piovono critiche. Usuali quelle delle opposizioni, velate ma più pesanti quelle di altre due autorità.

In primis, Giorgio Napolitano torna sulla questione, in modo sottile.

Invito a scongiurare ulteriori esasperazioni e tensioni. È indispensabile un valido equilibrio nel rapporto tra chi è costituzionalmente deputato ad esercitare il controllo della legalità e ha specificatamente l’obbligo di esercitare l’azione penale e chi è chiamato a svolgere funzioni di rappresentanza democratica e di governo.

Il Capo dello Stato ha un ruolo importante nelle vicenda: è l’unico che ha il potere di sciogliere le camere o dimissionare Berlusconi, qualora lo ritenesse opportuno.

Ma un monito arriva anche da un altro colle, quello Vaticano:

La società e le istituzioni pubbliche ritrovino la loro anima, le loro radici spirituali e morali, per dare nuova consistenza ai valori etici e giuridici di riferimento e quindi all’azione pratica.

È presente un senso di insicurezza dovuto alla precarietà sociale ed economica, ma acuito anche da un certo indebolimento della percezione dei principi etici su cui si fonda il diritto e degli atteggiamenti morali personali.

Il messaggio di Ratzinger, pur provenendo da uno stato estero, è ancora più importante di quello di Napolitano. Non è ancora una condanna, ma non siamo neppure così contrari. E sarebbe una mazzata per un partito come il PDL che in fin dei conti ha raccolto buona parte dell’elettorato democristiano e per un premier che ancora si definisce paladino dei valori cattolici. Una bocciatura su questo fronte avrebbe ricadute elettorali pesantissime.

Come rischia di averle l’affair federalismo fiscale. Calderoli, per prudenza, ha fatto concesso lo slittamento al 28 gennaio del parere su un decreto attuativo della mini-bicamerale. La maggioranza è a rischio, anzi, non c’è. La Lega allora ha aperto a modifiche e sta dialogando con l’opposizione, soprattutto con il Terzo Polo.

Il leader Bossi, però, è convinto che le cose non andranno per le lunghe. Alla domanda se il federalismo potesse essere posticipato di sei mesi, ha risposto con un eloquente PRRRRR, in perfetto atteggiamento ministeriale.

Berlusconi non andrà dai PM, ritenendoli incompetenti territorialmente (ma non solo) e ritiene di dover essere giudicato dal Tribunale dei Ministri. Eh beh, organizzare orge rientra nei doveri del Presidente del Consiglio, è palese.

Bossi gli consiglia cosa fare nel frattempo:

Vada un po’ a riposare da qualche parte, che ci pensiamo noi.

Sirene datate 1994 risuonano a Palazzo Chigi, il pericolo verde è alle porto. E arriva su un carroccio.


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