Magazine Adolescenti

L’alcol tra i più giovani. Alla ricerca dei perché, ascoltando le loro voci. 2 parte

Da Psychomer
by Arianna Motteran on maggio 16, 2012

I giovani, di tutti questi bisogni di “essere”, di “fare”, di “condividere”, ne sono a conoscenza. Non c’è quasi necessità di farli riflettere sull’alcol. Sanno perché bevono ed è come se lo avessero accettato. Mostrare uno “stupido” video sulle conseguenze che l’abuso di sostanze alcoliche può avere, è inutile, se non controproducente. Infatti, i divieti inducono spesso a fare ciò che non si dovrebbe a causa del desiderio di sentirsi “liberi” da regole che vanno strette, soprattutto nel periodo adolescenziale. Sappiamo anche che, parlare di conseguenze future, non spaventa, probabilmente perché il futuro non ha contorni definiti e non offre garanzie, al contrario del presente, unica certezza assoluta. Lorenzo De Medici, recitava: “Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia: Del doman non v’è certezza”, e invece di rappresentare un inno alla vita e alla giovane età, sembra essere un incentivo a provare qualsiasi tipo di esperienza.

Come si fa, quindi, a responsabilizzare un adolescente in merito al tema “sostanze alcoliche”? Gli spot televisivi di birre, alcolici, superalcolici che riportano la frase “Bevi responsabilmente” sanno di presa in giro, come le scritte sulle sigarette “fumare nuoce gravemente alla salute”. Quindi, che cosa potrebbe indurre un adolescente a smettere di ubriacarsi, la sera con gli amici? A tale domanda diretta, una ragazzina mi risponde: “Vedere con i miei occhi un ragazzo che muore per coma etilico”.

C’è davvero bisogno che qualcuno perda la vita per insegnare agli altri, con la morte, quanto sia bello vivere o possiamo intervenire preventivamente?

Questo punto interrogativo dovrebbe trovare risposta attraverso ricerche che consentano di aprire una porta sul mondo “Adolescenti”, che tanto ci sembra di conoscere, ma che in realtà finiamo con il banalizzare.

Abbiamo bisogno di capire chi sono e quali siano le loro esigenze. Avviciniamoci a loro, in punta di piedi, lasciando che si facciano conoscere e ci dicano cosa provano, sentono, pensano.

Molte volte, mi capita di vedere in loro la necessità di tirare fuori quello che hanno dentro e non aspettano nient’altro che qualcuno gli permetta di farlo.

Credo abbiano molto da dire, da raccontare. L’esigenza di comunicare, è palese. Le generazioni passate, magari, ricorrevano a diari. Oggi ci sono Facebook, twitter e tutti i social network che hanno, in un certo senso capito e colto, la necessità di esprimersi e mostrare agli altri quello che si è/si vorrebbe essere attraverso un aforisma, una canzone, un post o un video.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :