Lo pensavo prima e lo penso anche ora, non tutte sono madri allo stesso modo e non esiste un modo giusto di esserlo. Quindi anche affrontare e commentare un’azione materna tanto lodata e pubblicizzata significa imbattersi in una molteplicità di opinioni…anche se in molte tendono a standardizzarsi sulla via comunemente accettata per paura di essere criticate e considerate madri sconsiderate.
L’allattamento è una cosa meravigliosa o cercano di convincerci di questo?
Affrontata una gravidanza, il parto e ora in mezzo alle crisi da allattamento, posso dire la mia, che comunque è solo una opinione tra tante perchè le madri sono tante quanti sono i modi di esserlo.
Cresciuta sentendo intorno una forte tendenza a ricorrere all’artificiale, alla scoperta della mia gravidanza ho partecipato ad un corso pre-parto scoprendo l’avanzare di una tendenza opposta.
Quello che mi è stato detto è che:
– il corpo di una donna è perfettamente progettato da madre natura per il parto e per l’allattamento.
– tutte possono allattare, non esiste una donna che non ha latte.
– allattare è un bene per il bambino.
– il bambino allattato al seno cresce meglio e affronta meglio i virus.
– la madre che allatta è più protetta nei confronti di alcune malattie nel periodo di allattamento
Tutte cose vere, per carità, ma quello che ne è venuto fuori è che in molte, con difficoltà nell’allattamento, si sono lasciate prendere da panico e stress pur di non dare ai loro piccoli il latte artificiale.
Personalmente ho sempre pensato di allattare, ma se non fosse stato possibile non mi sarei torturata ricorrendo senza problemi al latte artificiale. Eppure in alcuni momenti, mi è capitato di pensare che non avessi abbastanza latte e che mio figlio “morisse” di fame.
Non c’è dubbio che l’allattamento costituisca un legame fondamentale tra madre e figlio, ma, in molti casi, il legame serve ai bambini, mentre tortura le madri obbligate ad organizzare la loro esistenza su ritmi di allattamento, che soprattutto all’inizio significano non fare altro che dare la tetta al pupo.
Non parliamo poi dei dolori. Due ore circa dopo il parto il pargolo ti viene attaccato al seno e da quel momento sarà un continuo per i primi giorni prima di arrivare alle 3 ore tra una poppata e l’altra (che comunque non sono molte).
I primi giorni il dolore al seno è molto forte, lo è stato anche per me, nonostante io non abbia avuto problemi di ragadi o ingorghi (una eletta). Il seno si gonfia e i capezzoli si indolenziscono al punto che anche l’acqua della doccia può far male scorrendoci sopra.
Eppure nessuno te ne parla. Tutti spiegandoti l’allattamento, ti parlano solo della bellezza di questo legame che rende dipendente da te il bambino. Nessuno parla del disagio e del dolore di tale operazione (che comunque dopo un pò passa se si riesce ad affrontarlo) nè tantomeno si parla del panico che provoca tale dipendenza: non si è più donne come prima.
Adesso è da dire che ancora allatto mio figlio, che il seno non mi fa più male e che le mie tette ormai sono diventate di dominio pubblico, dovendo ogni tanto allattare in giro per negozi o per la città. Parlando del mio disagio nell’organizzare la mia vita sulla mungitura sono stata guardata di traverso, eppure non credo che tutte vivano l’allattamento come qualcosa di meraviglioso.
Di certo è un pò troppo dire di non voler allattare altrimenti le tette arrivano alle ginocchia, ma non pensare l’allattamento come qualcosa di divino non è un peccato e non ci rende meno madri o madri peggiori.
Archiviato in:Riflessione del giorno Tagged: Disagi di una donna