E’ cosa fatta, l’alleanza fasciocomunista con Nigel Farage è necessaria, a confermarlo l’articolo del prof. Paolo Becchi a tutti gli effetti l’ideologo del M5S, l’unico a godere di accesso amministratore al Blog di Beppe Grillo. Con ogni probabilità, il destino dei dissidenti è già segnato. Io “la campagna elettorale” di Farage “l’ho schifata più ancora di quella della Le Pen” riferiva la deputata pentastellata Giulia Sarti appena saputo dell’incontro al vertice tra Grillo e Farage in vista della formazione di un gruppo parlamentare europeo comune. “Saremmo costretti qui in Italia a votare contro le loro posizioni in Europa ad esempio sull’immigrazione” sottolineava delusa. Se tieni insieme protofascisti e veterocomunisti nello stesso movimento che non si dichiara né di destra, né di sinistra, quando poi arriva il momento di prendere decisioni e definire una linea politica comune d’indirizzo, inevitabilmente le contraddizioni esplodono. Al Parlamento nazionale si può anche decidere di non pronunciarsi, ma al Parlamento Europeo la necessità di trovare alleati per avere voce in capitolo diventa ineludibile e quindi, o stai coi socialisti o stai coi conservatori, ma se scegli di stare contro devi per forza di cose andare d’amore e d’accordo con la Le Pen, con Farage e con tutta la nutritissima compagnia di patrioti ciascuno dei quali è orgoglioso della propria lingua. Un cartello elettorale può anche raccogliere un consenso notevole puntando sul malcontento e sul disagio, ma quando arriva il momento di disegnare la propria visione del mondo è difficile uscirne fuori senza traumi. In fondo, con gli eletti al Parlamento Europeo, il M5S è arrivato alla sua prova di maturità. Stilare la lista dei problemi non basta più, bisogna decidere quali soluzioni adottare. Quella sull’immigrazione è il rospo più duro da ingoiare per i giovani veterocomunisti a cinque stelle più facile invece per i protofascisti pentastellati battersi contro l’euro moneta criminale, contro la Trojka affamatrice di popoli e contro gli eurocrati che scalzano il popolo dalla sovranità. Così mentre il fisico Pedicini neo eurodeputato, sembra già che se ne sia fatta una ragione di Farage definendolo “uomo coraggioso che si batte contro le lobby ed i poteri forti” e sull’immigrazione comincia a maturare una posizione che contempli la “regolamentazione di tipo europeo”, il prof. Becchi sottolinea che coi verdi un’alleanza sarebbe impossibili perché “non hanno fatto assolutamente niente per contrastare le politiche dell’austerità”, ritenendo invece Farage vittima della cattiva informazione. E’ solamente un uomo di polso assicura Speroni deputato uscente della Lega, che lo conosce da vicino. Non è un razzista, tra i suoi deputati eletti c’è Amjad Bashir pakistano di nascita e Steven Woolfe, di origine africana dati del tutto irrilevanti scrive Becchi, per la stampa italiana che ignora tuttavia anche le posizione del ministro dell’interno francese Valls per il quale riferisce testualmente: “la maggioranza dei Rom deve essere rincodotta alla frontiera”. Eppure, osserva Becchi, il PD si appresta a fare gruppo coi socialisti francesi indisturbato. Farage è il compagno ideale, non gl’interessa l’Europa, lui pensa al Regno Unito conclude Speroni.
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