Magazine Cinema
(ci sono spoiler)
Mamma mia che peccato...
Un ottimo soggetto e la straordinaria interpretazione delle tre giovanissime attrici, avrebbero fatto di Lost and Delirious (titolo originale) un film meraviglioso, se solo dietro la macchina da presa e in fase di scrittura ci fosse stata gente che i film li sa fare sul serio. Mi dispiace esser così cattivo con un film che è dovunque amatissimo ma, se uno non si lascia trasportare troppo dalla magnifica storia che narra, è impossibile non notare difetti macroscopici.
Mary è una ragazzina di quindici anni mandata dal padre in un college tutto al femminile tre anni dopo la morte della madre per cancro. Fa amicizia con Victoria e Pauline, in realtà amanti. Victoria, per paura della propria reputazione, lascia Pauline, questa impazzisce per l'amore perduto.
Impossibile non partire dalle tre protagoniste, Piper Perabo, Jessica Parè e Mischa Barton. Son talmente brave che è quasi impossible trovare la migliore. Certo spicca su tutte il personaggio della Perabo (Pauline) perchè è il più potente, il più travagliato, il vero eroe tragico della vicenda. Ma anche la poco conosciuta Parè, oltre che bellissima, rende al meglio l'insicurezza, la difficoltà che Victoria attraversa nel momento in cui è costretta a decidere per un amore vero ma non comunemente accettato (quello lesbo con Pauline) o uno falso ma rassicurante con un ragazzo di un altro college. E, quasi in disparte ma in realtà molto dentro le vicende, sta Mary, una sorprendente Barton, timida, educata, schiva, spettatrice quasi inerme della storia d'amore tra le due ragazze, dai momenti più coinvolgenti fino alla rottura.
E' un film sull'Amore, sulla passione, sui tormenti, sulle gioie e sulle delusioni che questo comporta. Il personaggio della Perabo acquista via via una tragicità impressionante e non è un caso che più volte vengano citati passi di letteratura classica.
Dove sono quindi i problemi?
Il film è troppo didascalico, la regista tende a sottolineare e spiegare davvero troppo. Ad esempio le musiche e il montaggio sono davvero da serie televisiva. Prendere ad esempio la scena in cui c'è il montaggio alternato di Piper fuori e di Victoria a letto, poco dopo essersi lasciate. Sembra di essere dentro Dawson's Creek, altro che cinema. E l'insistenza con cui si citano passi letterari (sempre gli stessi tra l'altro); e la presenza del giardiniere filosofo; e le scene con ralenti (ancora da resa televisiva); e la metafora un pò banalotta del falco che deve volar via. Insomma, c'è un'atmosfera vagamente retorica quasi da telenovela. Senza dimenticare il finale, bellissimo (vedere la frase che ho postato all'inizio) per un verso, ma assolutamente falso e stonato per un altro. Quei visi che guardano su nel cielo dopo il tuffo di Pauline (tra l'altro grosso errore, dato che nell'immagine precedente avevamo visto come sotto non avesse il vuoto ma 10 metri di tetto prima di cadere...) e la voce fuori campo di Mary emozionano sì, ma hanno davvero poco senso. In questo caso la metafora fa troppo a cazzotti con la realtà, quei visi all'insù son davvero troppo forzati. Un buon sceneggiatore avrebbe volto lo sguardo di tutti in basso (dove è successo l'irreparabile) e avrebbe fatto guardare il cielo soltanto a Mary con il suo monologo finale. Sarebbe stata davvero una scena magnifica, guardatelo e ditemi che non avevo ragione.
(voto 7)
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