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L'AMORE GRAFFIA IL MONDO - di Ugo Riccarelli

Creato il 09 settembre 2013 da Ilibri
L'AMORE GRAFFIA IL MONDO - di Ugo Riccarelli L'AMORE GRAFFIA IL MONDO - di Ugo Riccarelli

Titolo: L'amore graffia il mondo
Autore: Ugo Riccarelli
Editore: Mondadori
Anno: 2012

Quante volte, da bambini, siamo stati rapiti dalla realizzazione di una figura di carta? Si sia trattato di una barchetta, di un cappellino o di una fila di sagome umane che si aprono dopo un abile ritaglio…

Qualcosa di simile accade a Signorina, figlia di ferroviere, che in un incontro magico scopre un’abilità straordinaria nelle proprie mani. Tutto accade quando un ometto dagli occhi a mandorla le regala un abito di carta, confezionato in quattro e quattr’otto sotto gli occhi esterrefatti della bambina, che presto realizza di avere la medesima abilità intravista “giù alla stazione, sulla banchina, da un omino con gli occhi a sghimbescio.

“L’amore graffia il mondo” è la storia delle occasioni mancate di una bambina sensibile e intelligente, che poi diventa donna con il senso della modestia, del sacrificio, della rinuncia.

Signorina patisce la cultura patriarcale ove il capofamiglia è molto capobranco e poco padre (“La Maria dovette preoccuparsi di dar da mangiare ai bambini in momenti separati per poi, la sera, metterli a letto prima che il marito rincasasse…”), ove la mamma ha il senso della sottomissione (“convinta che il posto delle donne fosse ben dentro la propria casa…” ) e sottovaluta le sue fatiche (“Ma lei no, le disse che no, lei non aveva mai lavorato”), ove il ruolo della donna è quello di stare in casa, al proprio posto (“quelle parole … che non erano giunte, sancendo definitivamente la proibizione – ndr: di proseguire gli studi - con cui il padre anni prima le aveva segnato la vita”).

Nel corso della sua vita Signorina scopre, in ogni tappa, che l’amore graffia il mondo e che la vita graffia l’animo. E realizza un destino opposto a quello che avrebbe desiderato per sé, quando aveva giurato “a se stessa di voler essere diversa dalla Maria, di voler uscire dalla casa dei ferrovieri e vedere il mondo…”

Così si sposa per ripiego (“Non era esattamente quello che lei aveva sognato per la prima notte di nozze, ma quello era il suo Beppe, era quello il suo amore, e allora Signorina … si strinse alle sue braccia e si lasciò amare”), affronta scelte difficili, la malattia del figlio Ivo (“la gravità di quel boccheggiare…”), incappa lei stessa nella malattia mentale…

Tornano in questo romanzo i temi cari a Riccarelli, autore straordinario che nello scorso mese di luglio ci ha lasciato orfani della sua penna sensibile, che sa incidere in profondità l’animo di chi legge. In quest’ultima opera abbiamo modo di assaporare nuovamente il gusto per la saga familiare che si sviluppa negli anni del fascismo e del secondo conflitto mondiale, il senso della lotta contro la malattia per “Ricucire la vita” (“Scusi, professore, ma non si può sostituirgli i polmoni come ho vista che si comincia a fare con il cuore?”), l’analisi del dolore (cfr. “Il dolore perfetto”) che pervade l’esistenza, l’abilità drammatica nel plasmare personaggi forti che nulla possono contro il destino…

 Bruno Elpis

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