
Leggendo i quotidiani in questa prima giornata dell’anno della fine del mondo (se a fine 2012 scopriremo che i Maya avevano esagerato in pessimismo coi loro vaticini, bisogna però dargli atto fin da ora che ci si erano avvicinati parecchio) mi imbatto in notizie buone e cattive.
Prima le cattive.
I morti e i feriti da botti di capodanno sono drasticamente diminuiti a causa dei divieti di sparacchio celebrativo imposti in numerose città italiane. Questo è un vero peccato. L’ecatombe pirotecnica di imbecilli annualmente generata dal gioioso abuso di botte a muro, raudi fischioni e siluri di Maradona era per me un ritemprante appuntamento con l’eroica resistenza della selezione naturale, improvvidamente abrogata dalle politiche sociali e sanitarie. Era un’occorrenza gaudiosa, la lieta novella del drastico assottigliarsi della schiera nazionale di mentecatti terminali, che periodicamente mi riconciliava col mondo, mi permetteva d’iniziare il nuovo anno in bellezza e di digerire il cenone di San Silvestro tra frizzanti flatulenze. Quest’anno, purtroppo, pare che i deficienti morti schiattati siano soltanto due. Uno a Roma, che ha fatto saltare in aria l’intero appartamento nella comprensibile foga di festeggiare le rutilanti prospettive politiche ed economiche che il nuovo anno porta al nostro paese. Si può perlomeno consolarsi pensando che, se il numero di coglioni che accedono alle praterie di Manitù per autodeflagrazione si è tristemente ridotto, la loro qualità va però crescendo costantemente. Un altro è defunto a Casandrino, in provincia di Napoli, raggiunto da un proiettile vagante mentre, in piena notte, modulava una sinfonia per mefisti e tricchetracche bighellonando per le strade della camorra. Unica nota positiva: i mutilati e gli straziati nella carne restano pur sempre un numero cospicuo, nell’ordine delle centinaia. Fra essi – come c’informa “Repubblica, con la lacrima al ciglio – vi sono anche “76 bimbi”, cioè 76 figli, nipoti e bisnipoti di cerebrolesi, probabili cerebrolesi futuri, che dovranno trascorrere l’eventuale tempo che gli resta da vivere con una dotazione di mignoli, pollici, arti ed organi di varia natura inferiore al limite di legge. Ciò è un bene. La privazione, anche anatomica, del pollice opponibile contribuirà a renderli più facilmente riconoscibili.
Veniamo alle buone notizie, che quest’anno sono veramente clamorose.
Viktor Orbán, il promettente premier ungherese al quale, qualche tempo fa, avevo già dedicato un post di entusiastica ammirazione, ha deciso stavolta di superare se stesso. Dopo aver buttato fuori a calci il FMI dal proprio paese, dopo aver tagliato gli emolumenti dei dipendenti pubblici, a partire dai banchieri, dopo aver ridotto di 9 punti la tassazione per le aziende, dopo aver vietato i mutui in valuta straniera che facevano concorrenza a quelli in valuta nazionale, sentite un po’ cos’altro ha fatto questo folle.





