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L'approccio zen

Creato il 11 ottobre 2011 da Nina

L'APPROCCIO ZENNon sono sparita. Non mi hanno rapita gli agenti immobiliari, non mi sono ammalata, tutto sommato sto bene. Abbiate pietà di me se ultimamente sono un po', come dire, monotematica, distratta e assente, ma questo è il meglio che ho ora e vi assicuro che non è poco.Si dice che non siamo noi a cercare le case, sono loro che ci trovano. Se così fosse credo che la nostra ci stia evitando, in modo non troppo velato. Sabato abbiamo trascorso l'intera giornata a vedere case deludenti, la sera siamo usciti con gli amici e siamo andati ad ubriacarci. Minchia se è dura.Domenica ho disperatamente tentato di dare un senso all'armadio, con il cambio di stagione, mentre Lui lavava il bagno. Ma è talmente piccolo, basso e non funzionale, che dire rabbia e frustrazione è un eufemismo. Così, dopo l'ennesimo santo scomodato, ho capito che era inutile tentare di far convivere le due versioni di me nello stesso luogo (la Nina estiva e quella invernale), ci riuscirei solo se fossi la piccola fiammiferaia (nel senso dell'esiguo guardaroba). Non avendo altro spazio utile, visto che qui è tutto saturo, ho preso gli indumenti più vistosamente estivi e li ho messi in un borsone. Con un biglietto di sola andata per Casa nuova. Ora il suddetto giace sotto il tavolino ribaltabile Ikea. Spero avrà sorte migliore a breve. La sera siamo usciti di nuovo con gli amici, della serie AAA cercasi spensieratezza. Non pervenuta. Ma almeno il vino era buono.
Lunedì. Mi sono alzata carica di buoni propositi e spirito intraprendente. Sono uscita con l'intenzione di fare qualcosa di concreto, anche da sola, per il nostro sogno-bisogno: visitare le agenzie immobiliari di zona. Sulla stessa strada ce ne sono ben  cinque. Vorrà pur dire qualcosa questo no-o? La crisi c'è e si sente, ma continuano a costruire, perciò ci saranno un sacco di invenduti, mi dico. La mattinata si è svolta così.
Agenzia AInserita in un contesto residenziale e verdeggiante c'è questa porticina. Suono e la segretaria mi sorride professionalmente. In poche ma efficaci parole spiego le mie esigenze: il budget, la zona e almeno due stanze. Che è un po' come dire va bene tutto sono disperata. Lei mi guarda con pena e chiosa:- Mi spiace, abbiamo venduto tutto -Allora che cazzo ci stai a fare oggi a quella scrivania? Chiudi no?
Agenzia BVarco la porta, tre scrivanie, quindici ragazzi finto-impegnati. Uno mi punta e si interessa al mio caso. Stessa solfa, spiego cosa sto cercando.- Allora ti porto a vedere la villa! Andiamo con la mia macchina - esclama lui.Si basta che non è la tua, penso io. Sto per aprire lo sportello e lui mi fa:- Scusa è un po' sporca, ma sai non ho fatto in tempo a pulirla che ieri notte sono tornato tardi -e sti cazzi, aggiungerei io, ma mi limito a restituirgli un sorriso educato.- Scusami anche per l'odore, è che ho un cane e non ho fatto in tempo a pulirla che ieri notte ho fatto tardi -Che ha inserito il disco?- In effetti si sente, ma non preoccuparti - signore che puzza, fatemi scendere!- Già e poi è piovuto -Quando? Un mese fa?Arriviamo a destinazione e ho un flash back: ma io qui ci sono già stata. Ossì ero con Lui e non volevo manco entrare che mi era bastato l'esterno. Villa? Sono villette a schiera, a ferro di cavallo, ammassate, buie e con uno sputo di giardino. Due dettagli per tutti: la seconda camera non è mansardata come ti dicono, è LA mansarda. Il garage (seminterrato) avrebbe dovuto ospitare il salone, togli la basculante e metti la porta a vetri (giuro, è la cosa che ci siamo sentiti ripetere più spesso). Solo che la porta non dà su, che ne so, un pezzetto di giardino, ma sul parcheggio condominiale. E la chiamano villa. Fanculo. 
Agenzia CC'è una ragazza seduta, in una stanza di due metri per due e una signora che fa lo slalom tra me, la scrivania e un divanetto, che non si sa a cosa serva, visto che a malapena ci stiamo in tre e due di noi sono in piedi. Rimango così, non c'è una sedia manco a pagarla e comunque non c'entrerebbe, se invece mi sedessi sul divano, mi interfaccerei col muro di fronte. Stavolta sono più specifica, mi convinco che con una richiesta più precisa sarà più semplice accontentarmi. Gli spiego che cerco un appartamento con un terrazzo abitabile (o un piccolo giardino se al piano terra), due camere da letto per favore sullo stesso piano (metti che è una villa!) e una metratura che non sia al di sotto degli 80 mq, possibilmente nuove costruzioni. Cerca qualcosa nel faldone e poi annuisce:- Ecco, abbiamo questo disponibile -Un appartamento con balcone in una palazzina degli anni '70. Annisettanta. Vabbè che amo il vintage però.
Agenzia D- Si, abbiamo appartamenti con salone ampio, cucina abitabile, due camere matrimoniali, due bagni e balcone -- Quanti metri quadri? -- Cinquanta -- Terrazzati? -Rimane un mistero come possano entrare tutte quelle cose in cinquanta metri quadri. Poi si è preso i miei dati e preferenze da inserire nel data base. Immagino il computer si sia fatto una grassa risata quando ha catalogato la richiesta.
Agenzia ECi sono due ragazzi fuori che fumano. Uno sembra uscito da un film di Almodovar. Lampadato, sopracciglia rifattissime, labbra gonfie, turgide e sporgenti (grazie al botox), zigomi alti, capelli curatissimi. Non so a voi ma a me gli uomini plastificati, con la pelle lucida e rifiniti più di me mi fanno senso. Avrà si e no venti (e qualcosa) anni. Mi vede che osservo i cartelli con le offerte in vetrina, butta la sigaretta in strada, mi chiede cosa cerco. Aziono il nastro registrato (appartamento due stanze...) lui scuote la testa e indicandomene alcuni mi ripete quello che già vedo scritto. Occhei amico sai leggere, me ne hai dato ampiamente prova, bravo. Però cazzo con quei due canotti (che quando li muovi è evidente la fatica che fai), pensi di  risultare credibile! Lo mollo con un sorriso stitico e corro a casa.
Il pomeriggio, per risollevarmi il molare (ah ah) e dare un senso a quella inutile mattinata, mi sono messa a ripensare gli spazi del nostro grottino. Occhei è piccolo(issimo), siamo quasi arrivati ad odiarlo e starci in due sta diventando insostenibile, ma è pur vero che c'è ancora qualcosa che posso fare per migliorarlo, per rendere questi ultimi mesi qui dentro piacevoli e non un inferno. Per toglierci di dosso quest'ansia assassina di andare via, manco avessimo l' FBI alle costole. Il mio esercizio zen è diventato questo: migliorare il presente. Il mio obiettivo a breve termine sarà quello di ricreare uno spazio accogliente e confortevole qui, ora. Non ci avevo pensato fino a ieri, tutte le mie energie erano proiettate sulla ricerca di altro, per fuggire e lasciarmi tutto alle spalle. Invece voglio che questo tempo non sia vuoto, ma di qualità, che l'attesa, finché non troviamo una casa, sia gradevole. Non voglio sentirmi più con l'acqua alla gola.Come penso di raggiungere questo obiettivo? Semplice: un divano. Troverò lo spazio per un divano, a costo di metterlo attaccato al tavolo e finalmente torneremo a sentire l'atmosfera di casa anche qui.
A volte la risposta è davvero quella più semplice.
L'APPROCCIO ZEN

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