L’Aquila è la l’Atlantide dell’era moderna. Una città scomparsa sotto le proprie macerie, di cui restano solo “le case” costruite in fretta e furia, seguendo un modello di ricostruzione che non si è dimostrato vincente. Dimenticata anche dalla stampa che, nei giorni post terremoto, ne aveva strumentalmente sposato la causa umanitaria.
E’ difficile sapere, dall’esterno, quali siano le vere ragioni sottostanti ad un blocco di ricrescita sociale così evidente. Forse sono gli abruzzesi a non avere quel giusto spirito per rimettersi in piedi. Forse è stata la gestione del post terremoto ad aver complicato la ricostruzione, distruggendo anche quel poco di tessuto sociale che era rimasto. Sicuramente le responsabilità del governo centrale, vista la sua invadenza, è da chiamare in causa.
Oggi, tuttavia, qualche prima verità viene a galla e ci rimanda ad una gestione della cosa pubblica fallimentare e truffaldina, che trova spazio tanto nella stampa estera, quanto in quella nazionale.
Si legge che si sarebbe creato un sistema di Onlus, Fondazioni e Associazioni, collegate tra loro, per presentare progetti e raccogliere ben 12 milioni per il sociale. Questi fondi sono stati stanziati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per le zone terremotate. I Sindaci non se ne sarebbero nemmeno accorti o non sono stati ascoltati.
Fatto sta che sono finiti agli arresti domiciliari Fabrizio Traversi, 62 anni, di Roma, dipendente della Presidenza del Consiglio dei Ministri e direttore del sistema qualità montagna dell’ente italiano della montagna, in via di soppressione, il 36enne medico aquilano Gianfranco Cavaliere, figlio di Raffaele Tripoli consigliere comunale del Pdl in consiglio comunale all’Aquila (padre e figlio sono anche indagati in un’altra inchiesta per avere indebitamente avuto un alloggio del progetto C.A.S.E.).
L’inchiesta che li avrebbe presi nel sacco è chiamata “Attenti a quei due”. Perchè è così che si chiamavano nelle telefonate che sono state intercettate. Coordinatore delle indagini è il Capo dell’Aquila, Alfredo Rossini ed è curata dal Pm Antonietta Picardi. Al momento “si ritiene che parte offesa sia tutta la popolazione dell’area del cratere”.
Le indagini sono partite nel maggio 2010 e sono state caratterizzate da intercettazioni ambientali, telematiche e telefoniche. In una di queste Traversi dice a Cavaliere “queste sono operazioni corsare, noi incassiamo e sparimo.
Indagati sono anche il Sindaco di S.Demetrio, Silvano Cappelli, il Presidente di Eurispes Abruzzo, Nicola Ferrigni, e Mimmo Srour, ex Assessore regionale ai Lavori pubblici nella giunta Del Turco e, per un breve periodo, Assessore provinciale alla Ricostruzione dell’attuale Giunta provinciale di centrodestra.
Sempre dai giornali si apprende che al centro del sistema ci sarebbe la Fondazione “Abruzzo solidarietà e sviluppo” della quale Traversi e Cavaliere erano, rispettivamente, Segretario generale e Vice presidente (oggi dimissionari). Della fondazione facevano parte l’Arcivescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinari, e come vicario il Vescovo ausiliare, Giovanni D’Ercole, anche loro dimissionari.
Al centro delle polemiche sono 12 milioni di euro, annunciati dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanardi, che erano destinate a politiche per i giovani. Il Dipartimento per le politiche della famiglia in una nota ha chiarito che dei 12 milioni stanziati per il sociale 3,1 sono stati già impegnati per una residenza per anziani e gli altri messi a bando.
On Line, la Repubblica.it pubblica un’inchiesta in cui si legge che il Vescovo ausiliare Giovanni D’Ercioe si raccomandava al sottosegreteraio Giovanardi perchè i fondi fossero assegnati alla onlus “Solidarietà e Sviluppo”, fondata dalla stessa diocesi dell’Aquila.
Il Sindaco Cialente riteneva che dovessero essere destinati in parte (circa tre) per ristrutturare un centro anziani (al quale, poi, vennero effettivamente assegnati) e a un’altra ristrutturazione (per nove milioni) di un complesso nel centro storico.
SArebbe su questa seconda fetta, invece, che si erano accentrate le mire della fondazione di origine curiale “Solidarietà e Sviluppo” i cui progetti, però, risultarono non conformi alla normativa.
Cialente denunciò la questione e accusò pubblicamente anche Giovanardi quando, nel luglio del 2010, sembrava che la onlus stesse riuscendo nei suoi intenti. L’inchiesta sarebbe partita proprio dalleaffermazioni del Sindaco.
Nel tempo, anche Giovanardi sembra essersi lamentato per il fatto che questi soldi non venivano spesi. Il secondo arrestato, Gianfranco Cavaliere, è proprio un politico legato a Giovanardi. Dalle intercettazioni si scoprirebbe che mentre pubblicamente Giovanardi si lamentava dei ritardi della ricostruzione e dell’assegnazione dei fondi, al telefono invece si dava da fare per farli ottenere alla onlus della Curia.
Come viene riportato da una intercettazione tra lo stesso vescovo D’Ercole e Giovanardi: ” Volevo soltanto dirti questo: siccome è ovvio che con questo nostro progetto probabilmente daremo fastidio a qualcuno, faranno un po’ di questioni. Mi raccomando: tieni la barra ferma…” chiede D’Ercole.
“Ma ti immagini! Ma io ho solo bisogno che voi… cioè, che chi mi può dare il disco verde che è il commissario di governo mi dica “spendi” e io vengo lì con i soldi cash…” risponde Giovanardi.
E D’Ercole “Noi.. noi in settimana ti diamo tutti i progetti nostri, pronti”.
Giovanardi: “e certo.. bravo.. altro che carriole o non carriole.. scusami, altro che popolo delle carriole. Ce l’ho qua i soldi… che alla fine… veramente una cosa incredibile. Comunque, io aspetto ancora un po’, poi risollecito il commissario, se magari tramite Cavaliere (uno degli arrestati, ndr) che è qua e poi dico “amico, io ho polemizzato con il sindaco, ma a me non mi fa mica (..) lo schieramento politico, eh! Se devo polemizzare con uno del Pdl ci penso due secondi, ma proprio non me ne può fregare di meno”. Da notare che proprio D’Ercole si farà fotografare con il popolo della carriole all’interno del centro storico, mentre con la pala cerca di rimuovere le macerie.
Il tutto si sarebbe concluso con un nulla di fatto, poichè Gianni Chiodi, Commissario alla Ricostruzione, non ha appoggiato l’iniziativa.
Leggendo si apprende che Cavaliere, al telefono, parlava anche di come utilizzare i fondi del terremoto per la politica: “perché l’associazione Democratici Cristiani è un’associazione per gestire i 5 milioni di euro, parte dei 5 milioni di euro che Carlo (Giovanardi, ndr) c’ha sulla Fondazione”.
Il Giudice per le indagini preliminari, Marco Billi, scrive nell’ordinanza di custodia cautelare: “il senatore Giovanardi, da quanto risulta al momento, è stato sostanzialmente “utilizzato” dagli indagati, i quali hanno saputo fare leva sulla evidente volontà dello stesso di utilizzare i fondi, strumentalizzandone gli interventi di carattere politico nel tentativo di convogliare tutti o parte dei fondi sulla loro fondazione. Si è visto come al sottosegretario venissero fornite informazioni sull’evolversi della vicenda sapientamente filtrate e distorte, per spronarlo ad assumere atteggiamenti utili per il conseguimento dell’illecito fine prefissato. Si può in proposito ritenere che proprio lo stretto collegamento di Cavaliere con Gio vanardi (dovuto alla medesima matrice politica di riferimento) abbia fornito concrete possibilità operative agli indagati”.
Molto più dure le considerazioni del Gip sul ruolo della Curia e sui due vescovi dell’Aquila: “Si ritiene, in ogni caso, che il ruolo dell’arcidiocesi (ed il particolare dei vescovi Molinari e D’Ercole) debba essere ulteriormente approfondito nell’ulteriore corso delle indagini preliminari, al fine di accertare il livello di consapevolezza che gli stessi hanno avuto degli effettivi propositi degli indagati. Sotto tale profilo, infatti, è da rilevare che tanto l’associazione Aquila Città Territorio quanto la Fondazione hanno la propria sede presso la Curia arcivescovile aquilana, che l’arcivescovo Molinari ha partecipato al la Fondazione fin dall’atto costitutivo e che Molinari e D’Ercole hanno partecipato personalmente all’incontro di Palazzo Chigi del 17.6.10 con il sottosegretario Giovanardi, Chiodi (commisario alla ricostruzione, ndr) De Matteis (vice presidente del consiglio regionale abruzzese, ndr) e Cialente (sindaco dell’Aquila, ndr)”. Quindi, seppure allo stato i due vescovi non sono indagati, il Gip sul loro ruolo nella vicenda chiede indagini più approfondite.
Laconiche le considerazioni finali sul ruolo della stessa onlus della Curia da parte del giudice: “In nessuna di tali conversazioni si è potuto evidenziare un passaggio, un apprezzamento, una considerazione, una valutazione in ordine al merito dei progetti. I diversi progetti appaiono, infatti, considerati esclusivamente sulla base del relativo referente politico nonché sul grado di priorità che può essere loro riconosciuto in considerazione del possibile tornaconto economico e politico personale degli indagati. Manca, all’evidenza, una seppure generica e formale attenzione alle finalità concrete dei progetti, all’utilità per la popolazione, all’esigenza di creare una ragionata e consapevole scala di priorità delle esigenze, per utilizzare nel migliore modo possibile i fondi in esame. I diversi organi istituzionali coinvolti non sembrano operare in accordo tra loro né risulta esistente una struttura di raccordo tra gli stessi che possa comporre eventuali contrasti ed armonizzare le rispettive esigenze. Al contrario è evidente che tali organi operino in competizione tra loro ed il riferimento alla “guerra”, seppure considerata politicamente, non appare troppo lontano dalla realtà”.
Questo è quanto si legge e viene riportato su repubblica.it e su americaoggi.
Questa è la ricostruzione… senza veri mattoni e senza veri muratori, ma con tante chiacchiere telefoniche e intenti truffaldini.