I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria dell’Aquila, impegnati nell’operazione “Dirty Job”, stanno eseguendo su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia dell’Aquila, 7 ordinanze di custodia cautelare (4 in carcere e 3 agli arresti domiciliari), emesse dal giudice delle indagini preliminari Marco Billi nei confronti di altrettanti imprenditori, operanti nella ricostruzione post-terremoto, per i reati, a vario titolo, di estorsione aggravata dal metodo mafioso e di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Alcuni edifici del capoluogo abruzzese nel post terremoto (protezionecivile.gov.it)
L’operazione “Dirty Job” della Guardia di Finanza. La Guardia di Finanza sta eseguendo sette ordinanze di custodia cautelare, quattro in carcere e tre ai domiciliari, nei confronti di imprenditori impegnati nella ricostruzione post-terremoto all’Aquila: i provvedimenti, emessi dal gip Marco Billi, riguardano una lunga indagine sull’infiltrazione del clan camorrista dei Casalesi nel tessuto economico aquilano e, in particolare, nei cantieri della ricostruzione degli edifici privati danneggiati dal terremoto del 6 aprile 2009. Gli imprenditori arrestati sono accusati, a vario titolo, di estorsione aggravata dal metodo mafioso, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Contestualmente agli arresti gli uomini della Guardia di Finanza stanno eseguendo decine di perquisizioni nei confronti di imprenditori coinvolti nella vicenda nelle province dell’Aquila, Caserta e Roma.
Le dichiarazioni del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente. “Ringrazio la magistratura e la Guardia di Finanza per il lavoro certosino e continuo, mi tranquillizza che il sistema immunitario funziona. È una grandissima fatica, ma è arrivato il momento di aumentare la prevenzione attraverso regole, visto che sulla ricostruzione privata c’è una deregulation sulla quale non si è voluto mettere le mani, motivo di contrasto con Trigilia quando chiedevo controlli”. A sostenerlo è il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, commentando l’operazione della Gdf dopo una lunga indagine sull’infiltrazione dei Casalesi nei cantieri della ricostruzione degli edifici privati danneggiati dal sisma. “Da mesi – ha aggiunto Cialente – ho segnalato le commesse che vengono vendute, adesso è arrivato il momento di fissarle perché per colpa di qualcuno che dice che i rapporti sono privati, ma i soldi pubblici, l’Italia ha il sospetto che qui siamo tutti banditi. Chiedo la collaborazione dell’Ance nazionale e aquilana per dimostrare che sono fatti isolati. Dopodiché la giustizia fa il suo corso. Ho denunciato di nuovo i sospetti sulla ricostruzione aquilana – ha concluso – l’opposizione in Comune ha parlato di offesa ai cittadini e come al solito non ha capito niente”.
L’attività investigativa, coordinata dal procuratore della Repubblica, Fausto Cardella, e dal sostituto David Mancini, è stata svolta dal Gruppo investigazione criminalità organizzata del Nucleo di Polizia Tributaria di L’Aquila, con l’ausilio del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata di Roma. Sono in corso di esecuzione, infime, alcune decine di perquisizioni nei confronti di imprenditori coinvolti nella vicenda oggetto di indagine, nelle province dell’Aquila, Caserta e Roma con l’impiego di circa 150 finanzieri appartenenti a diversi reparti.
(ansa.it)