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L’arte della cucina per Antonino Cavanacciuolo

Creato il 05 dicembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Al Circolo dei Lettori uno tra gli chef più amati del panorama italiano, Cavanacciuolo, ha presentato il suo libro

Photo credit: Joelk75 / Flickr / CC BY 2.0.

Presso il Circolo dei Lettori di Torino una standing ovation ha accolto uno dei cuochi più famosi del panorama italiano, Antonino Cavanacciuolo, divenuto famoso a livello nazionale grazie ad un seguito programma televisivo.

Proveniente dalla Campania ma piemontese per adozione, Cavanacciuolo a soli trentotto anni dirige la cucina di una delle più belle ville italiane, Villa Crespi, situata sul Lago d’Orta. Al suo attivo ha due stelle Michelin, diversi riconoscimenti nelle guide italiane più importanti e un libro “In cucina comando io”, presentato mercoledì sera in Via Bogino. Questa raccolta di ricette non è un semplice elenco di ingredienti, ma ogni ricetta è seguita da una storia. Difatti, come ha precisato lo stesso chef, questo libro è un «ricettario dell’anima».

Cresciuto in Campania, ha ereditato da suo padre la passione per i fornelli. Il genitore, abilissimo pasticcere che ha dovuto combattere per inseguire il suo sogno, ha illuminato il futuro di Cavanacciuolo. Fin da giovane ha lavorato accanto al padre, trasformando la cucina nella sua casa. Per questo sostiene che per lui cucinare non è un lavoro, bensì una valvola di sfogo. La sua massima soddisfazione nasce nel momento in cui il suo “pubblico” apprezza le sue ricette innovative, che però affondano sempre le radici nella tradizione. E il suo libro è proprio questo, un inno al folclore. Il messaggio che difatti traspare da queste ricette è riscoprire la tradizione: solo nel momento in cui si hanno delle basi solide è possibile sperimentare. Fervido sostenitore dai propri ideali, ha sempre rifiutato la moda, lasciandosi trasportare dal cuore: «un cuoco deve cucinare ciò che ama». Per questo nel 1998 quando è arrivato sul Lago d’Orta ha deciso di introdurre nel menù la pasta secca proveniente dalla sua terra, contro l’usanza di allora di servire pasta fresca. Giunto in Piemonte per amore, ha deciso di sfruttare il connubio meridione-settentrione mixando i diversi ingredienti appartenenti a due mondi enogastricamente lontani.

Un cuoco abile, che ha la cucina nel sangue, che critica gli istituti alberghieri perché non lasciano sufficiente tempo ai propri studenti per stare a stretto contatto con gli ingredienti. Un uomo poliedrico che definisce la sua squadra la sua famiglia, senza la quale non avrebbe potuto ottenere tutto il successo che ha avuto finora. Cavanacciuolo si è raccontato a cuore aperto, trasmettendo una passione semplice e travolgente per la cucina.


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