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Fatta la manovra che doveva fare cassa in tempi brevi per ridare credibilità ai partner europei in termini di affidabilità del paese Italia, ora si deve passare alla nuova emergenza sociale che caratterizza i nostri tempi; il tema del lavoro.
Il tema del lavoro è un tema piuttosto complesso, se una persona mediamente istruita dovesse andare a cercare in rete ricerche, pubblicazioni, letture legate a questo tema, si troverebbe a una montagna di materiale scritto.
Molto di questo materiale, è stato scritto da economisti di fama mondale, alla ricerca di analisi e soluzioni per dare stimoli a una potenziale crescita economica, ma sono tutte teorie, poi c'è un riscontro con la realtà.
In Italia, più che in altre nazioni il tema del lavoro è quanto mai sentito, nella mente degli italiani la percezione di questa tematica, è associata a un senso di urgenza legato a quello che è il mercato attuale.
Il lavoro è difficile da trovare, legato a contratti precari, e molte volte anche se il candidato arriva al sospirato tempo indeterminato, non è detto che sia necessariamente più tutelato, questo perchè le aziende falliscono.
Ormai in Italia da tempo, la contrattualistica è legata principalmente a quelli che sono i flussi economici delle aziende stesse, molte volte le assunzioni sono legate a picchi di lavoro momentanei.
Questo chiaramente tutela l'azienda che ha a disposizione uno strumento di flessibilità grandissima, ma dall'altra non aiuta certamente i candidati a cercare un lavoro più stabile, cerchiamo di usare questa parola nel senso corretto.
Da molto tempo si discute su quell'articolo della costituzione chiamato articolo 18, che tutela il lavoro dipendente e afferma il principio giusto che il licenziamento debba avvenire per giusta causa.
Da molto tempo si discute su una sua possibile rivisitazione, in favore di una sua maggiore flessibilità per eventuali lavoratori in uscita, che si dice agevolerebbe le assunzioni con contratti più stabili.
Mario Monti invoca un senso di responsabilità per le parti sociali, governo e sindacati, per mettersi a discutere in maniera seria, serena ed equilibrata su quelle possibili riforme del mercato da fare.
Il messaggio di Mario Monti è chiaro e preciso, una riforma va fatta, se da una parte tutti avvertono l'urgenza di aumentare i posti di lavoro, dall'altra qualsiasi riforma in questo senso, viene poi di fatto bloccata.
Ma una riforma dell'articolo 18 è possibile e potrebbe incontrare il consenso popolare, solo ed esclusivamente se fosse accompagnata da strutture snelle ed efficienti che riescano in tempi brevi a ricollocare i lavoratori.
Una riforma dell'articolo 18 può essere fatta, se i lavoratori hanno delle tutele tali che nel momento in cui si trovano ad essere licenziati per un qualsiasi motivo, a qualsiasi età il meccanismi di ricollocamento funzionano.
Una riforma dell'articolo 18 non è possibile se deve diventare solo ed esclusivamente uno strumento di propaganda politica in una paese dove i licenziamenti in questo periodo sono stati tanti.
Gli italiani sono disposti a fare sacrifici ma che coniughino flessibilità e tutele, altrimenti le riforme non possono essere fatte, ma anche in questo senso il messaggio di Mario Monti è gentile e fermo a tutti.
Bisogna mettersi a un tavolo e discuterne seriamente, con i no continui la situazione non solo rimane questa, ma rischia di peggiorare, buona serata e buona navigazione Nicky Brancatelli e Alessandro Baldini
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