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"Dolce e' la vita" di Sabrina Giannini
L'inchiesta, attraverso la storia esemplare dell'additivo più utilizzato nell'alimentazione (l'aspartame, un dolcificante artificiale), mostra le debolezze di un sistema di controllo che non tutela adeguatamente la nostra salute. Infatti le industrie, per inserire nell'alimentazione una nuova sostanza, devono dimostrare a loro spese la sicurezza del prodotto finanziando le ricerche. Un sistema che, tra conflitti di interesse e corruzione, "addolcisce" la vita dell'industria a danno della salute dei consumatori.
Su wikipedia (come nella voce su aspartame dice esplicitamente che le sue informazioni non sono un consiglio medico) si legge di alcune controversie su questo dolcificante:
Il dibattito sull'uso di aspartame negli alimenti si è riacceso nel 2005 con la pubblicazione di uno studio promosso dalla California Environmental Protection Agency, che ha evidenziato un aumento dell'incidenza di linfomi e leucemie nei topi femmina a seguito di assunzione di bassi dosaggi di aspartame. Inoltre uno studio della Fondazione Europea di oncologia e scienze ambientali "Bernardino Ramazzini" di Bologna ha ulteriormente segnalato questi effetti ed ha ipotizzato un legame tra la formaldeide rilasciata dal metabolismo dell'aspartame e l'aumento dell'incidenza di tumori cerebrali. Lo studio è stato pubblicato sullo European Journal of Oncology nel luglio 2005 [6]
Questi nuovi dati sono stati valutati dall'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), nell'insieme di tutti gli studi effettuati sull'aspartame negli ultimi vent'anni. L'EFSA ha confermato la dose giornaliera ammissibile (40 mg/kg peso corporeo) e ha concluso che lo studio non dimostra con sicurezza la relazione fra l'insorgenza di tumori e il consumo di aspartame e non sono emersi nuovi dati che giustifichino nuovi studi, considerate anche le fasce di assunzione più a rischio (es. diabetici o persone che seguono regimi alimentari a basso contenuto calorico) [7]Un limite analogo (50 mg per kg di peso corporeo) era stato calcolato dalla FDA nel 1981.
La sicurezza dell'aspartame è stata riaffermata anche negli Stati Uniti dal National Cancer Institute a seguito di un'indagine durata cinque anni su mezzo milione di persone, dalla quale non è emerso nessun aumento dell'incidenza di linfomi, leucemie e tumori del cervello. [8]. Tale studio è stato effettuato sulla base di questionari inviati fra il 1995 e il 1996 a persone di età compresa fra 50 e 70 anni, e vista la data di inizio commercializzazione dell'aspartame, a partire dal 1981, riguarda l'analisi di rischio per un'esposizione a dosi inferiori alle attuali e non superiore ai 15 anni.
Un nuovo e più dettagliato studio sugli effetti a lungo termine del consumo di Aspartame in dosaggi compatibili con la dose minima giornaliera permessa per il consumo umano è stato pubblicato nel settembre 2007 su Environmental Health Perspectives [9], realizzato anch'esso dall'Istituto "Ramazzini" di Bologna. In tale studio, l'unico che abbia preso in considerazione l'uso di aspartame fin dai primi cicli di vita e abbia seguito la storia clinica dei topi fino al loro decesso naturale, sono stati rilevati dagli autori evidenti indicatori di rischio per la salute umana, in particolare per i bambini. L'agenzia europea EFSA e la corrispondente agenzia statunitense FDA non hanno al momento presentato un parere ufficiale sui risultati di questo secondo studio.
In seguito, l'inchiesta "I consorziati" di Claudia Di Pasquale, sui debiti del comune di Roma: Le casse del comune di Roma non navigano certo in buone acque, il debito del Campidoglio supera i 12 miliardi di euro e c'è il rischio che da settembre gli stipendi non vengano pagati. Una parte dei soldi però potrebbe essere recuperata attraverso i soldi dei condoni edilizi, e potrebbe essere una buona cifra visto che di domande di sanatoria se ne contano ben 240 mila. Cosa fanno il Sindaco Alemanno e la sua giunta per incassarli? Infine per la rubrica C'e' chi dice no: "Valter Bonan" di Giuliano Marrucci Il bacino del Piave è uno dei più artificializzati d'Europa. La Regione Veneto sta per dare il via libera a 150 nuove concessioni per impianti idroelettrici, mettendo a repentaglio un ecosistema patrimonio dell'umanità.
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