Ce lo avete presente Domenico Zambetti? Già appartenente ai Cristiano Democratici Uniti, passato poi all’UdC e infine confluito del PdL. Nel 2010 è stato eletto, per la terza volta consecutiva, nel consiglio regionale della Lombardia e nominato dal presidente Roberto Formigoni assessore alla Casa, carica che ha ricoperto fino al 10 ottobre 2012.
La pagina a lui dedicata nel sito della Regione Lombardia si conclude qui, non ci dice che ne è stato di lui dopo quella data. Ma noi lo sappiamo: da allora l’assessore Zambetti si è trasferito, suo malgrado, al Carcere di Opera, dove risiede tuttora.
Perché Zambetti era andato al supermercato della ‘ndrangheta dove aveva comprato un po’ di voti; il prezzo era modico, 50 euro l’uno e lui ne aveva presi un pacchetto da 4 mila, per un totale di 200 mila euro. Rateizzati. Intanto i carabinieri intercettavano, filmavano e fotografavano, appostati sotto il suo ufficio.
Ma per capire sia l’uomo che il politico Zambetti dovete assolutamente vedere questo video. Risale alla fine del 2010. Si fa intervistare (anche lui a pagamento, come sta emergendo ultimamente?) da un redivivo ed eccessivamente sorridente Cesare Cadeo che, arrabattandosi come può, spiando gli appunti con poca disinvoltura, gli pone domande marzulliane e adulatorie. Insomma, proprio quello che dovrebbero fare i giornalisti: gli manca solo il violino.
E così l’assessore ci offre delle perle memorabili. Per esempio, ci spiega che “le banche non hanno sinergizzato a livello istituzionale con quello che è stato fatto dalle Regioni in particolare”. Chiaro, no?
Ma soprattutto ci rivela che “gli Italiani corrono normalmente dietro quello che è il carro del vincitore, è una sensazione questa molto normale, cristiana oserei dire, quindi dove si vince si va. Questo è il bello anche della politica”. Sarà normale per lui e per i suoi simili e comunque cosa c’è di cristiano?
Quindi ci informa che “la politica sicuramente mi ha dato tanto, ma io ho dato tantissimo alla politica”. Be’, 200 mila euro mica sono pochi. E comunque per la politica si è anche molto sacrificato, non è “arrivato per tempo alle cresime dei miei figlioli. Questa è una cosa che ricordo sempre con nostalgia da un lato, ma anche con amarezza”. Poveretto.
La sua virtù? La generosità. E la ‘ndrangheta potrebbe testimoniarlo. Un difetto? La troppa sincerità. Ora può dimostrarlo, negli interrogatori.
Infine un po’ di umorismo involontario. Domanda: “Ma i politici sognano. Lei come politico sogna di più a occhi aperti o a occhi chiusi?” Risposta: “Io sogno sempre a occhi aperti perché il pericolo è sempre dietro l’angolo”. Lo credo bene, con quelle frequentazioni!
Mi fermo qui. Godetevi l’intervista.