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Il governo, sulla carta, più federalista della storia di questo paese conferma la schizofrenia della politica italiana con l'ultima uscita del ministro Scajola. Claudio Scajola è imperiese e nel suo curriculum ci sono 70 giorni di carcere a S.Vittore e un dominio assoluto dell'affarismo della sua provincia. Scajola gestì con pessimi risultati i giorni del G8 di Genova, diede del "rompicoglioni" a Marco Biagi appena assassinato, mostrando grande acume politico. Una perla della sua attività politica è aver versato un camion di soldi nell'aeroporto di Albenga istituendo il volo fondamentale Albenga-Roma, favorendo gli spostamenti dal suo feudo a Montecitorio. Per tutte queste opere meritorie è stato nominato Ministro dello Sviluppo Economico. Scajola, laureatosi nel 2000 in Giurisprudenza (33 anni di fuori corso), ha una misteriosa esperienza in tema di sviluppo economico, avendo fatto solo il ministro degli interni. Scajola si intende di sviluppo quanto Bondi si intende di poesia.
Dopo questa necessaria premessa sul ministro sostenitore del nucleare arriviamo, con cognizione di causa, alle decisioni del governo di ieri. Il consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale le leggi regionali di Puglia, Basilicata e Campania che impediscono di costruire centrali nucleari sul loro territorio. Questa scelta è stata proposta dal ministro Scajola in accordo con il suo collega agli affari regionali Fitto. Il ricorso viene giustificato per questioni di diritto, affermando che la decisione di aprire centrali nucleari è una questione di sicurezza nazionale (?!??!). Ma la giustificazione nel merito, che risiede nella dichiarazione di Scajola, deve essere letta bene: "Non impugnare le tre leggi avrebbe costituito un precedente pericoloso perché si potrebbe indurre le Regioni ad adottare altre decisioni negative sulla localizzazione di infrastrutture necessarie per il Paese".Le Regioni sono così pericolosamente sovversive volendo evitare che sul proprio territorio inizino a sorgere cattedrali atomiche. Lo stato centrale, rispolverando il centralismo autoritario, minaccia le regioni di, per usare un termine caro a Scajola, non rompere i coglioni. Siamo tornati indietro di circa 50 anni quando lo stato decideva per tutti e per tutto. La Lega dov'è? La difesa del territorio contro Roma è annegata alle sorgenti del Po? la retorica sull'autonomia si è persa nei meandri dei palazzi romani? Il finale di Scajola è degno del più grande venditore di pentole: "Nel merito il ritorno al nucleare è un punto fondamentale del programma del governo Berlusconi, indispensabile per garantire la sicurezza energetica, ridurre i costi dell'energia per le famiglie e per le imprese, combattere il cambiamento climatico riducendo le emissioni di gas serra secondo gli impegni presi in ambito europeo". Insomma, il nucleare garantisce la sicurezza energetica e abbassa i costi, ma non solo! è anche verde e pulito e ci permette di rispettare gli accordi sul clima! A parte il fatto che quando le centrali saranno operative gli accordi sul clima saranno già scaduti, mi sembra assolutamente populistico fare previsioni sui prezzi dell'energia stessa da qui a 10 anni. L'onniscienza di Scajola non mi convince e a voi?
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