Luigi Pasinetti è certamente uno dei maggiori economisti contemporanei, molto più conosciuto all’estero che in Italia, dove addirittura viene definito l’erede dei “keynesiani di Cambridge”, avendo insegnato per parecchi anni nell’ateneo inglese. I suoi contributi all’economia sono le basi analitiche della scuola neoricardiana, già Presidente della Società Italiana degli Economisti (1986-89), Presidente della European Society for the History of Economic Thought (1995-1997) attualmente Pasinetti è Presidente onorario della International Economic Association e professore emerito presso l’Università Cattolica di Milano.
Il suo ultimo libro pubblicato si intitola Dottrina sociale della chiesa e teoria economica (Vita & Pensiero 2012), nel quale evidenzia chiaramente -secondo la recensione apparsa su Ilsussidiario.net- come la Dottrina sociale della Chiesa costituisce la risposta più completa e attuale alla difficoltà delle teorie economiche di fronte alla crisi contemporanea. Il volumetto è formato da due interventi di Pasinetti, il primo del 1992 e il secondo del 2010. In entrambi si sottolinea come le teoria economica dominante sia profondamente inadeguata a comprendere i problemi di una società profondamente dinamica come quella attuale: «Gli economisti tradizionali – scrive Pasinetti – si muovono all’interno delle forti restrizioni di argomentazioni fondate sul “modello di puro scambio”, un modello teorico che è inadeguato ad affrontare i problemi delle società industriali». Ed è per questo che essi sono “poco saggi” e “del tutto privi di giustificazioni” se non tengono conto dei consigli della Chiesa sui principi morali da porre alla base dei criteri per la costruzione responsabile delle nostre istituzioni.
Ancora più esplicito è l’intervento più recente, quello del 2010. Partendo dall’osservazione che «la teoria economica sta attraversando un periodo molto critico, che davvero richiede una severa e radicale riconsiderazione dei suoi fondamentali» Pasinetti sottolinea l’importanza della Dottrina sociale della Chiesa con la sua «insistenza su principi essenziali, come quello dei diritti e della dignità della persona umana, nella consapevolezza che nella nuova epoca storica in cui viviamo le responsabilità hanno varcato i confini nazionali».
E’ particolarmente rilevante l’ammissione da parte di Pasinetti di essere stato “colpito e sorpreso” dall’affermazione della dinamica della carità espressa con decisione dall’enciclica Caritas in veritate, tanto da fargli concludere l’intervento con un esplicito e un po’ irrituale “Grazie, Benedetto”. Nella sua testimonianza il grande economista ha espresso il suo ammirato stupore per il richiamo costante della Chiesa, dalla Rerum novarum in poi, a valori che le teorie economiche non prevedono, non considerano e in fondo non comprendono, come i principi di solidarietà, di sussidiarietà e di bene comune.